di e con Carolina Cametti e Claudia Salvatore
luci Giacomo Marettelli Priorelli
suono Daniele Gennaretti
produzione Teatro dell’Elfo
lo spettacolo ha debuttato nel 2022 coprodotto da Fortezza Est, Campo Teatrale e Mare Culturale Urbano
Milano, Teatro Elfo Puccini, dal 9 al 19 novembre 2023
QUANDO FAMIGLIA E AMORE NON SONO SINONIMI Due donne, quasi nude, emtrano in scena. Si muovono a ritmo di musica, contorcono i corpi. Poi iniziano a parlare. Scopriamo che sono una madre e una figlia. In una sorta di “ring” metaforico, iniziano a scagliare parole che sembrano pugni. La figlia urla rabbia. Accusa la madre di non averla mai amata, di averla sempre disprezzata. La madre, a sua volta, palesa il dispiacere di avere una figlia, sempre amata dice lei, ma non diventata come avrebbe voluto. La scenografia scarna e buia fa da sfondo a questo duello, intervallato da momenti musicali, forse eccessivi, in cui le due donne riprendono a muoversi nella tensione di movimenti sfidanti. Parole contro parole. Corpi contro corpi. Il filo rosso che unisce questi due piani drammaturgici è unico, incentrato su alcune domande. La Famiglia è sana? Cosa si nasconde dietro la comunione affettiva dei loro componenti? Autonomia e amore sono due concetti che vanno di pari passo fra genitori e figli? Le risposte di Burn Skin sono negative. L’autoderminazione della figlia, in questo caso, non è favorita dalla madre iperprotettiva che cede amore solo in cambio dell’adeguamento della figlia stessa alle proprie aspettative. Sofferenza, ricatti e sensi di colpa sono il risultato finale. La pelle scotta. I legami di sangue si trasformano in una prigione senza via di uscita. Burn Skin propone una tematica interessante e attuale, affrontata già in altre drammaturgie: al centro, la critica dell’istituzione famigliare. Ma al di là dello spunto tematico, le due brave attrici e anche drammaturghe, Carolina Cametti e Claudia Salvatore, si muovono all’interno di una narrazione in cui i “semi” concettuali della problematica affrontata sono abbozzati. Ci aspettiamo uno sviluppo ulteriore all’interno di una regia più solida. Le premesse per un cambiamento in questa direzione sono buone. Andrea Pietrantoni