testo Laura Sicignano e Alessandra Vannucci, scene e costumi Laura Benzi
con Fiammetta Bellone, Sara Cianfriglia, Elena Dragonetti, Arianna Comes, Irene Serini, Raffaella Tagliabue
luci Federico Canibus
ideazione e regia Laura Sicignano
produzione Teatro Cargo
Teatro Fabbricone, Prato, 2-3 marzo 2013
Sei donne tra le pagine della Storia
"Non dimenticare le mie parole..." canticchia la ragazza dal vestito giallo limone e con in braccio una bambola. "Ogni cuore innamorato si tormenta sempre più. Tu che ancor non hai amato forse non mi sai capire, tu" continua durante lo spettacolo, accompagnata dalle voci delle altre cinque donne. Ecco come una canzonetta del tempo (siamo in Italia durante la guerra civile del '45) può diventare uno strumento di distrazione, che coinvolge chiunque a prescindere dall'estrazione sociale e l'interesse politico. Le protagoniste sono donne che, anche senza parteciparvi attivamente, hanno fatto la loro guerra: una militante fascista romana, soprannominata dal padre socialista "Lenina" (Sara Cianfriglia); una levatrice genovese (Fiammetta Bellone); una giovane emarginata che ha vissuto la maggior parte della sua giovinezza sola con il nonno (Irene Serini); una madre di tre figlie, moglie di un soldato e simpatizzante per i tedeschi (Raffaella Tagliabue); due cugine, la più forte e mascolina che si occupa di contrabbando (Elena Dragonetti), l'altra più romantica (Arianna Comes) che parla sempre del fidanzato confinato in Germania. La scena si apre in un corridoio, costruito attraverso i corpi degli spettatori in piedi. Una ad una arrivano le donne e, salite sopra delle valige rosse, si presentano. Interagiscono tra loro e con il pubblico, si provocano, oppure si proteggono, mettendo subito in chiaro i rapporti che le legano. Stanno aspettando il treno che dalla campagna le porta in città, luogo di commercio, di attività, di spensieratezza. Si sente il rumore del convoglio, la scena si sposta - e con essa il pubblico - in uno spazio occupato da un binario di dimensioni quasi naturali e un piccolo treno giocattolo telecomandato. Tra uno scherzo e l'altro, una fetta di salame e un pezzo di pane, le due cugine si svelano. La più giovane si convince ad iniziare a lavorare, decisione che la farà diventare più forte e consapevole, ma la porterà alla rovina. Un rumore strano fa capire che il treno si è fermato, a causa di un bombardamento. Si perde la concezione del tempo, dello spazio e inizia a vivere la Storia attraverso le testimonianze di ciascuna. I racconti spaziano da Genova a Roma, da una casa ricca e ben vista dalla società, ad una famiglia distrutta dall'arrivo dei tedeschi. Quest'ultimo è il caso della giovane dall'abito giallo, dall'aspetto così infantile che dà l'idea di essere una bambina nel corpo di un'adulta. Ci racconta la sua vicenda come una fiaba, ma in realtà è un incubo atroce: un gruppo di soldati tedeschi, dopo aver finito le dispense di casa sua e aver ucciso il nonno, hanno abusato di lei senza dignità. Disgusto e tristezza scaturiscono dalle storie, che vogliano accusare o elogiare la potenza fascista e nazista. Solo la morte renderà uguale le donne, dolcemente sistemate dalla zingara Zaira: nude, con gli occhi chiusi, le braccia incrociate e in mano un frutto, simbolo della rinascita. Le attrici, tutte bravissime, sono magistralmente condotte da Laura Sicignano in questo viaggio in cui le singole vite riescono ad essere più toccanti e commoventi delle grandi vicende storiche nello sfondo.
Sara Bonci