di e con Paolo Nani
drammaturgia Gitta Malling
scene e costumi Julie Forchhammer
light design Erik S. Christoffersen / Jens Roselund Petersen
costumi Lene Beck Nielsen
Assistente alla regia Clara Luna M. Nani
regia Frede Gulbrandsen
produzione AGIDI
Festival di S. Ginesio 2024
Chiostro Sant’Agostino, 19 agosto 2024
Piccoli miracoli è uno spettacolo che, con delizia ed eleganza, tratteggia il rapporto fra la solitudine – desiderata, o semplicemente nella quale ci si trova a vivere – e il mondo con i suoi richiami che invitano a farne parte in ogni momento. Due dimensioni che sembrano stridere. Mentre, al contrario, sono complementari. L’ambiente, ciò che circonda l’individuo, è fatto di tante piccole solitudini che si incontrano per brevi o lunghi tratti e che interagiscono fra loro. L’uno non può esistere senza le altre. Pierluigi Pietricola
Ma la solitudine ha un vantaggio in più (oltre a quello di favorire la connessione interiore con il Sé più intimo e segreto): permette di coltivare i propri sogni. Sogni dei quali la realtà stessa è fatta. Si può dire che è la sua più diretta e precisa manifestazione. Lo sapevano bene le religioni nelle loro forme primordiali, così come Shakespeare quando disse che siamo fatti della stessa sostanza dei sogni.
E lo sa bene anche Paolo Nani che con questo suo spettacolo mette in dialogo la parte più intima di ciascuno di noi: questo braccio di ferro, che tale non è mai, fra l’individuo e il suo essere nel mondo. E lo fa senza ricorrere a parole, ma utilizzando suoni, mimica e disegni che, per mano dello stesso Nani e proiettati su uno schermo al centro del palco, prendono vita davanti agli occhi del pubblico.
In Piccoli miracoli si racconta una storia che dura circa trent’anni: quella di un uomo che sta bene da solo, con se stesso e il mondo che egli si crea intorno. Ma ad ogni momento c’è un’interferenza che viene dall’altro mondo, quello fuori dalle mura di casa: i rumori di operai che stanno aggiustando la strada, quello delle macchine che passano, quello di canzoni brutte: e così via, sino all’interferenza fatale che sradicherà dal suo isolamento il nostro protagonista: la visione di una ragazza cinese, sua dirimpettaia, che canta una canzone.
Da quell’istante, tutto cambia. Il protagonista inizia ad interagire con la donna che già sa di amare. All’inizio tramite disegni inviati per lettera attaccandola a un palloncino. Poi, direttamente. E così si assiste alla storia di questo amore, ai suoi viaggi, alle sue avventure. Dal 1994, anno in cui è cominciato, sino ad oggi, all’istante in cui si svolge l’azione scenica, dove vediamo un uomo ormai invecchiato, solo perché il suo amore è volato in un’altra dimensione, e con un pesce rosso a fargli compagnia.
Tuttavia, quest’uomo rimane sempre un sognatore che, ora, vuole essere nel mondo. Si sta preparando a una nuova avventura: un volo in mongolfiera. Ma sarà un altro volo a coglierlo di sorpresa, dove rincontrerà la donna tanto amata che, a bordo della sua mongolfiera, lo porterà con sé nella dimensione dove lei si trova e dove continueranno ad essere felici.
Paolo Nani racconta questa storia disegnandola davanti al pubblico. I suoi sono disegni innocenti, pieni di dolcezza, essenziali nel tratto, molto comunicativi. Ciò che ha dato vita a uno spettacolo magnifico e commovente.
Un vero capolavoro.