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COSCIENZA DI ZENO (LA) – regia Paolo Valerio

"La coscienza di Zeno", regia Paolo Valerio. Foto Simone Di Luca "La coscienza di Zeno", regia Paolo Valerio. Foto Simone Di Luca

Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
Goldenart Production
presentano ALESSANDRO HABER
LA COSCIENZA DI ZENO
di Italo Svevo
adattamento Monica Codena e Paolo Valerio
con Alberto Onofrietti, Francesco Migliaccio
e con Valentina Violo, Ester Galazzi, Riccardo Maranzana, Emanuele Fortunati, Meredith Farulla, Caterina Benevoli, Chiara Pellegrin, Giovanni Schiavo
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi
musiche Oragravity
video Alessandro Papa
movimenti scena Monica Codena
regia PAOLO VALERIO
Roma – Teatro Quirino Vittorio Gassman 17-29 ottobre 2023
Stagione 2023-2024

www.Sipario.it, 19 ottobre 2023

Si apre con La coscienza di Zeno la nuova stagione del Quirino. In occasione del centenario dalla pubblicazione del più noto romanzo di Svevo, Paolo Valerio e Monica Codena hanno deciso di ridurlo per le scene chiamando a interpretare il protagonista un attore di gran vaglia: Alessandro Haber. 

Già Tullio Kezich, a metà anni Sessanta del Novecento, ne fece una riduzione per lo Stabile di Genova con la regia di Squarzina e Alberto Lionello nel ruolo principale.

A differenza di quella di Kezich, dove il ricordo è una vera e propria reviviscenza dei fatti narrati da Zeno al Dottor S., la riduzione di Valerio e la Codena assume gli aspetti di una semplice rievocazione. Innanzitutto la figura dello psicanalista è simboleggiata da un grande occhio proiettato sul sipario chiuso, con la sua voce fuori campo ad introdurre la situazione. Non appena terminato questo brevissimo monologo, ecco apparire sulla scena Alessandro Haber che si appresta a raccontare i fatti più salienti e decisivi della sua vita. E man mano che racconta, i vari personaggi fanno il loro ingresso, come a popolare un gran teatro della memoria così da impersonare una sorta di recita. Si può leggere in questo escamotage drammaturgico un riferimento al Pirandello dei Sei personaggi. Fra le varie persone che hanno avuto a che fare con Zeno – il padre, la suocera, la sua futura moglie sposata più per rassegnazione che per amore, il cognato e così via –, vi è anche il suo alter ego da giovane, al quale Haber si rivolge ogni tanto dandogli indicazioni su come pronunziare certe battute, con quali intenzioni, come atteggiare un movimento. Quasi a voler dire che Zeno, finalmente, è riuscito – almeno nel ricordo – ad essere protagonista e creatore della sua vita. Tanto che, spesso, lo Zeno anziano si sostituisce a quello più giovane nei momenti del racconto più delicati e importanti.

Lo scopo di questa Coscienza, che ha fatto un bagno nei Sei personaggi pirandelliani, è chiarito nelle note di regia: restituire l’affascinante complessità del milieu del romanzo così da illuminarlo nei suoi snodi fondamentali. Ma proprio qui si registra il limite di tale operazione. Perché, alla fine, non ci si è trovati davanti ad una reinterpretazione teatrale del romanzo, bensì ad una sua sintetica rievocazione. Una rievocazione, per altro, dal solo il sapore del ricordo e che non restituisce alcun gusto di quella complessità, di quella sottigliezza di analisi severa e beffarda al contempo con le quali Svevo aveva scritto ogni pagina.

Haber ha dato vita ad una interpretazione magistrale: discreta e potente; sicuramente ironica, ma di quello spirito consapevole della drammaticità nella quale affonda le sue radici. Anche il famoso monologo finale, Haber lo ha recitato con tale senso della misura da trasmettere visivamente, così rendendolo ancor più significativo, il pathos presente nelle pagine di Svevo.

Ma se non ci fosse stato Haber, questa Coscienza di Zeno che ricordo di sé avrebbe potuto lasciare nel pubblico?

Pierluigi Pietricola

Ultima modifica il Giovedì, 19 Ottobre 2023 08:34

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