Da William Shakespeare
adattamento Tommaso Mattei
con Alessandro Preziosi, Nando Paone, e con Roberto Manzi, Federica Fresco, Valerio Ameli
opere in scena Michelangelo Pistoletto
abiti di scena Cittadellarte Fashion B.E.S.T.
direzione creativa Olga Pirazzi, Flavia La Rocca, Tiziano Guardini
musiche Giacomo Vezzani
supervisione artistica Alessandro Maggi
regia Alessandro Preziosi
produzione Pato srl, TSV Teatro Stabile del Veneto – Teatro Nazionale
Vicenza, teatro Comunale, 21 e 22 novembre 2023
L’impresa è abbastanza irta di ostacoli, non semplicissima. La però affascinante messa in scena, in questo Aspettando Re Lear firmato Tommaso Mattei, con l’interpretazione protagonista di Alessandro Preziosi, si aggrappa con tutte le forze ai temi cari trattati da Shakespeare in questa tragedia e lo fa con un contorno scenico, interpretativo e soprattutto drammaturgico di nuova spinta, innovazione. E anche abilità, vista l’ardua operazione. Che, grazie alle appassionate, intense interpretazioni, al testo, a questo percorso d’impatto e convinto che Preziosi fa da diversi anni, in questo adattamento di Tommaso Mattei, s’innalza man mano che scorrono i minuti, forte di diverse componenti anche visive. E’ un punto di vista diverso di uno Shakespeare, dove al centro però rimane follia, abbandono, maturità , potere, in qualche modo attorniano i legami tra padri e figli, per loro propria natura spesso complicati. Dove un altro protagonista assoluto è l’amore, nonostante le complicanze. Mattei e Preziosi con una raffinata mistura abbinano il Bardo e l’Aspettando Godot di Beckett, drammi dell’attesa e della speranza, dell’essere in profondità figlio e padre, tema che sta molto a cuore anche all’attore napoletano. Ma dentro ad Aspettando Re Lear non sfuggono di certo manie, incomprensioni, e una solitudine di fondo scanzonata dal Matto (la preparata e baldanzosa Federica Fresco), sofferta con inclinazione all’aiuto della figlia del regnante, Cordelia, la sola a essere in scena, colei che lo ama davvero. Ci vuole concentrazione e una discreta attenzione per non perdersi nei meandri del testo, nelle bellezza stessa della scenografia che mette a disposizione opere di Michelangelo Pistoletto, offrendole come Natura, Passaggi, Divisori. Un po’ si rischia di essere travolti dall’urto con la materia creativa dei lavori del Maestro, è un bell’ esercizio starne ammaliati ma aderenti a ciò che succede, e lo stesso capita per le sensibili note di Giacomo Vezzani che s’insinuano qua e là, preziose (si scusi il gioco di parole)e abbinate alla perfezione a ciò che capita in scena, e oltremodo anche distaccandosi, allo spettacolo in sé. Non dimentichiamoci dei costumi, inerenti essi stessi alle opere di Pistoletto, della Cittadellarte Fashion B.E.S.T., un essere dentro Natura e Uomo. Siamo nell’essenza del Lear shakespeariano, nella consapevolezza del proprio essere, nel ritorno all’umano pregno senza ambizioni di sorta, senza potere, meschinità. Metafora della condizione umana, come si legge nelle note dello spettacolo, e, appunto nuova conoscenza, realtà. I personaggi, cinque in tutto, sono quelli che vogliono bene a Lear, lo proteggono: Kent, Edgar, l’irriconoscenza figlia dei figli, e Glouster, a cui Nando Paone dà certezza e presenza, muovendosi bene sul palco, la stessa Cordelia. Tutto si muove in un baratro, da dove si cerca di risalire, di riprendersi. Preziosi è un ottimo attore e cresce anche come regista, soffre annichilito nei panni di Lear e riprende lucidità, amato finalmente, e informato di ciò, abbandonando pazzia e manie di grandezza. E’ un continuo attendere, dal niente iniziale, il nulla. Il saper portarsi appresso saggezza, e aiuto dagli altri. Lo spettacolo ha aperto la stagione di prosa di Vicenza ed è stato accolto da appassionati applausi. Francesco Bettin