di Iben Nagel Rasmussen
Regia di Eugenio Barba
Con Iben Nagel Rasmussen, Jan Ferslev, Kai Bredholt
Teatro Eutheca, Roma 9 e 10 novembre 2012
Itsi Bitsi, storico spettacolo dell'Odin Teatret, è andato in scena al Teatro Eutheca di Roma, accompagnato da due dimostrazioni-spettacolo, Quasi Orfeo, di Jan Ferslev, e Bianca come il gelsomino, di Iben Nagel Rasmussen. Entrambe le dimostrazioni, in modo diverso, presentate il giorno dopo Itsi Bitsi non hanno fatto che esaltare la perfezione dello spettacolo, svelandone alcuni dei retroscena tecnici, senza per questo in alcun modo dissolverne la magia. Quasi Orfeo e Bianca come il gelsomino ripercorrono infatti differenti momenti della storia dell'Odin Teatret, fermano frammenti di spettacoli precedenti, aiutando a comprendere il complesso procedimento tecnico e artistico che a questi conduce.
Non sembra però esserci nessuna discontinuità fra le dimostrazioni e lo spettacolo vero e proprio, perché gli attori dell'Odin Teatret portano sempre in scena se stessi e la loro vita, e in ogni azione fanno confluire tutto il sapere fisico, corporeo, acquisito negli anni. Itsi Bitsi è poi espressamente un racconto autobiografico, è la storia della prima giovinezza di Iben Nagel Rasmussen e del suo amore con il poeta e cantante danese Eik Skoloe, morto suicida in India a 25 anni. Itsi Bitsi è proprio il soprannome con cui lui la chiamava, e diviene il ritornello dello spettacolo, ossessivo, ridondante "Itsi Bitsi vieni con me in Nepal"; ritornello che riassume tutta la nostalgica leggerezza e tutta la densità dello spettacolo. La generazione degli anni '60, la musica e la sperimentazione di droghe all'avanguardia vengono rievocate in modo ironico e delicato, attraverso gli occhi rapiti, meravigliosamente infantili di Iben Nagel Rasmussen, che in Itsi Bitsi non torna mai giovane, ma ci appare a tratti come una vecchia e a tratti come una bambina. Accanto a lei Kai Bredholt e Jan Ferslev non sono dei semplici musicisti e neppure degli attori che la accompagnano, perché anche il loro vissuto si inserisce nella sua storia e vi si confonde. Da una parte l'ironia più dura di Jan Ferslev, e dall'altra l'intensità quasi straziante del canto di Kai Bredholt, che quando invece resta fuori scena, seduto, fisarmonica in braccio, esprime tutta la bellezza inconsapevole ed esterrefatta di una bambola rotta.
Sin dalla prima scena, in cui Iben Nagel Rasmussen fa cadere dall'ombrello rigirato che porta dietro la schiena pezzettini di carta, di neve, su tutto il palco, al ritmo della sua saltellante danza e della musica di Jan Ferslev, entriamo in un'atmosfera di sogno delicatissima, che non ci abbandonerà fino alla fine dello spettacolo. Itsi Bitsi è infatti costituito da un susseguirsi di scene e di momenti di altissima densità poetica, e mantiene l'altezza dell'inizio, senza interruzioni o cedimenti, sino alla fine. È un susseguirsi di picchi interpretativi e di vette registiche che lascia attoniti e smarriti, come un capolavoro sognante e breve.
Federica Spinella