in collaborazione con Fondazione Toscana Spettacolo Onlus
di Eduardo De Filippo
spettacolo per attore cum figuris
un originale allestimento, omaggio all’opera di Eduardo, in occasione dei 90 anni dal suo debutto
con Luca Saccoia
regia Lello Serao
spazio scenico, maschere e pupazzi Tiziano Fario
manovratori Salvatore Bertone, Paola Maria Cacace, Lorenzo Ferrara, Oussama Lardjani, Irene Vecchia
luci Luigi Biondi e Giuseppe di Lorenzo
costumi Federica del Gaudio
musiche originali Luca Toller
realizzazione scene Ivan Gordiano Borrelli
assistente alla regia Emanuele Sacchetti
direttore di produzione Hilenia De Falco
produzione Teatri Associati di Napoli e Interno 5
con il sostegno di Fondazione Eduardo De Filippoe Teatro Augusteo
Arezzo – Festival dello spettatore 2022
Teatro Petrarca 1 ottobre 2022
Natale in casa Cupiello con le marionette? Ebbene sì. È quanto accaduto al Festival dello spettatore ad Arezzo. Una kermesse che non teme di sperimentare vie nuove pur riproponendo grandi classici del teatro. Pierluigi Pietricola
Come riuscire a rievocare le espressioni da capolavoro di Eduardo De Filippo, il suo gesticolare così plastico e avvolgente, il suo modo di camminare sul palcoscenico? E anche gli altri attori: in che modo, attraverso un burattino, recuperare la presenza di interpreti straordinari quali Pupella Maggio o Peppino De Filippo, al quale si deve la famosa battuta: “Non me piace o presepe” nella prima edizione della commedia in un atto unico?
Domande più che legittime. Non solo perché il termine di paragone col gigante Eduardo è sempre duro da sostenere, ma perché in genere le sue commedie raramente riescono ad avere una buona tenuta in tentativi sperimentali. A volte per incapacità di chi ci prova, ma in generale perché proprio la scrittura drammaturgica eduardiana non consente stravolgimenti eccessivi.
Però Luca Saccoia, in questo caso, è stato bravissimo. Non solo perché ha conservato il testo originale della commedia riproponendolo così come lo si conosce (tranne nel finale dove il burattino di Luca Cupiello, ormai passato a miglior vita, viene messo fra le braccia di un angelo che lo condurrà in paradiso), ma perché lui da solo, in compagnia delle sue marionette, ha interpretato tutti i personaggi della commedia, caratterizzando ciascuno di loro attraverso una diversa intonazione vocale, un differente modo di scandire il ritmo delle battute, un tic nel parlare. Accorgimenti che hanno permesso di immaginare le espressioni che i burattini, di situazione in situazione, avrebbero potuto assumere nel corso della commedia.
Ne è emerso uno spettacolo sì di fantasia, con toni tutt’altro che realistici rispetto all’originale, ma che nulla ha dell’irreale. Questo Natale in casa Cupiello, nel tentativo di avvicinarsi al linguaggio dei bambini, ha scavato nella leggerezza originaria del testo di Eduardo fino a scoprirne l’innocenza, la purezza, il candore. Tutti i personaggi sono, ognuno a loro modo, in un certo senso dei puri. Ma vedendoli interpretati da uomini si fa fatica a scoprire questo lato della loro personalità. E come si legge nel testo del programma di sala: “Un sogno che prende vita attraverso il teatro di figura nel quale l’attore… si immerge riemergendone come Tommasino che, dopo aver detto il fatidico sì a suo padre, rivive e fa rivivere quel Natale che ci accompagna da 90 anni”.
E grazie alle marionette come riesce facile tutto ciò. Via obblighi di verosimiglianza, via il fantasma della realtà scenica: al diavolo tutto questo. Spazio alla fantasia, la più anarchica e sfrenata, quella più irriverente e affascinante.
Quanto scuro è l’uomo dei nostri giorni, della nostra realtà quando diventa vecchio e con anni di esperienza accumulata! Questo voleva dirci Eduardo. E questo Luca Saccoia e le sue marionette ce lo hanno comunicato in grande stile.