con Paola Quattrini
Di Willy Russell
Versione italiana di Jaja Fiastri
Costumi Silvia Frattolillo
Commento musicale Armando Trovajoli
Orchestrazione Maurizio Abeni
Regia Pietro Garinei
La canzone Oggi è già domani è cantata da Serena Autieri
Produzione Pietro Mezzasoma
Teatro Manzoni – Roma dal 4 al 23 maggio 2021
È un pomeriggio uggioso, insolito per il mese di maggio. Come insolito è vedere, in questo periodo, i teatri appena aperti pronti a ricominciare la loro ordinaria attività. Ma in tempi eccezionali simili all’assurdo, tutto ci si può aspettare. Ed è con gioia che, il giorno di riapertura, abbiamo varcato il foyer del teatro Manzoni di Roma per assistere alla prima di Oggi è già domani: commedia di Willy Russell con una bravissima Paola Quattrini, protagonista assoluta.
Quale migliore testo di questo, che può assurgere a metafora dei nostri giorni? Vi si racconta una storia di solitudine, vissuta fino in fondo con dignità. E non per disperazione, né per mancanza di coraggio. Ma perché Dora, casalinga tradita dall’amore, dalla famiglia, dalle amiche e da ogni occasione, è consapevole che non si può voltare le schiena alla propria condizione. Ignorarla? Quanto di più sciocco. Anche se spiacevole, talvolta dolorosa, la vita va affrontata a testa alta. Come fa Dora. Dapprima parlando con il muro della cucina dove trascorre gran parte della giornata e al quale dice tutto. Ultima confessione: il desiderio di partire quindici giorni per una vacanza in Grecia insieme con la sua amica, lasciando a casa il marito: uomo pantofolaio, qualunquista e gretto. Giunta in Grecia e di nuovo sola perché l’amica si concede un’avventura amorosa, Dora non si spaventa. Parla con una roccia alla quale rivela ciò che ha fatto nelle due settimane appena trascorse: ha avuto un’avventura amorosa; si è goduta sole, mare e il meritato riposo dopo anni di duro lavoro casalingo. Ma, cosa più importante, ha scoperto sé stessa e per nulla al mondo vuole rinunziare a tale consapevolezza. Per questo Dora non tornerà mai a casa. Sarà il marito, ottuso e ignorante sedentario, ad andare in Grecia per tentare di riportarla indietro. Ci riuscirà?
Paola Quattrini è a suo agio nel ruolo di Dora. La caratterizza con ironia: ora amara, ora frizzante, ora lievemente grottesca. Mai un tono sopra le righe, un ritmo fuori tempo, una movenza inadeguata. Padroneggia la scena con equilibrio ed eleganza. Non vuole rendere il testo di Valentine in modo comico, ma tingerlo d’un umorismo dal vago sapore pirandelliano. Della vicenda di Dora si può sorriderne. Occorre, in certa misura, averne compassione: soffrire con lei per entrare in intimità col suo mondo, le sue speranze. Man mano che la commedia procede, tutto sembra assorbito dal racconto della protagonista. Personaggi, ambienti, situazioni restano sullo sfondo. Paola Quattrini, recitando con esuberante discrezione, ha tratteggiato una Dora dolce ma determinata, che la sua delicatezza ha saputo trasformare in coraggio senza mai offendere o vilipendere l’altrui dignità.
Metafora stupenda, quella di Dora, che ci indica come attraversare il nostro presente restando integri con noi stessi. Un’occasione di più per ribadire che è grazie all’arte, e non solo alla scienza, che l’uomo può guarire da malattie terribili altrimenti incurabili.
Pierluigi Pietricola