di Diego Fabbri
con Maurizio Panici, Fabrizio Bernar, Denis Dalla Palma, Riccardo Cavallin,
Francesca Tres, Alessandra Signori, Marta Tissi, Fabio Valerio,
Francesca Scomparin, Davide Stocchero, Laura Primon, Tobia Rizzato
regia e ideazione scena Maurizio Panici
costumi Rosanna Palermo
realizzazione scene Teatris
Disegno luci Davide Stocchero
Musiche Stefano Saletti
Trucco Lidia Bordignon
produzione Argot produzioni - Teatris
Marostica, (Vicenza), Ridotto Politeama, 12, 13 e 14 aprile 2019
A partire dalla frase "Dov'è oggi la verità", tuonata da Elia in una sorta di disperazione dubbiosa, e da una scena ammonitiva, radicale, di un trono maestoso e due appena minori a lato, e altri posti vicini, si sviscera lentamente quel "Processo a Gesù" che Maurizio Panici ha messo in scena a Marostica per il progetto Teatris e un teatro di comunità. Teatro nel teatro certo, che si interroga di continuo, e interroga gli altri. Interpreti che inscenano per l'ennesima volta un processo a Gesù, confusi e spiazzati da interrogativi che esplodono nella testa, sconquassano l'animo umano, aumentano le ansie, per una verità sempre ancora rarefatta, per non dire nascosta, da cercare. Interrogativi che ci riguardano tutti, che sollevano polvere come mistero, confrontando attraverso la vita di Cristo i propri percorsi e i propri errori di oggi. Chi si può tirare indietro, infatti? Nessuno. Fatti narrati che diventano duri e pesanti come grandi pietre, vita che diventa ricerca assoluta di una vera verità, dove poter rifugiarsi. Ma sarà possibile, o il cammino diventa sempre irto e irraggiungibile la meta? Fabbri appare per certi versi troppo verbale con questo testo, non è un teatro snello il suo, eppure la modernità rimane, resta anche quell'attualità del dubbio, della fragilità dell'uomo moderno, come il voler scervellarsi di continuo, moralmente, per il cammino personale che si sta compiendo e che, più di quanto si possa pensare, entra nella mente, la destabilizza, magari non dandolo a vedere nei rapporti continui con l'altro. Tutti i protagonisti scoprono, o ammettono di scoprire pubblicamente, il fallimento che li riguarda, e quello degli altri. Ognuno sembra voler essere e convincersi d'essere libero da colpe, ma la realtà è diversa, coinvolge tutti. Nel processo che inizia, continua e finisce si rimane sempre sospesi, incalzanti, sospettosi, giudicanti e giudicati. La bella scena è perfetta per la resa del dramma. I personaggi, tanti, sono ben disegnati dagli interpreti del gruppo Teatris, con particolare menzione per il Caifa di Fabrizio Bernar, lo stesso Elia di Denis Dalla Palma, la Sara interpretata da Francesca Tres, anche amante, (altra dubbiosità) cupi quanto basta, lucidi nell'interpretazione. Maurizio Panici interpreta Pilato, e lo fa con destrezza e abilità degne di un'esperienza alle spalle importante, che infatti prepara una regia attenta e d'effetto. Riccardo Cavallin è Pietro, remissivo, colpevole, ma anche pronto a un nuovo ruolo. Anche il Giuda di Davide Stocchero indica smarrimento in quel suo confine d'angolo, apparendo in video, rimembrando un teatro alla Bene. Francesca Scomparin è una Maddalena dal percorso difficile, dolente, dall'ardente tremore. Tutti gli altri li seguono nel tortuoso, immenso sentiero del dubbio proveniente da più parti, doppie, triple, infinite, come i loro personaggi, i loro sentimenti.
Francesco Bettin