di Henrik Ibsen
traduzione Luigi Squarzina
regia Massimo Popolizio
con Massimo Popolizio e Maria Paiato
e con Tommaso Cardarelli, Francesca Ciocchetti, Martin Chishimba
Maria Laila Fernandez, Paolo Musio, Michele Nani, Francesco Bolo Rossini
e Dario Battaglia, Cosimo Frascella, Alessandro Minati,
Duilio Paciello
, Gabriele Zecchiaroli
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
luci Luigi Biondi
suono Maurizio Capitini
video Lorenzo Bruno e Igor Renzetti
asistente alla regia Giacomo Bisordi
foto di Giuseppe Distefano
Prima Nazionale
Produzione Teatro di Roma - Teatro Nazionale
Teatro Argentina, dal 20 marzo al 28 aprile 2019
Chi è nemico del popolo? Chi esprime ciò che pensa e agisce di conseguenza. Chi dice: "C'è del marcio in Danimarca", che non teme di mostrare gli scheletri nell'armadio del mondo in cui vive e di spiegare come questa sozzura funziona, del modo in cui alligna negli animi e s'impossessa di tutto, colorando di sé ciò che tocca. È, in sostanza, persona simile al dottor Thomas Stockmann, l'ibseniano personaggio de Un nemico del popolo. Quest'irreprensibile luminare della scienza ritiene che non basta far vedere il lato guasto della società. Bisogna liberarsene, con decisione e impietosamente, senza badare alle conseguenze. Sono la correttezza, la moralità – quella sana – e la conoscenza a guidare l'agire dell'illustre ricercatore, medico responsabile dell'impianto termale della cittadina dove suo fratello Peter è sindaco. Quest'ultimo, al contrario, è un uomo spregiudicato che bada al proprio interesse. Ed è la sola cosa che porta avanti, mascherandola sotto l'ipocrita parvenza del bene comune che va tutelato per il popolo. Le acque delle terme sono inquinate e c'è il rischio di far ammalare le persone invece di guarirle. Che importa? Chiuderle vorrebbe dire rinunciare a facili guadagni – per il sindaco e tutti i proprietari di immobili cointeressati in questo mercimonio. Ma il dottor Thomas è del parere opposto. E d'improvviso ecco divenire il tanto stimato medico della cittadina un avversario da abbattere ad ogni costo, perché – si dice – non ha a cuore la salute pubblica ed economica della comunità. In un baleno, Stockmann viene messo alla berlina, licenziato, pubblicamente linciato e disprezzato. Non avrà più nulla, se non la solidarietà della sua famiglia e la sua solitudine: ciò che gli basta per continuare a vivere onestamente.
Massimo Popolizio, protagonista e regista della riduzione de Un nemico del popolo in scena all'Argentina, ha ordito uno spettacolo perfetto nella recitazione, nella scelta del testo, nella direzione e nell'approfondimento dei rispettivi ruoli. Lo stile interpretativo è teatrale e straniato. Tutti i personaggi hanno movenze e toni caricaturali, che non fanno che mostrare la propria artificiosità. Dove tutti sono falsi, oscuri ed inquinati dall'ipocrisia, neppure un'occhiata può essere sincera. Solo Thomas (Popolizio) ha tratti di recitazione realistici: perché è diverso dagli altri ed è un'unicità che va rimarcata.
Felicissime le scene di Marco Rossi: dinamiche, rapide nei cambi e che non temono di ricordare che il teatro è convenzione.
Notevole, oltre l'interpretazione di Popolizio, quella di Maria Paiato (Peter Stockmann): con quella distanza ed ironia che conferiscono al personaggio un giusto tocco di ambiguità.
Bellissimo il finale: con Thomas, il nemico del popolo, che esce di scena solo e sempre più piccolo mentre pezzi di scenografia crollano ricordando il finale della Tempesta di Strehler, ma rammentandoci anche che quanto visto sul palco, forse, non è solo uno spettacolo: è la nostra vita. Quella di tutti i giorni.
Pierluigi Pietricola