di Henry Lewis, Jonathan Sayer e Henry Shields
traduzione Enrico Luttmann
regia Adam Meggido
con Stefania Autuori, Matteo Cirillo, Viviana Colais, Valerio Di Benedetto, Massimo Genco, Riccardo Giacomini, Carolina Gonnelli, Alessandro Marverti, Ilaria Orlando, Igor Petrotto, Marco Zordan.
Roma – Teatro Olimpico 27 Ottobre – 5 Novembre 2023
Stagione 2023/2024
Ignorata, nel teatro sempre presente eppure costretta solo a fare da sfondo, semplice cornice che riveste le gesta e le parole degli attori: la scenografia. Dopo secoli trascorsi ad essere muta e inefficace interprete, eccola finalmente riprendere in mano il suo ruolo attivo, diventando protagonista di un’intera commedia destinata a concludersi in catastrofe: Che disastro di Peter Pan. Avevo già visto questo spettacolo un paio d’anni fa al Brancaccio. Allora mi attirò, soprattutto, il ritmo della recitazione degli interpreti, assieme alla loro capacità di apparire spontanei in un testo incentrato tutto sull’artificio della gag visiva: quanto di più innaturale ma eternamente comico possa esserci. Stavolta sono stato catturato dalla scenografia, come dicevo. Sarà perché quei ritmi così serrati, asciutti ed efficaci nella recitazione della compagnia sono venuti un po’ meno rispetto all’edizione precedente: fatto sta che lo scenario mi è parso il vero protagonista della versione italiana dell’originale Peter Pan goes wrong. Letti a castello che precipitano sui bimbi che dormono. Applique che, invece di spegnersi quando dovrebbero, si accendono; o quando qualcuno degli attori ne spegne una, ecco accendersene un’altra. Porte che invece di aprirsi rimangono chiuse, sbarrate al punto che ci vuole l’intervento dei tecnici con tanto di sega e martello (e durante lo svolgimento dello spettacolo). Per non parlare dei vari ambienti della storia di Peter Pan: un’isola che non c’è che è sempre sul punto di crollare; la barca di Capitan Uncino che dondola da una parte all’altra e che mette in serio pericolo l’incolumità fisica degli interpreti. I quali si dimostrano molto bravi nelle gag, ma stavolta meno precisi nei ritmi recitativi. Si tratta, beninteso, di particolari. Particolari che, però, nell’economia generale di uno spettacolo comico finiscono per pesare. Perché la comicità è tutta nel ritmo. Ma infine si ride ugualmente e di gusto nel vedere questa compagnia sgangherata che, malgrado i pasticci che combina fra entrate e uscite in scena sbagliate e battute dimenticate, tenta l’impossibile per portare a conclusione la rappresentazione della storia di Peter Pan. Anche quando qualcuno rimane ferito, non vi è attore o tecnico di scena che si perdano d’animo: sono subito pronti a recitare la parte, ovviamente leggendola col copione in mano. A guidare la compagnia vi è l’immancabile Marco Zordan: sguardo fra lo spaurito e il coraggioso, baffetto da damerino e con ottime capacità d’improvvisazione col pubblico. Massimo Genco, col suo sorriso furbo che rivolge alla platea in cerca di solidarietà per le sue trovate fuori tempo e come a chiedere perdono per gli errori commessi, è comicissimo. Valerio Di Benedetto, tecnico di scena all’apparenza pignolo ma in realtà distratto e superficiale, è divertentissimo. Igor Petrotto è un Peter Pan esilarante quando, tentando di volare, cerca di farsi male il meno possibile senza riuscirvi, mascherando profonde smorfie di dolore. Pierluigi Pietricola