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MI AMAVI ANCORA – regia Stefano Artissunch

"Mi amavi ancora", regia Stefano Artissunch. Foto Ignacio Maria Coccia "Mi amavi ancora", regia Stefano Artissunch. Foto Ignacio Maria Coccia

di Florian Zeller
con Stefano Artissunch (Ettore Bassi), Simona Cavallari, Giancarlo Ratti e Malvina Ruggiano
scene Matteo Soltanto
costumi Marco Nateri
musiche Dardust
disegno luci Giorgio Morgese
regia Stefano Artissunch
produzione ArtistiAssociati, Synergie Arte Teatro
Thiene (Vicenza), teatro Comunale, 23, 24, 25 e 26 ottobre 2020

www.Sipario.it, 25 ottobre 2020

In scena un quartetto, molto ben orchestrato dal regista Stefano Artissunch, che per la replica recensita è anche attore al posto di Ettore Bassi per una sera. Dramma psicologico niente male, quello di Florian Zeller, giovane autore non nuovo a una drammaturgia intensa, scavante, che qui parte dalla storia di una coppia molto probabilmente quasi perfetta sulla carta, in realtà alle prese con dubbi che possono essere collocati nella quotidianità di base, e che invece in questo caso però prendono direzioni patologiche, annientanti. L’affascinante Anne comincia qui il suo tormento psicologico, dopo che il marito Pierre è venuto a mancare a causa di un incidente stradale, e in scena già da subito si vede soltanto nei flashback . La donna, che Simona Cavallari interpreta con sicurezza dandole quei giusti toni sofferenti, alternandoli inoltre a recitazione più leggera, trova tra le sue carte un richiamo a una possibile infedeltà coniugale tra lo scritto della nuova commedia di Pierre, individuando nell’attrice prescelta di un personaggio dello spettacolo la donna che ritiene sia la possibile amante. La va a trovare per capire qualcosa in più, tentare di sincerarsi e scoprire se è vero quello che si è messa nella testa. Al tempo stesso la vicenda cambia continuamente piani andando a scrutare anche l’amicizia con Daniel, amico sincero del marito, con il quale si scambia pareri e osservazioni, e tornando indietro nel tempo appunto, quando è al fianco del marito in un turbinio continuo, una grande girandola di situazioni che ruotano a tutte attorno a lei e a chi la circonda. Anne si interroga continuamente su un rapporto, quello di Pierre con l’attrice Laura Dame, che non si sa se è esistito mai, anche perché la sottilissima abilità di Zeller è proprio in questo, nei dialoghi del testo, far capire e non, nascondersi, mostrare con sfrontatezza, negare, pensare troppo e male. La vicenda è registicamente, come riportato sopra, ben diretta dal regista Artissunch, con piccoli ma strategici effetti sonori e una linearità di fondo molto bella da vedere fatta anche però, come si conviene, di suspence, attesa. Lo stesso regista interpreta anche Pierre, mettendogli un distacco e una lucidità che non lo rende affabile, piuttosto che può spiegare il mistero della mente, dell’essere e non essere, o della confusione mentale che però può riguardare tutti. Intensa nel finale ancora è la Cavallari, che proprio col marito Pierre/ Stefano Artissunch procura allo spettatore un ennesimo quadro emotivo di incisività. Al loro fianco ci sono altri due attori degni e drammaticamente briosi, e testimoni di inquietudine come Giancarlo Ratti, Daniel, che si muove con esperienza e applica registri diversificati al suo personaggio, lavorandoci sopra molto, molto bene, e la giovane Malvina Ruggiano, la possibile amante Laura Dame, che dona freschezza e una certa simpatia, contribuendo come gli altri a una possibile o non possibile nuova situazione sentimentale con lo scrittore, riconoscendo d’averlo incontrato ma non amato. O forse sì? E si fa sempre più strada, certezza, il dubbio, presente e imperante dall’inizio alla fine della commedia. Ottimali sono le belle scene di Matteo Soltanto, e davvero interessanti gli spunti musicali di Dardust, che garantiscono lo svolgersi dello psicodramma nella più piena ragion d’essere. Lo spettacolo è piaciuto molto anche al pubblico, con diverse chiamate, e riapriva di fatto il teatro thienese grazie al recupero fatto da Arteven, in attesa di una nuova stagione che già ora, almeno per un mese circa, sembra in bilico a causa ancora della pandemia.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Giovedì, 29 Ottobre 2020 10:38

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