di Harold Pinter
Traduzione di Alessandra Serra
Regia di Peter Stein
con MADDALENA CRIPPA, ALESSANDRO AVERONE, GIANLUIGI FOGACCI,
FERNANDO MARAGHINI, ALESSANDRO SAMPAOLI, EMILIA SCATIGNO
Assistente alla regia Carlo Bellamio
Scene Ferdinand Woegerbauer
Costumi Anna Maria Heinreich
Luci Andrea Violato
Assistente alla produzione Cecilia Negro
produzione Tieffe Teatro Milano/TSV-Teatro Nazionale/Viola Produzioni srl
teatro Sala Umberto dal 31 Gennaio al 12 Febbraio 2023
PARADOSSO DI UN COMPLEANNO
Scritto da Harold Pinter nel 1957, all’età di 27 anni, il testo Il Compleanno racconta lo smarrimento, le ombre, le crisi, la fragilità umana con richiami all’assurdo di Bekett e all’inquietudine di Kafka.
Il passato del protagonista Stanley sembra celato sotto il velo dell’apparenza. In una casa-pensione di provincia, caldo rifugio per il suo animo errante, appare ancora in preda ad antichi e malcelati spasmi.
Da circa un anno il giovane s’illude d’aver trovato finalmente la pace: pupille accese, rimpicciolite da lenti spesse e poco eleganti, un pigiama consunto che lo avvolge senza dargli calore, portamento stralunato e sciatto, si nasconde in quel silenzioso angolo di mondo, distante dai ruggiti d’un passato dai contorni indefiniti che proprio nel giorno del suo Compleanno ritorna e minaccia.
Tra la spettrale monotonia quotidiana, alleggerita da notizie stranamente liete dei giornali che suo marito Patey suole leggerle, la padrona di casa Meg, premurosa e attenta alla consuetudine domestica, sembra ritrovare nel giovane ospite Stanley uno slancio per riempire gli spazi vuoti della vita. La giovane esuberante Lulu poi, amica di Meg, porta una ventata di leggerezza all’ambiente chiuso e a tratti soffocante di quelle mura.
La quiete viene però turbata da due nuovi ospiti della pensione, indesiderati da Stanley, due uomini di mezza età, lustri e ben vestiti che sembrano scandire i minuti che vedranno il giovane, sempre più disturbato, precipitare tra le braccia della follia, proprio lì in quel suo rifugio, proprio durante quel maledetto giorno di Compleanno.
Si tratta del Signor Mc Cann, inquietante nel tono e nel portamento e del Signor Goldberg più pacato e distinto ma non meno minaccioso. Proprio loro organizzeranno, con la complicità di Meg, una festa a sorpresa che segnerà l’inizio della perdizione. Il buio improvviso strapperà via quel velo, facendo riaffiorare i soffocati istinti.
Piacevole e pulita la messinscena ritagliata da pagine che rispettano pienamente le unità aritstoteliche di tempo di luogo e di azione e che sembrano incise con l’inchiostro d’ un passato doloroso, in cui echeggiano i tuoni della seconda guerra mondiale, causa di una ferita incisa nel cuore dell’autore Harold Pinter e in quello del regista, Peter Stein.
Eccellente l’interpretazione di Meg da parte di Maddalena Crippa, padrona modesta e sensibile. Alessandro Averone indossa con lodevole abilità il ruolo complesso e concitato di Stanley. La lievità caratteriale di Lulu traspare appieno grazie all’interpretazione di Elisa Scatigno.
Perfetto nel ruolo di Goldberg Gianluigi Fogacci e credibile nelle vesti di Mc Cann Alessandro Sanpaoli. Il personaggio più saldamente ancorato ad un contesto reale, il marito Petey, dal carattere pacato, l’unico personaggio che non prenderà parte all’assurda festa di Compleanno è lodevolmente interpretato da Fernando Maraghini.
Sobrio il disegno scenografico realizzato da Ferdinand Woegerbauer e adeguati i costumi di Anna Maria Heinreich.
Passi di una messinscena che gradualmente avanza verso il baratro ordinatamente modulati, sfumature ben dosate di un linguaggio non verbale incisivo proprio della impeccabile regia di Peter Stein e della risposta efficace degli attori.
Patrizia Iovine