di Luana Rondinelli
con Valeria Solarino
regia Luana Rondinelli
Scene di Ortiche Spazi in Scena
costumi di Alessandro Lai
musiche di Massimiliano Pace
luci di Daniele Savi
Prodotto da Teatro Stabile d’Abruzzo, Savà Produzioni Creative e Stefano Francioni Produzioni
In scena al teatro Nuovo di Napoli dal 20 novembre al 3 dicembre 2023
Magistrale prova d’attrice di Valeria Solarino in Gerico Innocenza Rosa. Talmente brava l’attrice da commuovere il numeroso pubblico del teatro Nuovo di Napoli ipnotizzato da ogni singola parola della sua interpretazione. Minuti interminabili di applausi, persone in piedi e lei commossa, con uno sguardo incredibile, ricambia l’affetto tributatole. Grazie per aver regalato un lavoro così studiato, così sentito in cui l’attrice restituisce il bel testo di Luana Rondinelli con una forza incredibile. L’argomento non è facile ed è di grande attualità: l’accettazione di sé ma in questo testo il percorso che ognuno deve fare viene descritto, nella sua difficoltà, con amore. Risulta davvero difficile restituire con le parole la grinta della Solarino, che è quasi animalesca: in alcuni passaggi i nervi tesi, il sudore, le lacrime arricchiscono la partitura di parole. La regia della Rondinelli, anch’essa caratterizzata da una cura maniacale, avvolge l’attrice e la pone al centro di ogni istante del racconto, accompagnata dalle belle musiche di Massimiliano Pace e dal funzionale disegno luci di Daniele Savi che contrappunta con giustezza ogni parte del lavoro. «Attraverso le parole e la direzione di Luana – dice Valeria Solarino - voglio dar vita alla lotta per l’affermazione della propria identità. Come un flusso di coscienza, il racconto tocca i momenti più dolorosi di questo percorso ma anche i ricordi più dolci e tutto questo ogni volta mi conquista e mi emoziona». Ed è proprio a questo che assiste lo spettatore e colpisce osservare la reazione del pubblico: dopo gli applausi, un silenzio in sala, prima di dare il via ai commenti super positivi per l’attrice e per tutto lo spettacolo. In scena Vincenzo narra il suo percorso di “transizione” alla madre e alla nonna attraverso un dialogo alla ricerca dell’amore e dell’affermazione della propria identità lontano da qualsiasi pregiudizio, per sentirsi finalmente amato e compreso. Al termine del suo racconto la forza evocativa del testo e dell’interpretazione della Solarino riempiono ogni angolo del teatro, tutti si sentono in lotta per l’affermazione della propria identità, ma carichi di una nuova energia. Roberta D'Agostino
La prigione in tanti casi comincia in famiglia quando i genitori non accettano la diversità e poi si estende al mondo esterno.
Vincenzo racconta il suo percorso e di come sua nonna Innocenza lo abbia amato alla follia senza giudicarlo. Nel racconto emerge la forza di nonna Innocenza, anche lei giudicata come una ‘diversa’ perché amava la musica, i tacchi alti, i vestiti a fiori e per questo viene picchiata dal marito. Eppure è proprio lei che infonde il coraggio necessario in Vincenzo per seguire la sua strada contro tutti anche contro sua madre che non lo accetta. Il conflitto madre figlio, ma anche quello madre figlia sono tratteggiati con forza e passione.
Ogni passaggio dello spettacolo è curato nei minimi dettagli e caratterizzato da un recitazione perfetta fatta di alternanza di umori, di toni. Va sottolineato che nel monologo la Solarino interpreta la nonna Innocenza, la mamma e Vincenzo e lo fa con maestria, caratterizzando ogni personaggio, giganteggiando ad ogni passaggio, spaziando nel dialetto siciliano e nell’italiano.