di Pauline Peyrade,
traduzione di Paolo Bellomo
con Danilo Giuva ed Ermelinda Nasuto
regia di Licia Lanera
produzione Compagnia Licia Lanera, in coproduzione con Polis Teatro festival
al teatro Rasi, 6 maggio 2022
Un tavolo, in mezzo una ruota panoramica in miniatura, una ragazza e un uomo, l’amico del fratello maggiore, simpatico alla mamma. La madre della bambina gli ha affidato la custodia della figlia nelle serate passate al Luna Park. Ma che succede se l’amico di casa, il ragazzo di cui mamma si fida diventa l’orco, seduce la piccola, la obbliga a un rapporto sessuale? La vergogna della donna è nel corpo traslucido di carne umida di un coniglio da macelleria, è il corpo che anche lavato non vuole saperne di tornare come prima, violato da quell’uomo. È la vergogna che impone il silenzio e alla fine la necessità, l’urgenza – una volta che la donna è cresciuta – di chiudere i conti, di fargli pagare la violenza con il freddo del ferro della canna della carabina. Farsi giustizia da sé…
Con la carabina di Pauline Peyrade è un testo che sa essere preciso, realistico e al tempo stesso, pieno di non detti, un puzzle rotto che si costruisce pian piano, tassello dopo tassello fra i baracconi di un Luna Park, i premi e i pelouche al tiro assegno, la fiducia nei confronti di quel ragazzo, amico del fratello e tanto ben voluto da mamma. Raccontato così Con la carabina potrebbe apparire cronachistico, documentale, didascalico, ma non lo è. La scrittura drammaturgica di Peyrade decostruisce e mischia i tasselli della vicenda, usa prolessi e analessi con spudorata disinvoltura e ciò permette non solo di giocare con l’indeterminatezza e la sospensione del tempo, ma anche con un modello di narrazione che si costruisce pian piano, rifacendo ordine nel racconto agito in scena.
Ciò è reso dai due protagonisti Danilo Giuva ed Ermelinda Nasuto con grande precisione e con misurata emotività, ogni gesto, ogni espressione del corpo non può che essere controllata, lo impone la prossimità con gli spettatori, lo impone lo spazio scenico ristretto che richiedono una misura attoriale che non abbia l’eccesso del teatro, ma piuttosto il suggerimento, i micromovimenti del cinema. Tutto questo compartecipa certo a far sì che Con la carabina si offra come un lavoro in sé concluso, molto compatto e al tempo tesso capace di seminare in chi vi assiste, di trasmettere quel senso misto a vergogna e impotenza rabbiosa che agita la protagonista, la donna che arriva a voler vendicare la bambina rubata dall’orco di casa. Tutto questo è diretto da Licia Lanera con grande precisione e senso di servizio al testo e agli attori, un senso di servizio che si trasforma in senso di testimonianza e che conquista calorosi e commossi applaudi da parte del pubblico di Polis Teatro festival, coproduttore dello spettacolo.
Nicola Arrigoni