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MIRACOLI METROPOLITANI - regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi

"Miracoli metropolitani" regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi. Foto Laila Pozzo "Miracoli metropolitani" regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi. Foto Laila Pozzo

drammaturgia di Gabriele Di Luca
regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
con Elsa Bossi, Federico Brugnone, Ambra Chiarello, Federico Gatti, Barbara Moselli, Massimiliano Setti, Roberto Serpi, Barbara Ronchi per la voce della moglie
musiche originali di Massimiliano Setti
scenografia e luci di Lucio Diana
costumi di Stefania Cempini
produzione di Carrozzeria Orfe con Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli -Teatro Bellini, in collaborazione con il Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale
Cremona, Teatro Ponchielli, 15 marzo 2023

www.Sipario.it, 18 marzo 2023

Un mondo letteralmente immerso nella merda – la metafora è greve, ma efficace – un mondo assediato dai liquami in cui disordini sociali, isolamento e stato di emergenza la fanno da padroni. Eppure i miracoli sono ancora possibili, laddove s’intenda per miracoli l’emergere di un senso di profonda umanità in un contesto di generale abbrutimento. Questo in estrema sintesi sembra essere il messaggio (termine quanto mai fuori moda) che veicola Miracoli metropolitani di Carrozzeria Orfeo. Greve, leggero e potente: così si può definire il teatro di Carrozzeria Orfeo e la capacità di scrivere storie di Gabriele Di Luca che imprigionando personaggi e tipi umani in uno spazio definito, fa esplodere conflitti, speranze infrante e improvvise redenzioni. Tutto questo accade in Miracoli metropolitani. La scena è quella di una carrozzeria sotto assedio dei rifiuti, una carrozzeria trasformata in ristorante take away che prepara cibo spazzatura per celiaci in cui lavorano Plinio, ex chef stellato, in rovina (Roberto Serpi), la moglie Clara, ex lavapiatti con aspirazioni da influencer cinica e spietata (Barbara Moselli), il figlio Igor, schiavo dei videogame e problematico (Federico Gatti), Hope, immigrata etiope che tutto fa pur di sopravvivere (Ambra Chiarello). A consegnare i piatti è Mosquito, carcerato in percorso di rieducazione, pronto a tutto pur di fare l’attore (Federico Brugnone). Completano la comèdie humaine di Di Luca: Cesare, aspirante suicida (Massimiliano Setti) e Patty, mamma di Plinio, attivista dei diritti sociali (Elsa Bossi). Le loro storie s’intrecciano, i sogni infranti si trasformano in rabbia, alla sua ambizione Clara sacrifica tutto, il figlio, il marito che mal sopporta il preparare cibo spazzatura, in una società assediata dall’immondizia, così fa Mosquito: ognuno a proprio modo tutti sono in cerca di un riscatto, senza alcuno scrupolo nel sopraffare l’altro. Tutto in Miracoli metropolitani parte al massimo, la perdita di umanità è nel linguaggio, nel cinismo, nelle battute feroci contro immigrati, handicappati, omosessuali e chi più ne ha più ne metta. Di Luca costruisce un avvio che mira a infastidire, a colpire con battute e controbattute che non danno spazio, sollecitano la risata e un senso di colpa nel ridere su una donna con le mani mozzate, nel ridere della disperazione di un aspirante suicida. Ciò serve a definire i caratteri dei singoli personaggi, a renderli fastidiosamente familiari. Questo percorso permette allo spettatore di entrare, diverte e al tempo stesso inquieta un poco. Di Luca mette di tutto in Miracoli metropolitani, la sua facondia scrittoria monta come i rifiuti che assediano la carrozzeria/ristorante da asporto, non lascia uno spazio libero nella mente dello spettatore eppure tutto è chiaro, tutto funziona perfettamente, senza per questo essere prevedibile, anzi nel meccanismo della battuta e controbattuta c’è la chiave narrativa di una drammaturgia che procede per apposizioni, che intreccia e incastra storie e realizza un’evoluzione per ogni personaggio per giungere alla catarsi finale. E per fare arrabbiare chi non ha assistito allo spettacolo mercoledì sera non sveliamo laddove ci sia la catarsi, laddove il misto di Sisifo ci racconti di un vivere in cerca di senso nell’indifferenza della natura, complice Albert Camus. Miracoli metropolitani di Carrozzeria Orfeo è un efficace e funzionale feuilleton teatrale in cui ci sono tutti i colori delle emozioni: dal grottesco al patetico, dal larmoyante al drammatico.  Tutto ciò trova casa in un magma molto ben controllato – da scrittura e regia – di una vicenda apocalittica e apologetica che diverte, inquieta e poi consola nello stile di un teatro popolare che sa raccontare storie, costruire empatia, divertire e far piangere, conquistandosi l’affetto del pubblico e rinnovando la tradizione di un teatro di solida scrittura drammaturgica e attoriale che funziona e appaga, ponendo domande e dando risposte. 

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Martedì, 28 Marzo 2023 11:43

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