testo: Renato Gabrielli
scene e regia: Sabrina Sinatti
con Massimiliano Speziani, Attilio Nicoli Cristiani, Alessia Giangiuliani
disegno luci: Gianni Staropoli
Milano, Teatro i, dal 20 al 25 gennaio 2009
Un fatto di cronaca, un uomo che uccide l' amante consenziente e ne divora il corpo, si trasforma nella pièce di Renato Gabrielli, «Tre. Una storia d' amore», scritta con bella vivezza e un' ironia che diventa amara riflessione, in una sorta di viaggio nella mente di un uomo e della sua vittima, nella loro solitudine esistenziale, nel vuoto d' amore che diventa ferocia contro gli altri e contro se stessi. Interessante l' impianto drammaturgico: i dialoghi e i pensieri dei due protagonisti si fondono senza soluzione di continuità. La costruzione dei personaggi nasce dai comportamenti e dalle continue riflessioni, spesso sarcastiche e ipercritiche, che danno verità al sinistro grottesco della vicenda. Con intelligenza la giovane regista Sabrina Sinatti crea un' atmosfera in bilico tra incubo e realtà. In un bar con tavoli e sedie di metallo, sul fondale bianco si proiettano le parole che i protagonisti recitano e ombre di bottiglie alla Morandi. Terza presenza un silente cameriere che da inquietante uomo senza volto diventa oggetto-vittima. Molto bravo Massimiliano Speziani nel far vivere il suo «mostro» di ordinaria normalità, un uomo dalla personalità complessa che a tratti sembra sentire il peso del nulla che ha in sé. Brava anche Alessia Giangiuliani, una donna nevrotica che da vittima si trasforma in carnefice. Teatro i, fino al 25 gennaio
Magda Poli