venerdì, 08 novembre, 2024
Sei qui: Home / A / ANIMA BUONA DI SEZUAN (L') - regia Monica Guerritore

ANIMA BUONA DI SEZUAN (L') - regia Monica Guerritore

Monica Guerritore in “L’anima buona di Sezuan”, regia Monica Guerritore Monica Guerritore in “L’anima buona di Sezuan”, regia Monica Guerritore

di B. Brecht
Regia di Monica Guerritore
Scene da un'idea di Luciano Damiani
disegno luci di Pietro Sperduti
costumi di Valter Azzini
direttore dell'allestimento Andrea Sorbera
collaborazione musicale di Paolo Danieli
assistente alla regia: Ludovica Nievo
regista assistente: Leonardo Buttaroni
Con Monica Guerritore, Matteo Cirillo, Alessandro Di Somma, Vincenzo Gambino, Nicolò Giacalone, Francesco Godina, Diego Migeni, Lucilla
Prod. La Contrada Teatro Stabile di Trieste / ABC Produzioni
Roma, Teatro Quirino dal 29 ottobre al 10 novembre 2019
La tournée: Ascoli Piceno, Teatro Ventidio Basso 13 e 14 novembre-
Faenza, Teatro Masini dal 15 al 17 novembre-
Chiasso, Cine Teatro "Chiasso" 7 dicembre-
Trieste, Teatro "Orazio Bobbio" dal 10 al 15 dicembre-
Catania, Teatro "Giovanni Verga" dal 21 al 26 gennaio 2020

www.Sipario.it, 11 novembre 2019

Da Strehler in poi....

Piovono pietre sui tanti derelitti e famelici abitanti l'immaginario distretto orientale di Sezuan, a malcerto riparo di una candida ampolla onirica (concepita da Luciano Damiani, sin dalla prima edizione dello spettacolo, al Piccolo di Milano), spoglia e feconda di umana prossemica – con una pedana roteante al centro scena e un'edicola semovente adibita a rivendita e casa-tugurio della protagonista.
Tutti sbatacchiati, conculcati dalla Storia e dalle sue inique prepotenze (gli 'spiriti animali' dei più forti)? O dall'imponderabile- religioso e trascendente (in forme di poli o monoteismo) che domina e governa i "poveri di spirito", inamovibile e in sintonia con l'avvicendarsi dei (laici) poteri temporali?
L'anima buona del Sezuan è un'operetta morale, in sembianze di parabola, che Bertolt Brecht scrisse tra il 1938 e il 1940 durante l'esilio trascorso tra Danimarca e Finlandia, lo stesso periodo in fu concepito (anche) il più famoso e complesso Vita di Galileo Galilei. Ovviamente, e forse ingiustamente, molto meno nota. Riuscendo ad infondere nella particolarità della fiaba allegorica l'universale esperienza di una pessimistica riflessione afferente, in misura simbolica, verso un confronto tra bene e male, tra bontà e malvagità, cui evita – o si rifiuta di dare- sbocchi immediatamente didascalici (come invece accade in gran parte del suo teatro didattico, ideogicamente ferreo di metodologia drammaturgica in filigrana marxista), accentuando semmai il dramma delle contraddizioni, ambiguità, mute sofferenze di una esemplare vicenda irta di contraddizioni. Elevate a paradigma dell'impervia ed ingrata condizione umana, 'sotto ogni bandiera'.
Spettacolo profondamente sentito, impeccabile e stilizzato nella sua esuberanza di pantomime sghembe ed eloquio- non -colloquiale (fondato com'è su un marcato anti naturalismo, memore della craighiana supermarionetta di scuola espressionista), L'anima buona di Sezuan proposto ed interpretato da Monica Guerritore rivisita la lezione di Strehler evitando di farsene calco, clone, ectoplasma. Anche se l'arduo confronto rimanda (almeno) alle due storiche edizioni del 1956 e del 1982 che ebbero protagoniste Paola Borboni e Isa Danieli (cui poi subentrò Andrea Jonasson), al centro di storiche compagnie annoveranti insigni comprimari del calibro di Marcello Moretti, Renato De Carmine, Isa Di Marzio, Carlo Montini, Renzo Palmer, Valentina Fortunato.
L' amaro apologo è noto ai più. Alla ricerca di "un'anima buona", tre Dei (di ignota provenienza) con tanto di mitra, vincastro e paramenti vescovili scendono sulla terra in missione poco salvifica: l'unica persona disposta a ospitarli per la notte è la prostituta Shen-Te, che vive miseramente ai bordi del villaggio. Ricompensata dagli Dei per la sua bontà con una discreta somma di 'dollari in argento', la donna decide di abbandonare l'ingrato lavoro (che pur affronta con generosità samaritana) e investe il denaro nell'acquisto di una tabaccheria con annesso (dimesso) angolo bar. Sarà da quel momento che avranno inizio le sue peripezie poiché tutti i diseredati del luogo accorreranno in cerca di prestiti e sussistenza, approfittando della prodigalità di Shen-Te. Fatale sarà l'arrivo dell'aviatore Sun di cui la protagonista s'innamorerà perdutamente amore.
Lasciando però il suo posto (mediante stratagemma e 'sdoppiamento' consapevole) al corrusco cugino, Shui-Ta, il quale da accorto uomo d'affari ristabilisce l'equilibrio nella sua dissipata amministrazione, dimostrando così (sino al colpo di teatro finale) come sia di fatto impossibile essere buoni in un mondo cattivo. Essendo apostrofati peraltro di "ingenuità" se ci si comporta diversamente, e attirando nuovamente la vendicativa indifferenza delle divinità che, insalutati ospiti, avevano messo in moto l'assurda disavventura. Popolatasi, nel frattempo, di tutto un bestiario umano pezzente e parassita, che non esiterà abbandonare la donna al suo destino, dacchè la "guerra fra poveri" è l'unica forma di insurrezione e dissidenza "concessa" agli indigenti, ai "soliti ultimi" dell'universale consesso classista.

