SBOCCIA L’ESTATE
SIENA
LINA SASTRI voce
ADRIANO PENNINO pianoforte
Fortezza Medicea, 23 agosto 2024
La stagione teatrale quest’anno a Siena comincia d’estate. Naturalmente all’aperto, infatti gli eventi hanno come comun denominatore Il teatro esce in strada, e per volontà dell’amministrazione comunale l’ingresso è libero. Prezioso nella prima estate di questa esperienza che ha goduto di un successo di pubblico straordinario il coordinamento di AMAT, sia che fossero protagonisti gli ottimi artisti della città che quelli di fama nazionale e internazionale. Dal 21 giugno al 5 settembre, Vincenzo Bocciarelli, qui in veste direttore artistico dei Teatri di Siena, ha voluto che il teatro andasse incontro al suo pubblico nei luoghi più affascinanti della città, Piazza Provenzano, Cortile del Podestà, Piazza del Campo (concerto di Russel Crowe & The Gentleman Barbers) Chiostro di San Cristoforo, Fonti di Pescaia, Piazzetta Grassi, con due uniche eccezioni, per i concerti di musica classica, nei teatri dei Rozzi e dei Rinnovati. Solo per lo spettacolo che ha visto in scena Lina Sastri si è scelta la Fortezza Medicea, un luogo adatto ad ospitare all’aperto il pubblico di appassionati che è accorso ad occupare i posti a sedere davanti al palco ma anche le panchine e le gradinate della fortezza, e l’incantamento è stato inevitabile, tanta è la capacità di questa artista a tutto campo, che ha recepito profondamente la lezione di Eduardo De Filippo, di tenere la scena, cantare danzare recitare: Voce e’ notte, il concerto di questa grande interprete, continuerà la sua tournée fino a tutto il 2025. Chi scrive è da sempre qualcuno che apprezza il modo didascalico e distaccato che aveva Roberto Murolo di proporre i brani della sua terra, niente di più lontano dall’immersione emotiva personale della Sastri, che è una discesa senza paracadute nella sua cultura teatrale tutta, ma davvero è impossibile non abbandonarsi ad una tale primadonna, unica. La sua prima prova di cantante risale, anni fa, all’incisione di Maruzzella, proprio accompagnata dal maestro Pennino, un’esperienza che la mise in imbarazzo (mi mettevo scuorno): perché l’attore è protetto nella sua intimità dal personaggio, chi canta è se stesso, nella propria profonda verità. Decisamente ha superato con gli anni le sue remore, e da grande interprete comunica la propria appartenenza ad una cultura e ad una lingua che per la sua musica è conosciuta nel mondo: come nessun’altra mette il pubblico, anche incapace di comprendere del tutto quando sta dicendo in quel nobile e popolare antico parlare, di ogni sfumatura emotiva, di un mondo che è una costruzione culturale unica, non replicabile. Con le canzoni più antiche, mirabili capolavori che qualcuno anche a Siena riconosce al primo verso, che bisbiglia e non troppo, come ci sta bene per concludere Napul’è di Pino Daniele, un vero, grande compositore. Annamaria Pellegrini