Con VANESSA GRAVINA, GIULIO CORSO
con la partecipazione di GEPPY GLEIJESES
che sostituisce GIORGIO FERRARA per una lieve indisposizione
di Agatha Christie
traduzione Edoardo Erba
con MOHAMED YASER ANTONIO TALLURA SERGIO MANCINELLI BRUNO CRUCITTI PAOLA SAMBO
MICHELE DEMARIA ERIKA PUDDU LORENZO VANITÀ
aiuto regia Norma Martelli
scene Roberto Crea
costumi Chiara Donato
artigiano della luce Luigi Ascione
musiche Matteo D’Amico
regia GEPPY GLEIJESES
personaggi e interpreti
Sir Wilfrid Robarts / Geppy Gleijeses
Greta, dattilografa di Sir Wilfrid / Erika Puddu
Carter, segretario di Sir Wilfrid / Bruno Crucitti
Avvocato Mayhew / Antonio Tallura
Leonard Vole / Giulio Corso
Roamine Heilger / Vanessa Gravina
Ispettore Hearne / Michele Demaria
Avvocato Myers, pubblico ministero / Mohamed Yaser
Giudice Wainwright / Sergio Mancinelli
Dottor Wyatt, medico legale / Bruno Crucitti
Janet MacKenzie, governante / Paola Sambo
L’altra donna / Erika Puddu
Sir Hearne - Cancelliere / Michele Demaria
Usciere / Lorenzo Vanità
Produzione Gitiesse Artisti Riuniti, Teatro Stabile del Veneto
Roma – Teatro Quirino Vittorio Gassman dal 17 al 29 gennaio 2023
Fare a teatro un giallo è difficile. Un conto è leggerlo, immaginando attraverso le descrizioni dei fatti e anche alcune considerazioni che l’autore svolge in corso di narrazione, chi potrebbe essere l’assassino. Ma in teatro è l’individuo che attira. I fatti vengono subito dopo. E però, in tal senso, Agatha Christie fa eccezione. E il suo Testimone d’accusa ne è la prova diretta. Per capirlo, basterà ancora andare a vedere la riduzione del romanzo che ne ha fatto Geppy Gleijeses in scena in questi giorni al Quirino.
Cosa colpisce di questa storia? Non penso la trama, perché è abbastanza ovvia e scontata. Si basa sull’accusa di omicidio di una donna ricca mossa contro un uomo che, di fatto, pare essere l’incarnazione della bontà, dell’innocenza e dell’altruismo. Quello che più stupisce è il modo con cui la Christie tratta i vari personaggi. Ne delinea la psicologia con chirurgica precisione, ma anche con quella sua tipica leggerezza che quando s’incontra in letteratura è proprio uno stato di grazia. Ad esempio è magnifico il rigore di Wilfrid Robarts, così come anche l’apparente freddezza e distacco nordici della donna che risponde al nome di Romaine Heilger. Anche il candore di Leonard Vole è disarmante. Tutti personaggi cui vien facile affezionarsi.
Gleijeses parte da questo materiale narrativo per sviluppare il suo lavoro drammaturgico. Non violenta quello che la Christie ha fatto. Semplicemente lo sceneggia sintetizzando descrizioni in immagini o in poche battute di dialogo. Il resto procede con grande linearità. Perché dopo tutto Testimone d’accusa questo è: un campionario di psicologia umana, della sua complessità, delle sue insidie, delle sue illusioni, delle sue maschere e dei suoi inganni volutamente portati avanti. Cosa c’è, a pensarci bene, di più teatrale di questo? In fin dei conti è come se ci si trovasse di fronte a un Pirandello trasmigrato in Gran Bretagna.
Giulio Corso (Leonard Vole) ha la giusta componente d’innocenza e gioventù per interpretare il suo personaggio. Anche nei momenti di furore, dovuto alla paura d’incorrere in una condanna a morte se l’accusa di omicidio a suo carico venisse confermata, ha tutti i connotati giusti di candore e spontaneità per guadagnarsi la tacita complicità del pubblico.
Vanessa Gravina (Romaine Heilger) è dura, cruda nella voce, inespugnabile: dà al ruolo quella giusta severità sotto la quale, però, non si può fare a meno d’intravedere un buon cuore.
Geppy Gleijeses (Wilfrid Robarts) è serafico, rigoroso, severo, ieratico, razionalissimo: qualità che l’attore ha saputo intercettare nel personaggio, inserendole comunque in un contesto umano che non è mai tenuto del tutto distante.
Al di là di uno stile recitativo generale molto simile a quello delle serie televisive o del cinema degli ultimi anni, e quindi non strettamente teatrale, questo Testimone d’accusa è gradevole e ha una sua leggerezza (come Calvino intendeva) di regia. Caratteristiche che ne fanno uno spettacolo davvero piacevole da vedere.
Pierluigi Pietricola