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SOLARIS - regia Andrea De Rosa

"Solaris", regia Andrea De Rosa. Foto Andrea Macchia "Solaris", regia Andrea De Rosa. Foto Andrea Macchia

adattamento per il teatro David Greig
dall’omonimo romanzo di Stanisław Lem
Traduzione Monica Capuani
Regia Andrea De Rosa
con (in o.a.) Sara Bertelà, Giulia Mazzarino, Federica Rosellini, Werner Waas
e la partecipazione (in video) di Umberto Orsini
scena e costumi Simone Mannino
luci e fotografia Pasquale Mari
progetto sonoro G.U.P. Alcaro
Video D-Wok
assistente alla regia Thea Dellavalle
assistente alle scene Giuliana Di Gregorio
assistente volontaria Palma Di Nunno
con la partecipazione durante le prove di Sara Gedeone e Maria Trenta
Produzione TPE – Teatro Piemonte Europa, Teatro Nazionale di Genova, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
Teatro Astra, Torino 19 > 30 dicembre 2023

www.Sipario.it, 23 dicembre 2023

Torino, Teatro Astra, anno 2023. C’è grande emozione alla prima di Solaris, per la regia di Andrea De Rosa: curiosità ed eccitazione, che coprono di una sottile polvere luccicante il brusio tra il pubblico nel foyer, sono gli elementi da registrare in principio di serata. In molti, inevitabilmente, pensano al romanzo originale, scritto nel 1961 da Stanisław Lem (se ne vendono anche delle copie, tenute strette tra le mani come la coperta di Linus), un’opera frettolosamente “liquidata” come di genere fantascientifico. Qualcun altro nomina il regista Andrej Tarkovskij, che nel 1971 traspose le pagine di Lem sul grande schermo (mentre nel 2002 sarebbe arrivato il remake di Steven Soderbergh, con George Clooney).

Come mai, dunque, un testo non facile, dalle atmosfere oscure e distopiche, resta attraverso i decenni oggetto di curiosità e coinvolgimento da parte del pubblico? Non perde di attualità, ma anzi ispira autori contemporanei, che si lanciano in generose riproposizioni e rifacimenti. La risposta arriva proprio da Andrea De Rosa e dal teatro: Solaris – assistendo alla sua messinscena lo si evince in maniera chiara e toccante – è un’opera dotata di straordinaria umanità, che aiuta e addirittura conforta, nel tentativo disperato da parte di ognuno di dare risposte a domande inquietanti. Su tutte: «Chi sono io, veramente?». 

Solaris, come è noto, è un pianeta vivo e animato, rappresentato da un’enorme massa oceanica: è il luogo nello spazio dove i ruoli si invertono e l’essere umano si ritrova a incarnare la minaccia, il pericolo, il virus che tutto infetta e distrugge. Di fatti, Solaris è in grado di reagire alla presenza invasiva dell’uomo, comunicando con gli scienziati presenti sulla stazione spaziale attraverso i loro desideri, usandoli e materializzandoli in forma di fantasmi. Ecco, dunque, che il romanzo distopico diventa metafora poetica, ma anche commovente, sulla perdita, sul passato che ritorna, sull’identità stessa.

La versione teatrale, firmata dal drammaturgo David Greig, riflette (appunto) su questa metafora e parte da una certezza: le pagine di Lem risalgono al 1961 e raccontano “il futuro come era” – espressione bellissima, per dire come lo si poteva immaginare negli anni Sessanta –, ma offrono ancora sorprendenti chiavi di lettura e interpretazione del vivere, opportunità di comprensione del tempo. Nella messinscena chi scrive ha la sensazione si indugi sulla storia d’amore tra le protagoniste – belle e impalpabili, come pesci che si rincorrono in un acquario, Giulia Mazzarino e Federica Rosellini –, ma è questione di sensibilità e di lettura personale. La regia di De Rosa – concettuale e anche empatica – trasforma il teatro Astra (nomen omen) in una stazione spaziale quasi mistica, dove i segni comunicano tra loro e vanno dritti al cuore dello spettatore.

Giovanni Luca Montanino

Ultima modifica il Lunedì, 01 Gennaio 2024 18:46

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