di William Shakespeare
con Massimo Dapporto, Maurizio Donadoni
e con Angelica Leo, Federica Fabiani, Gabriele Tesauri, Massimo Nicolini, Matteo Alì
scene Antonio Fiorentino, luci Gigi Saccomandi, costumi Claudia Pernigotti, regista assistente Gabriele Tesauri
traduzione adattamento regia Nanni Garella
appunti di drammaturgia per Otello di Nanni Garella
Arena del Sole - Nuova Scena, Teatro Stabile di Bologna in collaborazione con Estate Teatrale Veronese
Teatro Quirino, Roma dal 30 ottobre al 11 novembre 2012
Un fondale grigioazzuro – scosso inizialmente da un violento uragano – e rischiarato da un globo lucente, annunciatore a volte di incombenti sventure, costituiscono la scena unitamente ad una striscia di sabbia dell'Isola di Cipro.
I personaggi indossano eleganti armature d'epoca – talvolta riccamente istoriate – come nel caso di Otello, autorevolmente impersonato da Massimo Dapporto... L'antagonista Jago è invece un Maurizio Donadoni dalle forme imponenti, a malapena contenute nella corazza o nel giustacuore di cuoio: da notare che generalmente Jago è impersonato da attori segaligni e dal viso subdolo – preannuncio delle sue malefatte.
E per cominciare l'astuto Jago ubriaca Cassio e lo coinvolge in una rissa che, come primo effetto, fa perdere all'ingenuo ufficiale il grado di Luogotenente: incarico subito recuperato dallo stesso Jago.
La seconda mossa è quella di insinuare lentamente nell'animo di Otello il dubbio sulla fedeltà di Desdemona, utilizzando il famoso stratagemma del fazzoletto: questo accessorio dell'abbigliamento – perduto da Desdemona e raccolto da Emilia (moglie di Jago) – finisce nelle mani del demoniaco Luogotenente che, non pago di aver recuperato l'ambito incarico, ora vuole distruggere l'amore che Otello nutre per Desdemona.
E a tal fine induce Cassio a chiedere più volte a Desdemona di intercedere in suo favore presso Otello: il che, sommato alla prova irrefutabile del fazzoletto, finisce con lo scatenare al massimo livello la gelosia del Moro.
E questi nel corrusco epilogo della tragedia scespiriana, uccide Desdemona soffocandola, per poi darsi la morte a sua volta riverso sul cadavere della moglie – non appena l'infame trama ideata da Jago viene scoperta da Emilia.
Jago, ristabilita l'autorità della Serenissima, è tradotto in carcere – non prima di aver eliminato due suoi eventuali accusatori, vale a dire il collega Roderigo e la moglie Emilia – impersonata a dovere da Federica Fabiani.
L'aitante Luogotenente Cassio era Massimo Nicolini, fedele soldato non privo di accentuata ingenuità; mentre Angelica Leo ha dato vita ad una Desdemona molto giovanile e solo apparentemente fragile.
Particolarmente eleganti, come dicevamo, i costumi di Claudia Pernigotti che veste i protagonisti di belle armature, alti stivali d'epoca e originali mantelli di cuoio cadenti artisticamente dalle spalle.
Tutta da lodare la regia di Nanni Garella – autore anche di un essenziale adattamento dell'opera scespiriana –, e non estraneo, riteniamo, alla scena di Antonio Fiorentino tendente a sottolineare l'immutabilità nel tempo delle passioni umane, e che nel dramma di Otello sembrano privilegiare l'aspetto negativo concentrato nell'animo di Jago.
Fernando Bevilacqua