di e con
Enzo Moscato
e la partecipazione straordinaria di Manlio Santanelli
produzione Teatro cerca Casa
23 gennaio 2017
Chi si circonda del bello – cimeli, libri e oggetti preziosi – in casa propria senza esserne geloso, ma anzi non perdendo occasione di assaporare la gioia dell'accoglienza e della condivisione, non può che avere un animo nobile e generoso. È così, mettendo in comune spazio e storie, che si costruisce un ponte tra le generazioni e si lascia un segno.
Ecco lo spirito de Il Teatro cerca Casa, la rassegna (organizzata da Livia Coletta e Ileana Bonadies) che rappresenta un fiore all'occhiello per la città di Napoli, radunando mostri sacri del palcoscenico insieme a studenti e nuove leve. Così, lo scorso 23 gennaio il grande drammaturgo Manlio Santanelli ha aperto le porte del suo appartamento al Vomero (storico quartiere partenopeo) e fatto accomodare un gruppo di colleghi e aspiranti tali, scrittori, giornalisti o semplicemente appassionati. Non gente di teatro nel senso categorico dell'espressione, ma persone accomunate dalla passione per il bello, per le arti, dunque per il palcoscenico.
L'atmosfera nel salotto di Casa Santanelli – tra centinaia di volumi, quadri, stampe, maschere e strumenti musicali della tradizione napoletana – non può che essere magica. Ma non basta: il regalo per i partecipanti a questa iniziativa (e a quelle che verranno, nello stesso ciclo) non si esaurisce nell'ospitalità e nell'interesse suscitato dal posto.
Santanelli si apre e si concede, facendo delle proprie stanze un palcoscenico, per avere accanto a sé Enzo Moscato, con il quale, insieme anche all'indimenticabile Annibale Ruccello, nei primi anni ottanta diede inizio alla nuova drammaturgia napoletana. Moscato legge per i presenti una preziosità: un racconto antico, o meglio senza tempo, che sa dei luoghi in cui è nato e cresciuto. I vicoli di Napoli ricchi non soltanto di storia, ma di leggende e di un rapporto coi morti e l'al di là che sa di misterioso e magico. La Napoli esoterica, in una parola sola ed efficace come non mai, rivive tra le battute messe su carta da un ancor giovane Moscato, circa quarant'anni fa.
Spiritelli e altri incontri, di e con Enzo Moscato, è la storia di un antico palazzo e di un enorme appartamento rimasto troppo a lungo disabitato. I due giovani ed umili sposi che andranno ad abitarci (insieme alla loro figlia neonata) capiranno molto presto come mai nessuno avesse manifestato interesse nei confronti di quella casa, data in affitto a una cifra veramente irrisoria.
Fenomeno di suggestione, o fantasmi? Fantasie o spettri irrequieti dall'al di là? Tutto è possibile: del resto a Napoli il rapporto coi morti – fatto non solo di miti e credenze, ma anche di segni – è una cosa seria. Basti pensare che Eduardo De Filippo ci ha scritto una delle sue più note commedie: Questi Fantasmi. La voce di Moscato, che attraversa le sue stesse battute riconsegnandogli vita e forme nuove, è proprio quella di uno spiritello. Il reading immerge in un'atmosfera di magia, che non si dissolve al termine della performance, ma prosegue nelle testimonianze del padrone di casa Santanelli e dello stesso Moscato. Racconti di vita e di teatro offerti ai fortunati spettatori, ma soprattutto ai giovani allievi delle accademie d'arte drammatica partenopee: dell'Elicantropo, del Nuovo Sanità, del Mercadante, del De Poche e delle Belle Arti. Sollecitazioni, incoraggiamenti, ma anche difficoltà e amarezze: la verità di chi da decenni vive in palcoscenico ed è felice di passare il testimone.
Il senso di un'iniziativa: il teatro che avvicina, che mette in comune, che cerca (e diventa) casa.
Giovanni Luca Montanino