di Diego Pleuteri
con Alessandro Bandini ed Alfonso De Vreese
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
Produzione Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Teatro Gobetti, Torino, 9 maggio 2023
La prima notizia è che sommando l’età dell’autore, Diego Pleuteri, e quella degli interpreti, Alessandro Bandini ed Alfondo De Vreese, non si raggiungono i novant’anni: Come nei giorni migliori, in assoluto tra le novità più interessanti dell’intera stagione teatrale, è testo che trasuda energia e vitalità dal primo minuto, merito dell’ispirata penna di un giovane drammaturgo, della straordinaria prova di due affiatati attori e della misurata direzione di una punta della scena contemporanea come Leonardo Lidi.
In un Teatro Gobetti di Torino svuotato di tutta la sua platea con una capienza ridotta ad una settantina di posti a replica, e gli attori a condividere lo spazio con il pubblico lavorando al loro stesso livello visivo, l’ambiente scenico è di Nicolas Bovey, si consumano novanta minuti filati per la celebrazione dell’Amore con la A maiuscola: il sentimento per definizione, intorno al quale la storia del teatro ha scritto decine di migliaia di pagine, è qui raccontato nel resoconto di un rapporto di coppia tra due amici, prima esuberanti adolescenti, poi ragazzi più cresciuti, da ultimo consapevoli e disillusi uomini maturi. Di carattere ed indole diversa, il loro percorso di vita incrocia molte delle possibili sfaccettature dell’amore, dalla prima infatuazione cui segue l’inevitabile attrazione fisica, ai progetti di vita comune che presto faranno i conti con difficoltà e l’inevitabile crisi che porta, complici tradimenti ed incomprensioni, ad una separazione: il tutto per poi, a distanza di molti anni, ritrovarsi quasi per caso, riscoprirsi e riconoscersi assecondando un disegno di vita che li porterà a vivere un nuovo inizio.
La scrittura di Pleuteri, giovane drammaturgo prodotto della “cantera” dello Stabile torinese, nell’impressionare da subito per ritmo e vivacità ha il grande merito di approcciare con inaspettata maturità ad alcuni degli stereotipi più praticati dell’ambito amoroso: attività, riferibile tanto al linguaggio quanto ai contenuti, che si risolve in un impianto con i due protagonisti riferire ed ricostruire situazioni topoi, consolidati luoghi comuni del parlare e dell’agire in materia di affettività. Lato suo, con grande intelligenza e senso della misura, Leonardo Lidi firma una regia attenta a lasciare la necessaria libertà espressiva ed interpretativa agli attori, quasi a voler talvolta fare un passo indietro di forte matrice “politica”, astraendosi dai tradizionali compiti di regia per vestire i panni di coordinatore della scena.
Tutto questo è tradotto in scena dall’adrenalinico vitalismo di Bandini e De Vreese, recto e verso di una medesima medaglia che la sempre preziosa Aurora Damanti veste con outfit ora uguali, ora simili, quasi a voler rimarcare i punti di contatto e le sottili differenze presenti nella declinazione di una passione vissuta e narrata sempre a pieni polmoni, ed in cui lo spettatore non può non riflettersi, a modo proprio e secondo il personale vissuto, nella carrellata di specchi che a sipario aperto riflettono il pubblico nell’ultima scena.
Esito finale di un progetto dall’indiscutibile coraggio, ancor più significativo se si considera esser nato in un contesto ufficiale come quello di un Teatro Nazionale, Come nei giorni migliori è una scarica di gioventù con cui sfidare paure e preconcetti di un sistema produttivo troppo spesso prigioniero di rigidi schemi: un riflettere sull’idea di Amore, e sulle sue infinite declinazioni ed interpretazioni, che dalla scena si riversa sul pubblico come una magmatica linfa di cui, nella veste di spettatori teatrali ed ancor più di società civile, abbiamo tutti tremendamente bisogno.
Roberto Canavesi