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FAVOLA. C'ERA UNA VOLTA UNA BAMBINA E DICO C'ERA PERCHE' ORA NON C'E' PIU' - regia Filippo Timi

Favola. C'era una volta una bambina e dico c'era perché ora non c'è più Favola. C'era una volta una bambina e dico c'era perché ora non c'è più Regia Filippo Timi

uno spettacolo di e con Filippo Timi e con Lucia Mascino e Luca Pignaroli
assistenza alla regia Fabio Cherstich, consulenza artistica Sebastiano Mauri, costumi Atelier Miu Miu e Fabio Zemberardi, video editino Maria Cristina Redini
produzione Teatro Franco Parenti di Milano
visto al Ponchielli di Cremona il 27 gennaio 2012
Milano, Teatro Franco Parenti dal 7 al 12 aprile 2015

www.Sipario.it, 15 maggio 2015
www.Sipario.it, 7 febbraio 2012

Favola Le origini
"Favola è uno spettacolo nato dall'incontro fra una fortuita serie di circostanze: la scoperta di un originale libro di fotografie in stile en travesti, la mia esigenza di alzare il tiro: mettermi alla prova con un nuovo progetto" .." così Filippo Timi spiega le origini della sua commedia nera , diventata, nel giro di pochi anni un appuntamento irrinunciabile per il pubblico del Franco Parenti.
La grandezza di Hollywood
Un omaggio alle donne, ai classici di Hollywood, al cinema di Hitchcock ed alle voci che hanno reso immortali Judy Garland e Doris Day ... Questi, i ricordi d' infanzia e giovinezza, evocati da Timi: "Ho scelto un'ambientazione anni cinquanta perché rappresenta la quintessenza della femminilità. Un'idea di stile ed eleganza che mi sono fatto guardando i film ma sopratutto ascoltando e apprezzando le voci, perfette e modulate, delle doppiatrici ..."
Immagine di perfezione e temperamento che si coglie nella coppia di protagoniste:
Mrs Fairytale e Mrs Emerald, amiche di lunga data e vicine di casa, due femmine tanto folli e surreali da apparire autentiche!
Timi, in veste di autore, scrive una favola amara in vena di rivendicazione divertita sull'orgoglio di essere donna oggi e sempre. ... Irresistibile fascino della promiscuità; infine, devastazione dei luoghi comuni e della stereo tipizzazione legata ai generi sessuali: i quattro temibili libri di Louisa M. Alcott della serie "Piccole donne" , la maternità quale perfetta realizzazione d'ideale femminile e l'arrendevolezza ... Dote principale di ogni moglie che si rispetti.
Mascolino e femminino
Oltre gli scherzi in scena e - il gusto per un divertito e ironico istrionismo. -.Favola è una pièce tutt'altro che improvvisata: allestimento e drammaturgia sono in continuo perfezionamento, e
alla base, vi è uno studio complesso e perspicace sulla coesistenza di mascolino e femminino nell'uomo.
Uomo e donna, quindi, alla prese con risposte comportamentali e ambientali inaspettate quanto spiazzanti. Tematica che evoca alla memoria il saggio di Otto Weininger "sesso e carattere" ... Esiste una sana promiscuità di carattere in ogni individuo ed è la percentuale e l'equilibrio, stabilite fra esse, a determinarne l'incidenza di passioni, inclinazioni o scelte in campo sessuale ...
Promiscuità fra i sessi, una buona dose di avversità: (complice un pizzico di sana cattiveria ) ed una divertita passione per il cinema sono gli ingredienti principali di uno spettacolo che riesce divertire e appassionare il pubblico.

Come nasce un classico.
Filippo Timi, nei panni della giunonica Mrs Fairytale, domina il palco, calibrando con destrezza e mestiere, registri vocali ed una sicura e collaudata fisicità. Evoluzioni sui tacchi fluide e "naturali" che costano un'adeguata preparazione fisica e ore di prove sul palco...
Immancabile il duo d'interpreti, che ha decretato il successo delle precedenti edizioni; Lucia Mascino, irresistibile nel ruolo della donna apparentemente virago, ma pronta ad andare in pezzi dinnanzi alla notizia del tradimento del marito. Infine, Luca Pignagnoli: interprete camaleontico si conferma, compagno divertito ed eclettico dei giochi teatrali di Timi, in veste Mrs Fairytale.
Scene e costumi, come sempre surreali e incomparabili! ... Oltre a costituire puro piacere per lo sguardo, giocano un ruolo attivo nel vivo della scena e nel contesto della partitura registica.

