di Mario Vargas Llosa
Regia di Carlo Sciaccaluga
Interpreti: Lucia Lavia e Luigi Tabita
Scene e costumi: Anna Varaldo
Musiche: nogravity4monks
Aiuto regia: Lucia Rocco. Luci: Gaetano La Mela
Produzione Teatro Stabile di Catania
Teatro Verga dall’1 al 10 dicembre 2023
Carlo Sciaccaluga deve molto amare Mario Vargas Llosa, premio Nobel per la letteratura nel 2010, come del resto lo ama il direttore artistico del Teatro Verga di Catania, Luca de Fusco, che quasi una trentina d’anni mise in scena La Chunga e lo stima pure chi scrive, lettore di tanti suoi romanzi, valga su tutti La casa verde, La zia Julia e lo scribacchino e Elogio della matrigna. L’anno scorso di sti tempi, De Fusco organizza al Verga un incontro con lo stesso Vargas Llosa e alla sua presenza Sciaccaluga dirige I racconti della peste, ispirato alle novelle del Boccaccio: mentre adesso, sempre al Verga, cura la regia di Appuntamento a Londra, altro capolavoro dello scrittore peruviano che vive a Madrid e che ha l’incedere di quelle rocambolesche grafiche di Escher, ma anche di quei racconti labirintici di Borges e pure di quei cervellotici drammi di Pirandello per il quale la verità, in maniera gorgiana, anche se conoscibile non è comunicabile. É ciò che capita al personaggio di Luca (qui i nomi sono italianizzati rispetto all’originale) tutto interiorizzato quello di Luigi Tabita, che se ne sta chiuso in una camera d’un lussuoso hotel di Londra, con un trittico di Francis Bacon sopra la testiera del letto (l’elegante scena è di Anna Varaldo, suoi pure i costumi) in attesa di recarsi al piano terra per una riunione di lavoro. Ad un tratto bussano alla porta ed entra una donna che dice di chiamarsi Maddalena, una figurina tutta scatti quella di Lucia Lavia, vestita con pantaloni palazzo color d’oro come la stessa blusa, che dice d’essere la sorella di Nino, un suo vecchio e caro amico col quale non si vede da 25 anni. All’uomo suona strano che l’amico avesse una sorella, tuttavia vuole sentire le ragioni di questa visita, anche perché l’ultima volta che i due s’erano visti non si sono lasciati bene a causa d’un bacio che Nino gli aveva dato in bocca ricevendo un sonoro pugno in faccia. Dopo un po’ viene fuori che la donna non è Maddalena ma lo stesso Nino diventato una donna dopo un intervento chirurgico a Casablanca. Una verità che lascia di stucco Luca e che svela il perché Nino era completamente scomparso, rivelandogli nel frattempo che lui non è mai stato un frocio, ma si è sempre sentito una donna in tutto e per tutto. Tant’è che dopo quattro mesi dal suo matrimonio, durato solo cinque anni, ha avuto un orgasmo vaginale, avendo regolari e completi rapporti sessuali col marito, chiaramente senza potere avere dei bambini. Da canto suo Luca gli/le confessa che negli anni ha avuto tre mogli, senza mai rimanere soddisfatto né affettivamente né sessualmente. Da qui in avanti lo spettacolo sembra un manuale di comportamento sessuale per coppie insoddisfatte, per le quali sembra che il vero amore possa nascere da un rapporto clandestino, entrare in una galassia dove gli amanti si desiderano sempre e stanno male quando sono lontani. Certamente il merito è di Vargas Llosa, sempre attento nelle sue opere alle tematiche di coppia, ripartito (il merito) con i ritmi impressi dalla regia di Sciaccaluga e soprattutto bravi i due protagonisti, sempre su di giri, in grado di tenere svegli gli spettatori della pomeridiana per quasi due ore senza intervallo. I due ad un tratto fanno le prove di come sarebbe stato un loro matrimonio, un modo pazzo di stare insieme, proponendo una formidabile Lucia Lavia un intermezzo poetico di Walt Whitman, lì dove in maniera visionaria parla della libertà e dell’eros, mentre Luigi Tabita chiuso in una bara perpendicolare in plexiglass canta in modo struggente la canzone Vedrai Vedrai di Luigi Tenco, che fa il paio con quella sorta di acquario orizzontale ai piedi del letto con Maddalena che apre bocca come un pesce d’acqua dolce. Subito dopo bussano alla porta, le luci non sono più livide come prima, Luca sembra quasi riprendersi da un sogno o da un incubo e appare in giacca e cravatta un uomo, quel Nino prima Maddalena, esortandolo a scendere in basso perché l’aspettano per iniziare la riunione di lavoro. Gigi Giacobbe