di Ezio Mauro
Regia: Pietro Babina
Interprete: Ezio Mauro
Partecipazione in voce: Umberto Orsini, Alba Rohrwacher
Contributi artistici: Alberto Fiori, Pietro Babina
Produzione: Elastica srl.
Genova, Teatro dell'Archivolto, 29 novembre 2017
Thyssen. Opera sonora, spettacolo nato dalla sinergia tra la parola di Ezio Mauro e la musica di Alberto Fiori, si inserisce idealmente nel solco del giornalismo che si fa teatro, così come avevano già fatto scrittori ed autori a partire da Roberto Saviano e Antonello Piroso in avanti. Il risultato però si discosta dall'emotività della memoria e del racconto dei fatti per presentarsi come un tipo di installazione artistica e ipnotica. Una scenografia quasi del tutto assente, ad eccezione di una postazione munita di microfono e leggio per il cuneese Ezio Mauro, giornalista prestato al palco, e due postazioni musicali per Alberto Fiori, fa da sfondo alla rievocazione dell'incidente occorso nello stabilimento di Torino della acciaieria Thyssenkrupp nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2007, nel quale morirono sette operai. Lo spettacolo immerge così lo spettatore in un contesto profondo e concentrato sulle parole e i suoni provenienti dal palco. Thyssen. Opera sonora si struttura inizialmente con la lettura da parte di Ezio Mauro di alcuni stralci del reportage scritto per "La Repubblica" nel gennaio del 2008. Così sul palco la voce di Mauro e la registrazione delle voci di Umberto Orsini e Alba Rohrwacher raccontano le vicende dell'incidente e le memorie dei protagonisti e famigliari degli operai che ne sono state vittime. Il ruolo di Alberto Fiori, coprotagonista della narrazione, è quello di fornire un risvolto sonoro di contrappunto alla narrazione orale. Da subito il linguaggio non verbale dello spettacolo appare non funzionale ed anzi ingenera una sorta di spiazzamento sensoriale. In seguito i ruoli della voce e del suono si ribaltano e il musicista e compositore Alberto Fiori diventa il protagonista sul palco mentre guida, grazie all'uso della musica e dei suoni, il pubblico in un viaggio uditivo che rende metafisico il dramma precedentemente così fisico. Tale metafisicità però finisce per rendere troppo meccanico e freddo uno spettacolo che poteva maggiormente onorare la tragedia vissuta sulla pelle del lavoro operaio. Partendo da un fatto di cronaca reale e doloroso, trattato con piglio giornalistico, si passa così ad uno spettacolo musical-sensoriale fatto di suoni e tagli di luce, dove il tragico episodio della Thyssenkrupp passa in secondo piano. Il mordente delle battute iniziali dello spettacolo va così a scemare per ibridare la rappresentazione teatrale di una non facilmente decodificabile arte sonora. Così paradossalmente viene sottratta emotività e dinamismo all'intero impianto di Thyssen. Opera sonora. Pietro Babina firma la regia di uno spettacolo intenso ed espressivo, la cui unica pecca è, sia pure solo in pochi momenti, una non perfetta omogeneità tra parola e musica.
Gabriele Benelli