di Diego Pleuteri
con Alessandro Bandini, Alfonso De Vreese
regia Leonardo Lidi
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono Claudio Tortorici
assistente regia Alba Maria Porto
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Teatro Gobetti, Torino dal 2 –al 14 maggio 2023
Si può azzardare un paragone, affermando che mentre si assiste a Come nei giorni migliori, spettacolo di Diego Pleuteri, con Alessandro Bandini, Alfonso De Vreese, per la regia Leonardo Lidi, torna in mente Scene da un matrimonio, capolavoro di Ingmar Bergman – con Liv Ullmann e Erland Josephson – trasmesso per la prima volta alla televisione nel 1973 e da allora rappresentato nei teatri del mondo intero. Nel capolavoro di Bergman, al centro della vicenda troviamo la dolorosa separazione di una coppia apparentemente invidiabile e affiatata, mentre nella pièce scritta da Pleuteri abbiamo modo di seguire la parabola completa di un amore tra due ragazzi comuni.
Quindi, la conoscenza e l’approccio (dai contorni inattesi e rocamboleschi), l’innamoramento e la crisi; fino all’epilogo, che rispecchia la straordinaria normalità dell’intera vicenda. Proprio in questo, lo spettacolo ricorda Bergman: l’autenticità dell’intreccio, l’umanità delicata e disarmante, la fragilità dei protagonisti in cui è quasi inevitabile riconoscersi. Siamo noi stessi che ci spogliamo e ci scarifichiamo, ci straziamo e poi ci consoliamo, insieme alle due parti della coppia in scena. Con loro ci innamoriamo, ridiamo e piangiamo, lasciandoci andare al flusso degli eventi; proprio come in una storia d’amore si usa fare.
Leonardo Lidi è il vicedirettore della Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino: significativo che scelga di guidare al debutto uno dei suoi allievi, Diego Pleuteri (che già lo ha assistito nell’adattamento de Il misantropo). Attraverso questo testo, onesto e delicato, Pleuteri e Lidi riflettono su cosa significhi amare qualcuno, sul paradosso del rinunciare a un po’ di se stessi ritrovandosi. Non bisogna commettere l’errore di rimanere concentrati sull’identità dei due protagonisti: non è quello il dato principale. Sotto la lente c’è la quotidianità della coppia, tra incomprensioni, aneddoti buffi, tradimenti, linguaggi in codice e riferimenti culturali (di significato) che perdono di consistenza al di fuori dell’intimità. E, su tutto, la voglia di tenerezza, il disperato bisogno di affidarsi a qualcuno.
Lo spazio del Teatro Gobetti di Torino si trasforma per “accogliere” questa rappresentazione e il suo pubblico: per abbracciare la toccante performance degli attori, che è anche fisica; un generoso slancio l’uno verso l’altro e entrambi verso la platea, coinvolta a tutti i livelli.
Giovanni Luca Montanino