di Robert James Waller
scene: Bruno Buonincontri
costumi: Bartolomeo Giusti
adattamento e regia: Lorenzo Salveti
con Paola Quattrini e Ray Lovelock
Roma, Teatro Quirino, dal 15 aprile al 3 maggio 2009
Milano, Teatro San Babila, fino al 31 gennaio 2010
La storia raccontata ne «I ponti di Madison County» di Robert James Waller, film di e con Clint Eastwood e Meryl Streep, portata sul palcoscenico con la regia di Lorenzo Salveti, è quella del grande amore della vita: non previsto, breve e indimenticabile. Una storia un pò strappa lacrime che cattura il pubblico sull' onda malinconica delle occasioni d' amore perdute, degli ultimi palpiti della passione, del dilemma dovere o libertà. Complice l' assenza del marito e dei figli, tra Francesca, un' italiana colta e sognatrice «sposa di guerra» di un agricoltore americano, ed il maturo e solo fotografo Robert, sul posto per un reportage sui ponti, nasce la passione, quattro indimenticabili giorni dopo i quali sorgono gli interrogativi sul che fare. Partirà Francesca con l' eterno vagabondo, verso una nuova vita? Lascerà la famiglia? L' incanto di un incontro occasionale potrà continuare nella vita di tutti i giorni? Francesca resterà e si nutrirà di quel bel ricordo tutta la vita, come del resto farà lui. Solo alla morte i figli scopriranno il segreto d' amore della madre. Paola Quattrini è brava nel disegnare una Francesca timida e rapita dal fascino rude ma dolce e comprensivo di Robert, il bravo Ray Lovelock, in uno spettacolo che parla d' amore e della nostalgia per le cose che avrebbero potuto essere e non sono state.
Magda Poli
Al Quirino di Roma si replica, fino al 3 maggio, la versione scenica dei Ponti firmata da Lorenzo Salveti. Il quale, senza tradire romanzo e film, trasforma la storiona made in Usa in un evento domestico, pulito, romantico, pieno di appeal per gli estimatori nostrani del teatro di sentimento. I protagonisti sono Paola Quattrini, delicata, credibile, capace di divertire e commuovere nella parte di Francesca, rinata al sesso e all'amore; e Ray Lovelock, così simile fisicamente a Eastwood e così opportuno nel non citarlo o imitarlo, se non nel realistico trasporto sensuale. L'adattatore-regista, bravo, supplisce all'assenza delle dimensioni letteraria e cinematografica restituendo agli attori, nella breve area del palcoscenico, i toni di una struggente coscienza: il possibile/impossibile che pèrmea la paradigmatica avventura. E i due amanti àmputano, con il dispiacere di tutti, le loro esistenze per ri-trasmetterle in platea meste, tarpate, recriminanti, assieme al consiglio implicito di agire, in casi analoghi, in modo del tutto diverso.
Rita Sala