di Francesco Randazzo
Interpretazione e regia Alessandra Fazzino
Assistente alla regia: Tatu La Vecchia
Collaborazione artistica: Riccardo Rizzo, Miriam Scala
Scene e costumi: Bianca Desini, Alessandra Fazzino
Scrittura fisica: Alessandra Fazzino
Elaborazioni musicali: Daniele Martorana
Light designer: Vittorio Di Matteo
Voci registrate: Alessandra Fazzino, Francesco Randazzo
Video Giuseppe Galante. Foto: Marta Puglisi
Ufficio stampa: Marta Cutugno
Produzione: Maurizio Puglisi per Nutrimenti Terrestri
Teatro Annibale Maria di Francia – Messina 10 novembre 2023
Crisotemi? Chi è costei? Neppure il “Dizionario della mitologia classica” (Ed.Sugarco) riporta il suo nome. Eppure dovrebbe farlo visto che è la figlia più piccola di Agamennone e Clitemnestra, con tre fratelli dai nomi roboanti, quali Ifigenia, Elettra, Oreste, che hanno dato il titolo a varie tragedie scritte dai tre drammaturghi più osannati del Teatro greco. Addirittura Euripide ne ha scritte due di tragedie riguardanti l’Ifigenia, quella in Aulide dove viene sacrificata dal padre alla dea Artemide perché le sue navi possano partire per la guerra di Troia e quella in Tauride dove è diventata sacerdotessa della dea, dopo che costei l’ha salvata facendo sgozzare al suo posto una cerva. Di Oreste ne scrive Eschilo nella seconda parte dell’Orestea (Le coefore appunto) in cui lo si vede determinato a fare fuori la madre e il suo amante Egisto e lo stesso farà Euripide con alcune varianti, senza dimenticare l’Oresteia del poeta Stesicoro che ambienta gli stessi accadimenti a Sparta e non ad Argo. Riguardo l’Elettra ne scrivono sia Sofocle che Euripide con opere che hanno il suo nome e l’eroina è vista come colei che aiuta Oreste a compiere la carneficina più orrenda della stirpe degli Atridi. E Crisotemi dov’è? Cosa fa mentre i fratelli compiono i più terribili eccidi? Niente. Il suo nome viene solo citato qua e là, senza farle fare alcunché. Scomparsa, volatilizzata o soltanto dimenticata, Ci ha pensato adesso Francesco Randazzo a dedicarle un monologo col suo none, Crisotemi: un personaggio che Alessandra Fazzino si cuce addosso assorbendolo interamente, mostrandoci questo piccolo fantasma come una ragazzina che gioca nella sua stanzetta ad indossare gli abiti dei suoi fratelli, imitandone voce e posture, interpretando per pochi momenti il ruolo che hanno avuto su di lei, compiendo in 50 minuti continue metamorfosi, confortata, forse, dalla canzone You are my sister di Antony and the Johnson. Gli spettatori del Teatro Annibale Maria di Francia soffrono con lei, la compatiscono, avvertono la sua fragilità, pure d’un corpo esile che pensa come stare al mondo, riuscendo a toccare i loro cuori mentre è alla ricerca d’una propria Heimat (nel senso del film di Edgar Reitz) in cui possa sentirsi di casa, non più messa da parte come uno straccio. Lo spettacolo apre la speranza verso i più deboli, coloro che Randazzo chiama gli invisibili, “gli eremiti urbani, gli hikikomori dell’anima” portatori di una nuova umanità che cambierà forse le sorti del mondo. Questo spettacolo fa parte della rassegna teatrale “Il miglior tempo della nostra vita” che celebra i 40 anni di attività della Compagnia Teatrale Nutrimenti Terrestri diretta da Maurizio Puglisi, proponendo il già visto La grande menzogna di Claudio Fava con Davide Coco, Crisotemi appunto e altri due che verranno rappresentati nei prossimi giorni: Parlami d’amore di Costanza Di Quattro con Mario Incudine (17 novembre) e Beckett on Tourette con Lucilla Mininno e Giovanni La Fauci ( 24 novembre). Gigi Giacobbe