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IN NOME DELLA MADRE – di Erri De Luca

Rosalba Di Girolamo in “In nome della Madre”, regia Annamaria Russo. Foto Pino Miraglia Rosalba Di Girolamo in “In nome della Madre”, regia Annamaria Russo. Foto Pino Miraglia

Monologo (con musica)
Di  Erri De Luca
Regia  Annamaria Russo
Con  Rosalba Di Girolamo, Rocco Zaccagnino (fisarmonica)
Produzione  BABA YAGA TEATRO in collaborazione con Il pozzo e il pendolo teatro nell’ambito del progetto Altri Natali del Comune di Napoli
Teatro Il Pozzo e il Pendolo, Napoli, il 27 e 28 gennaio 2024 

www.Sipario.it, 29 gennaio 2024

Al giorno d’oggi si parla sempre più spesso, purtroppo, di donne che vengono violentate, maltrattate, usate, quasi come fossero ancora considerate degli oggetti, umili strumenti al servizio degli uomini, il cosiddetto “sesso forte”. Molte volte le cose sono cambiate davvero poco rispetto a qualche decennio o secolo fa e la nostra concezione si basa troppo spesso ancora sull’istruire le figlie a difendersi e a stare attente, ma non sulla più ovvia e giusta buona norma dell’educare i figli ad essere persone migliori e a comportarsi con le donne come loro (e come tutti gli esseri umani) meritano, ossia con rispetto, gentilezza, delicatezza. Ma anche e soprattutto con uguaglianza. I diritti femminili ancora non sono purtroppo considerabili alla pari di quelli maschili e conquistarli risulta difficile in molti campi, anche se mascherati da una parvenza di similitudine. Così come i diritti di tutti coloro che vivono nei paesi sommersi dalle, più recenti o di vecchia data, guerre che snaturano l’essere stesso dell’individuo e attentano alla libertà e alla vita di tutti. Ecco che una storia così quotidiana si eleva in un racconto che pure resta quello di ciascuno e di tutti, che pur essendo l’origine della storia di noi cristiani, non vanta l’altezza regale di una storia esclusiva, diversa da quella degli altri, ma diventa racconto comune, trovando in questo la sua bellezza e il suo eterno ritornare. Una donna, come tante, come tutte, che vive un’eccezionalità non di tutte nel vedersi comparire davanti agli occhi un Angelo Messaggero, portatore di una polvere azzurrina, quasi magica, quasi eterea e confusa col vento, che Miriàm sente come solo sua, che vede solo lei, ascoltando muta il messaggio divino e accettando la volontà superiore, da piena di grazia quale è e da piena, presto, anche di un corpo, di un bambino che sarà la salvezza e che sarà salvato, eppure che lei stessa cercherà poi di proteggere da imprese grandi, per paura del suo incontro con la sofferenza e il dolore nel mondo. Rosalba Di Girolamo affronta magistralmente una prova di grande dolcezza, responsabilità e delicatezza, impiegando esattamente il giusto fiato, il giusto ritmo, il giusto tempo per dare voce e volto, perfetto per interpretare Maria, a quel racconto con una naturalezza e un senso di appartenenza che la rende donna come tutte, con la storia e attraverso la storia di tutte, che affronta il suo cammino accanto a un uomo eccezionale (mai presente, ma sempre citato); Josèph, Giuseppe, che è però anche un uomo che come tutti affronta il dolore e sopporta per lei le ingiustizie e le calunnie, evitandole di essere cacciata e lapidata, per una gravidanza fuori dal matrimonio e non sua. L’amore è il filo conduttore di questo racconto in un’atmosfera particolare e insolita, tra la luce di candele e oggetti di scena che si “riducono” a semplici stoffe, parte integrante del vestito di Miriàm che gioca con queste come veli e come copricapo, mettendo intensità anche soltanto in gesti abituali. La cornice quasi stramba, giocosa e sorprendente della sala e del piccolo teatro Il Pozzo e il Pendolo, con l’accoglienza gentile e perfezionata da un tè caldo e biscottini in un freddo pomeriggio d’inverno, rendono questo spettacolo ancora più interessante, particolare e intrigante. Ascoltare questa storia è immergersi nella storia di tutte noi, delle altre donne che, vittime loro stesse per prime di una morale comune e di una legge troppo dura, insultano Miriàm, sparlano di lei e arrivano a sputare dietro il suo passaggio, ma soprattutto di lei che, nonostante tutto, cammina a testa alta esclamando a voce bassa: “Anche a voi, tutto ciò che mi dite”, essendo felice, come non mai, di sentire dentro sé il formarsi di un’altra storia, che a sua volta sarà il compiersi della Storia in maiuscolo. L’aggettivo che forse più di tutti possiamo usare per descrivere con una sola parola il modo in cui Annamaria Russo ha reso la narrazione di Rosalba Di Girolamo è umana, con la delicatezza sottolineata e accompagnata nei momenti giusti dalla bellissima fisarmonica di Rocco Zaccagnino, Paradiso in note.

Francesca Myriam Chiatto

Ultima modifica il Sabato, 03 Febbraio 2024 09:17

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