testo e regia Renato Sarti, in collaborazione con Bebo Storti
scene e costumi Carlo Sala, musiche Carlo Boccadoro, disegno luci Claudio De Pace
con Renato Sarti, Bebo Storti, Elena Novoselova
produzione Teatro della Cooperativa
con il sostegno di Regione Lombardia - Progetto Next 2012
Piccolo Teatro Studio Expo, Milano dal 9 al 19 maggio 2013
In scena, al Piccolo Teatro Studio di Milano, un sogno siglato calibro 8
Ci troviamo tutti seduti, o quasi, data l'affluenza del pubblico la sera di sabato a teatro di fronte al bancone di un Bar non per prendere un aperitivo ma per assistere - tra il comico, il dramma e il faceto - alla riduzione, a cura di Renato Sarti e Bebo Storti, di Otello in Otello Spritz, per rivoluzionare la storia dell'Otello di Shakespeare e provare a ricomporre insieme, in un'incessante altalena che oscilla tra passato e presente, le pagine di uno dei testi più controversi per lettura ed interpretazione di quel barbaro non privo di ingegno, tanto amato, quanto odiato alla corte di Giacomo I Re d'Inghilterra.
Buffone, perché troppo in grazia del re che pare ne ascoltasse, talvolta, i consigli. Istrione per la sua condotta se non, addirittura, falsario: questo ciò che si dice di LUI. Si mormora da secoli, infatti, che le sue pièce le scrivesse per lui un tale Moumouth. E' questa la storia che ronza attorno alla pista del Globe e che porta infatti Gustavo Modena a fare di Otello una farsa che, naturalmente, si conclude con un fiasco in contrapposizione con il successo ottenuto dalla triade della storia del nostro teatro dell'Ottocento: Rossi, Salvini e Zacconi che celebrano invece insieme i fasti della stagione del teatro borghese riducendo Otello ad una marionetta nelle mani di Jago. Sarti invece, grazie alla genialità intuitiva scenica ed attoriale di Bebo Storti rileva la lezione di Modena e ridona spessore ad Otello ed attualità ad uno dei testi più controversi della storia del nostro teatro. E' una scrittura, infatti, automatica, sintetica ed efficace come un sms, quella di Sarti e Storti, che si risolve nel buio dell'anima squarciata, per volontà del pubblico, dal fragore di una calibro 8. Un pubblico che nel migliore dei casi di questa mise en abyme potrà risultare diviso tra assoluzione e condanna rinviando tutti gli atti al processo della storia.
Cinzia Viscomi