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Il programma di prosa della XXVII edizione del Festival in una notte d'estate di Lunaria Teatro si apre con il benvenuto e apprezzato ritorno di una produzione di Akròama. Per questa occasione è stato portato in scena l'emozionante e quasi onirico Piccoli equivoci senza importanza, serie di brevi monologhi tratti dai racconti di Antonio Tabucchi. La presenza della teatro di Akròama e dell'attore Simeone Latini, già protagonista di alcune delle più apprezzate interpretazioni sul palco della rassegna estiva di Lunaria Teatro, è un gradito ritorno e garanzia di alto valore teatrale ed artistico. Piccoli equivoci senza importanza è uno spettacolo che non tradisce le attese e conferma la profondità e il rigore attoriale di Simeone Latini come uno dei più fulgidi esponenti del teatro italiano. Su di una scenografia iniziale che presenta sei blocchi neri e mobili, così da diventare contenitore per i piccoli ed essenziali elementi della scenografia e sedute per l'attore, Simeone Latini apre lo spettacolo portando in scena il racconto I treni che vanno a Madras. Lo stampo attoriale di Latini è riconoscibile nel suo essere ora dolce ora amaro e sempre profondo e screziato di ricordi dolorosi. La valigia che porta con se è elemento del primo abito e contenitore dei diversi costumi che scandiranno i cambi tra un racconto e l'altro. La poetica di Antonio Tabucchi, fatta di spire, incastri e introspezione, non solo è rispettata ma è sublimata nell'interpretazione di Latini da un sapiente gioco di gesti e parole di cui pochi attori sono capaci. Latini è interprete e vera essenza di questi racconti. Cambiano le tematiche, i personaggi, i luoghi e i tempi di Piccoli equivoci senza importanza ma non cambia la bravura e l'ecletticità del grande attore, capace di più registri, più timbri vocali e più accenti. Simeone Latini mette in scena questi brevi monologhi in maniera rapida e incisiva e trasporta il pubblico in dimensioni intime e sensuali, come nel racconto intitolato Piccoli equivoci senza importanza, che dà il nome alla raccolta dei racconti di Tabucchi e allo spettacolo teatrale. La musica scelta per il sottofondo allo spettacolo è dolce e passionale e accompagna il presente e i ricordi di questi personaggi così diversi eppure accomunati da una persistente vena di rimorso e nostalgia come Nicola, la guardia carceraria protagonista del racconto Isole. È questo uno degli esempi della bravura e ispirazione di Simeone Latini, sebbene sia impresa assai difficile attribuire ad uno di queste diverse interpretazioni la palma della più coinvolgente. Così vale anche per la magistrale resa scenica di Anywhere out of the world, intrisa di rimandi baudeleriani e di fuga da una realtà  insoddisfacente. Lo spettacolo si chiude con il misterioso e cupo Stanze, dove ricordi di dolcezza ed un presente di dolore ora si contrappongono per poi fondersi in una amara realtà. Il pubblico ascolta rapito la voce e i movimenti di Simeone Latini e se ne fa guidare in una spirale dove l'ineluttabile sembra prevalere su tutto e soprattutto su questo nuovo ciclo dei vinti.

Gabriele Benelli