STUDIO PER
MARS ONE
Esercitazione del I anno del corso di Regia di II livello
Regia Luigi Siracusa
con
Lorenzo Ciambrelli
, Vincenzo Grassi,
Ilaria Martinelli
, Sofia Panizzi
Drammaturgia Lorenzo Ciambrelli, Federico Fiocchetti, Ilaria Martinelli, Sofia Panizzi, Luigi Siracusa
Scena Massimo Troncanetti
Luci Pasquale Mari
Assistente scenografo Marta Montevecchi
Direttore di Scena Alberto Rossi
Sarta Maria Giovanna Spedicati
Fonico Akira Callea Scalise
Foto Manuela Giusto
Video Carlo Fabiano
Grafiche Francesco Morgante
TEATRO STUDIO ELEONORA DUSE dal 16 al 18 febbraio 2022
Che fare in una società tutta votata all’apparenza, al chiacchiericcio, alle stupide compagnie, ai falsi sentimenti? Qualcosa di eclatante, che dia subito notorietà e che doni gloria. E che sia unica, irripetibile. Che c’è di meglio, allora, di una missione su Marte, per colonizzarlo? Un esperimento. Ma chi vi aderisce è un privilegiato, di sicuro più importante del primo uomo che mise piede sulla luna. Unico inconveniente: non vi è ritorno. Si va su Marte e lì si morirà.
Apprendere questa notizia può cambiare qualcosa in chi decide di parteciparvi? No. Semmai suscitare un piccolo pentimento, accompagnato dalla consapevolezza dell’impossibilità di poterci ripensare e tornare sui propri passi. Quest’ultima eventualità, anzi, sarà soltanto una fantasticheria nella quale rifugiarsi per esorcizzare il fantasma di un destino che si presenta in modo netto per quello che è: ineludibile e spietato. Si può racchiudere qui il senso dello spettacolo Mars one, andato in scena in forma di studio per tre giorni al Teatro Studio Duse dell’Accademia D’Amico.
Da un punto di vista drammaturgico, si è trattato di un lavoro collettivo. Ciascuno degli interpreti ha scritto la propria parte sviluppando il tema dello spettacolo. Da qui un certo stile, una certa angolazione dalla quale le varie storie sono state raccontate e che non possedevano il consueto ampio respiro tipico della narrazione dove un momento specifico è come l’aleph di Borges: un forellino che contiene il mondo. Quattro monologhi, dunque. Quattro vicende umane fatte di solitudine e illusioni derivanti da modelli (mediatici e sociali) non eccelsi.
Emerge da questo spettacolo un senso di isolamento. Sensazione che si acuisce quando, sul finale, i protagonisti entrano in garitte separate – forse le capsule spaziali che li porteranno, o già li hanno portati, su Marte – e danno sfogo a ciò che di più sincero regna nell’animo: speranze, ricordi, attese. Tutto velato di malinconia, perché tutto – forse – troppo ovvio agli occhi di chi lo vive.
Uno lavoro che sotto il profilo recitativo ha richiesto agli attori grande impegno scenico. Perché Mars one è uno spettacolo tutto impostato su un’assenza di azione e interazione a favore di un teatro di parola, alla quale gli interpreti han dovuto conferire mobilità e corposità.
Simpatica e vezzosa Ilaria Martinelli. Intrisa di spleen baudelairiano Sofia Panizzi. Lorenzo Ciambrelli, che ha dato il via allo spettacolo facendosi già trovare in scena all’ingresso del pubblico, ha interpretato il suo monologo come uno Jacopo Ortis che non vuole cedere alle sue debolezze. Vincenzo Grassi, dalla capigliatura folta, lo sguardo innocente, un sorriso mai soffocato, ha ricordato per certi aspetti il Pin di Italo Calvino: ironico, leggero, ma sempre ben consapevole di ciò che si trova a dover vivere.
Perché Marte, benché simbolo di meraviglia, è nulla se a popolarlo saranno uomini senza proiezioni immaginative, impossibilitati dal creare campi affettivi con ciò che li circonda.
Pierluigi Pietricola