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TALKING HEADS II - regia Valter Malosti

Michela Cescon. Foto Fabio Lovino Michela Cescon. Foto Fabio Lovino

di Alan Bennett
con Michela Cescon
versione italiana e regia di Valter Malosti
suono G.u.p. Alcaro, scene Nicolas Bovey, costumi Grazia Materia
luci Alessandro Barbieri, fonico Federica Canciello
assistente alla regia Elvira Berarducci
produzione Teatro di Dioniso, Progetto Goldstein, Pierfrancesco Pisani
in collaborazione con Infinito srl,

visto al Teatro Bellini di Casalbuttano (Cremona), il 20 gennaio 2018

www.Sipario.it, 22 gennaio 2018

Alla fine resta un senso di amarezza che fa male e fa riflettere, eppure Talking Heads II diverte, intriga, fa sorridere e strappa applausi calorosi e prolungati per una bravissima e camaleontica Michela Cescon, diretta da Valter Malosti. Che ci sia qualcosa di inquietante e di 'fuori registro' lo si avverte fin dalla scenografia di Nicolas Bovey: una stanza in cui la prospettiva è falsata, in cui la figura di Cescon è fuori dimensione, una proiezione mentale, più che uno spazio realistico. In questo luogo della mente Cescon dà corpo e voce a due personaggi femminili, inventati dalla penna caustica di Alan Bennett. Tailleur, aspetto da signorina Michela Cescon è Miss Fozzard divisa fra il fratello con ictus, affidato a una moldava che gli restituirà energie e gli prosciugherà il portafoglio, e il podologo con cui intrattiene una relazione sessuale non ordinaria, fatta di feticismo e camminate sulla schiena. Michela Cescon è tutta a scatti, irresistibilmente comica nel tracciare la solitudine allampanata di quella signorina tutta casa, podologo e lavoro.
I toni si fanno più tesi con Notti nei giardini di Spagna, soliloquio che si apre sull'omicidio di un uomo in una casa di un tranquillo quartiere residenziale. La vicenda racconta la storia dell'amicizia della protagonista con la donna che ha ucciso il marito che la vessava da anni. La scrittura di Bennett in questo caso procede per accumulo di informazioni e nel prosieguo del racconto di quell'amicizia si scopre che la solitudine e le vessazioni della protagonista non sono da meno di quelle subite dalla donna omicida. Tutto questo viene narrato e agito con elegante leggerezza, Michela Cescon in un abito lungo si fa esile, protesa verso la platea e in un equilibrio 'instabile' costruisce la precarietà esistenziale del suo personaggio, la rende fuscello in balia di un marito di cui si conosce la riservatezza, l'abitudine di fischiare fra i denti e che si svela essere stato fra i voyeur che partecipavano alle violenze perpetrate sulla donna che ha ucciso il marito.
Valter Malosti, a cui si deve la traduzione, scava con intelligenza nel ritmo della scrittura di Alan Bennett, ne evidenzia le atmosfere grazie al perfetto tappeto sonoro, ideato da G.u.p. Alcaro e le luci di Alessandro Barbieri. In tutto questo – e non potrebbe essere altrimenti – Michela Cescon è sovrana, vive di un respiro recitativo che sa essere leggero e istericamente comico in Miss Fozzard si rimette in piedi, mentre Nei giardini di Spagna si fa esile, fuscello in balia di una vita in cui sofferenza e amore sono trattenuti in un'apnea piena di dolore. Valter Malosti e la sua Michela Cescon costruiscono un lavoro teatrale di intelligente e delicata intensità, in cui la leggerezza collima con la profondità, in cui la comicità è modalità scottante per raccontare una annichilente solitudine degli affetti e delle relazioni.

Nicola Arrigoni

Ultima modifica il Lunedì, 22 Gennaio 2018 10:27

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