Francesca Bastoni

La vita è tutta una Favola, una favola color pastello, tutta ninnoli, ma con il suo lato oscuro che emerge prepotente e ilare fra un bicchiere di Bourbon e l'altro: la voglia di trasgredire, l'attesa degli ufo che la/lo rapiscano, del vicino di casa che metta alla prova la fedeltà di Mrs Fairytale, alias Filippo Timi, intenibile animale da palcoscenico, in grado di riempire ogni spazio della scena con una fisicità impetuosa, con una comicità che sa cavalcare le reazioni del pubblico, sa fare di quella signora per bene anni Cinquanta un personaggio da rivista, un'iperdonna 'completissima' per citare gli annunci di incontri amorosi pubblicati da molti giornali. La Favola raccontata da Filippo Timi è quella delle signore bene e un po' snob tutte casa, marito e torta di mele dell'America anni Cinquanta, quelle signore sempre perfette e disposte a essere picchiate dal marito violento, disposte a sopportare che il suo lui le uccida la cagnetta Lady e poi gliela impagli come consolazione e come possibile futuro per la mogliettina di turno. Favola deve molto a Lontano dal paradiso di Tod Haynes, così come la Mrs Fairytale di Timi all'immagine di Julianne Moore, ma qui c'è lo scarto della comicità, laddove nel film c'era la tensione dell'infelicità latente, qui c'è il gioco dell'attore e il godimento del pubblico, laddove nel film c'era la tensione della vicenda e lo sguardo teso dello spettatore. Per mantenersi in argomento cinematografico Favola sta a Lontano dal Paradiso, come Balle Spaziali sta a Star Wars. Tutto sta ad accettare il gioco messo in atto dalla gaia femminilità di Filippo Timi e nella voglia spiazzante di procedere per assurdo, per paradossi, non curandosi per nulla della categoria del verosimile, perché la prigione di quelle signore borghesi poteva essere elusa solo mediante la frequentazione delle paure e seduzioni della società mediatica ai suoi albori. I messaggi rassicuranti della pubblicità si alternano alla minaccia degli ufo, un nemico esterno ma minaccioso come lo erano i comunisti per l'America di quegli anni. Si passa dalle moine dell'amica del cuore, Mrs Emerald, (Lucia Mascino), tradita dal marito gay, all'invidia del pene persistente che si coniuga nel rapporto con il giovane Ted (Luca Pignagnoli) in un mambo trascinante fino alla metamorfosi finale in cui all'incinta Mrs Fairytale cresce il prepuzio e si fa l'amica e a salvare e coronare la sua mascolinità ci pensano gli Ufo. In tutto ciò Filippo Timi è intenibile, incredibile, una forza della natura. Ondeggia su un tacco 12, con gonne vaporose e una parrucca rosso mogano, Timi fa tutto l'impossibile, gioca con la voce, dilata i tempi all'inverosimile fra tormentoni verbali, gag del miglior cabaret, offrendo al pubblico il la per lasciarsi andare, incoraggiando una risata che nasce dalla pancia, dall'assurdità della situazione, come scolarsi un litro e passa di Bourbon, come suonare il campanellino del treno dell'amore quando la felicità (sessuale!) si fa concreta... In tutto ciò la linearità del racconto, la fluidità della vicenda vanno – nella replica a cui si è assistito – a farsi benedire, sacrificate alla prepotente e incontenibile voglia di esibirsi, di mostrare tutta la sua prorompente bravura con tripli salti mortali vocali e fisici in un divertito e lungo show solitario di un Timi che non sta in sé dal divertimento. Insomma Favola è un mondo di colori, è un dissacrante e spudorato inventare situazioni che recuperano i topoi della felicità anni Cinquanta e li scardinano con il sarcasmo di una comicità postmoderna, ma soprattutto con la bravura di un Filippo Timi che non conosce limite alcuno nel gestire corpo e voce, nell'essere naturalmente attore mattatore. Trionfali applausi per uno spettacolo che fa godere e diverte il pubblico.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Venerdì, 15 Maggio 2015 16:38

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