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DUELLANTI (I) – regia Mario Gelardi

Carlo Di Maro e Antonio Turco in "I duellanti", regia Mario Gelardi Carlo Di Maro e Antonio Turco in "I duellanti", regia Mario Gelardi

dal racconto di Joseph Conrad
scritto da Francesco Niccolini
con Carlo Di Maro e Antonio Turco
regia Mario Gelardi
aiuto regia Mario Ascione
costumi Rachele Nuzzo
produzione Solot, compagnia stabile di Benevento
in collaborazione con Centro culturale mobilità delle arti
Piccolo Bellini di Napoli dal 23 al 28 maggio 2023

www.Sipario.it, 27 maggio 2023

Gabriel Féraud e Armand d’Hubert sono due militari, che entrano in scena non da personaggi, quali sono, ma da attori quali, altresì, sono. Eh sì, perché un attore non può mai scordare un personaggio (anche se a volte deve metterlo da parte necessariamente per entrare in un altro ruolo) e un personaggio non può mai scordare l’attore che gli da la voce, il corpo, la vita, perché senza questi suoi prestiti, il personaggio smetterebbe di esistere. O meglio resterebbe in quel limbo sospeso dell’immaginazione che una storia, una figura, una descrizione ci possono dare, ma non prenderebbe mai sembianze reali, non si muoverebbe mai nello spazio e non parlerebbe mai con suoni propri. La vita,  forse da sempre, è stata piena di conflitti, da quelli relativamente piccoli, risolvibili, magari familiari o amorosi, fino a quelli grandi, enormi, seri ed importanti che coinvolgono i popoli e che mettono in pericolo la vita di molti, per di più spesso innocenti e vittime che si sarebbero potute evitare. I contrasti e le contraddizioni che l’uomo ha sempre avuto con l’uomo passano qui attraverso tutti i personaggi del racconto di Joseph Conrad riadattato da Francesco Niccolini (e tagliato, riscritto anche insieme ai due stessi protagonisti), avendo così sotto gli occhi uno storytelling pieno di caratteri diversi, di tipologie, voci e momenti differenti all’interno della stessa narrazione. Antonio Turco e Carlo Di Maro non hanno bisogno di altro in scena, se non di due cubi e di se stessi e al pubblico fanno arrivare una mescolanza di comicità, riflessione e attualità che nasce però da qualcosa di più profondo e di più antico: dal confronto e dal conflitto tra i due opposti. Riescono con grande professionalità, pur nella giovane età che li accomuna, a dare un tratto preciso e credibile ad ogni personaggio e a far ridere con intelligenza, con un tono di voce, uno sguardo, un battibecco reciproco, compito niente affatto scontato né semplice. I dialoghi e le battute hanno i tempi giusti e il ritmo veloce, chiaro e lineare di un racconto multiforme, ma preciso. Il tema del doppio, del contrario l’uno dell’altro, è sempre stato presente nella letteratura, nei classici e nella storia e ha caratterizzato tanti racconti, mettendo di fronte, come in questa pièce, violenza e buon senso con un D’Hubert razionale, serio e con senso del dovere e un Feraud che riesce a comprendere soltanto la forza e ad esercitarla come ragione di vita e di esistenza, senza la quale l’uomo non è uomo. Feraud costringerà D’Hubert a combattere, inseguendolo continuamente per proporgli un’eterna sfida mortale e delineando così i contorni di una vita che cerca di allontanarsi dalla sfortuna eppure proprio per questo ne viene sempre più avvolta. Spesso il dolore ci sembra senza senso proprio come può esserlo un conflitto (e al giorno d’oggi ne abbiamo quanto mai sempre di più la conferma evidente) e non esistono giustificazioni in grado di darne motivazioni valide. Proprio come quando ci dicevano che studiare la storia serve a non ripetere gli errori del passato, conoscendo le origini delle nostre vite e tutto quello che chi c’è stato prima di noi ha fatto per permetterci di muovere i nostri passi in un mondo migliore, così questo racconto rappresenta un mondo passato che è il riflesso della più declinata delle azioni: il conflitto. Ed ecco che la finzione dialoga con la realtà, il passato col presente e, chiudendo il cerchio con un ultimo mutuo scambio, i personaggi con gli attori. 

Francesca Myriam Chiatto

Ultima modifica il Domenica, 11 Giugno 2023 08:12

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