di Pauline Peyrade
con Danilo Giuva, Ermelinda Nasuto
spazio scenico Licia Lanera
traduzione Paolo Bellomo
luci Vincent Longuemare
sound design Francesco Curci
costumi Angela Tomasicchio
aiuto regia Nina Martorana
organizzazione Silvia Milani
Produzione Compagnia Licia Lanera, POLIS Teatro Festival in collaborazione con Angelo Mai: si ringrazia E Production
Fondazione Merz, Torino, martedì 17 ottobre 2023
Una stilettata che arriva dritta al cuore per il dramma di una violenza passata ma ancora viva nelle coscienze di vittima e carnefice: Con la carabina, spiazzante testo del Premio Ubu Pauline Peyrade, è interessante progetto site specific che Licia Lanera e la sua Compagnia portano in giro da qualche tempo adattandolo a spazi scenici non convenzionali. Un tavolo con il modellino di una ruota panoramica, due sedie, quattro proiettori ai lati e due luci sul fondo per illuminare lo spazio scenico che è innanzitutto proiezione mentale dei due protagonisti: loro sono una donna ed un uomo immaginati prima come una giovane adolescente ed il fidato amico del fratello, poi come presenza femminile più matura memore di un abuso da far pagare al suo torturatore. In una narrazione che agisce sui piani temporali del passato e del presente, con il pubblico ravvicinato per partecipare al tormentato viaggio nel tempo, prende forma il racconto del luna park dove, tra tiri a segno con carabine dalla canna deviata per non vincere gli agognati pupazzi, la bambina ed il suo lupo nero danno vita ad un assurdo percorso di cui ora, a distanza di anni, la donna intende chiedere soddisfazione. La scrittura della Peyrade è un magmatico incedere di emozioni dapprima nascoste nelle gioiose atmosfere del parco giochi, poi palesate in tutta la loro drammaticità con una bambina diventata donna farsi scherno del suo orco nell’attuazione di quel disegno tanto atteso quanto sanguinario: all’inizio seduti l’uno di fronte all’altra, poi sempre più vicini, Danilo Giuva ed Ermelinda Nasuto sono i convincenti interpreti, pronti ad esprimersi anche in slang barese, di un gioco di ruolo in cui è rievocata una storia drammatica, dai toni a tratti molto violenti, sempre intrisa di grande realismo e (dis)umanità. Di fronte a loro, testimone voyeur, lo spettatore è guidato dalla regia di Licia Lanera attenta a disegnare con luci e musiche un’atmosfera prima di adolescenziale disincanto, poi di crescente tensione, da ultimo di sanguinaria vendetta. Roberto Canavesi