Evitando di attardaci sul paludato, "nobilissimo" armamentario etico-propositivo che faceva corredo al primo allestimento italiano dell'opera (Brecht in persona paragonava il destino di Sezuan a quello dei Troiani sconfitti; Giorgio Strehler incalzava con "Nessuno è incolpevole", che fu anche titolo di un suo pamphlet letterario), diremo quindi che l'odierna rivisitazione di Monica Guerritore - sensoriale e scientemente "schizoide" nel duplicarsi del suo vigore in cangianti energie espressive- è spigliata, godibile, curatissima nei dettagli: soprattutto esente da 'pistolotti' sermoneggianti e di pedante esemplarità. Paragonabile, e a pari merito (per diverse personalità attorali) , ad un'altra edizione storica de "L' anima buona..."- quella che, giusto dieci anni fa, Bruni e De Capitani allestirono all'Argentina di Roma, avendo smagliante protagonista la cara Mariangela Melato. Altra serata vivida, partecipata, non dimenticabile.

Angelo Pizzuto

Ultima modifica il Martedì, 12 Novembre 2019 01:13

About Us

Abbiamo sempre scritto di teatro: sulla carta, dal 1946, sul web, dal 1997, con l'unico scopo di fare e dare cultura. Leggi la nostra storia

Get in touch

  • SIPARIO via Garigliano 8, 20159 Milano MI, Italy
  • +39 02 31055088

Questo sito utilizza cookie propri e si riserva di utilizzare anche cookie di terze parti per garantire la funzionalità del sito e per tenere conto delle scelte di navigazione. Per maggiori dettagli e sapere come negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie è possibile consultare la cookie policy. Accedendo a un qualunque elemento sottostante questo banner si acconsente all'uso dei cookie.

Per saperne di più clicca qui.