Reading teatrale tratto dal libro di Christopher Vogler, Il viaggio dell’eroe
Con Francesco Montanari
LVF – Teatro Manini di Narni
Spettacolo in partnership con ImpresaFest
Narni – Narni Città Teatro 2024
Sala Consiliare 16 giugno 2024
Ricordo una trasmissione di qualche decennio fa nella quale Roberto Calasso ed Elémire Zolla si confrontavano sul mito. Fra tante idee, due mi incuriosirono. Zolla: “Ogni vera letteratura, a prescindere che sia più o meno eccelsa, attinge sempre da narrazioni mitiche”. Calasso: “Sono storie che non hanno mai smesso di procedere. Per riprendere una frase di Salustio: queste cose non avvennero mai, ma sono sempre”. È con grande sorpresa, dunque, avendo nella memoria questo confronto così profondo e costruttivo sunteggiato nelle parti essenziali, che mi sono avventurato – è il caso di dirlo – ad assistere alla lettura di Francesco Montanari, Il viaggio dell’eroe, nella giornata conclusiva dell’ultima edizione di Narni Città Teatro. Si è trattato di un reading suggestivo, tratto dal libro omonimo di Christopher Vogler, ispirato a sua volta dall’opera di Campbell L’eroe dai mille volti: un classico che interpreta il mito in sé, e tutte le narrazioni mitologiche, come un processo di individuazione di tipo psicanalitico. E non alla psicanalisi tout court Campbell si riferisce, ma precisamente a quella di Jung, in particolare alla sua formulazione degli archetipi: nugoli universali di energia che vivono dentro ciascuno di noi e che, di volta in volta, esprimono tratti della nostra personalità che entrano in gioco secondo precise circostanze. Ciascuno di noi, in sostanza, vivendo compie un viaggio eroico: da un mondo ordinato e sereno, siamo chiamati all’avventura dalla quale torniamo mutati e con tesori che vanno a nostro beneficio. Vogler, riprendendo la tesi di fondo del libro di Campbell (le dodici stazioni del viaggio dell’eroe: mondo ordinario, chiamata all’avventura, rifiuto della chiamata, il mentore, il superamento della prima soglia, le prove gli alleati i nemici, avvicinamento alla caverna più profonda, la prova centrale, la ricompensa, la via del ritorno, la resurrezione, il ritorno con l’elisir), la sviluppa mostrando come essa possa costituire la struttura essenziale e universale per scrivere ogni tipo di storia. Grazie a questa tesi, Vogler e il suo libro sono divenuti punti di riferimento per generazioni di scrittori. Montanari, nella sua lettura, non ha tralasciato il substrato di Campbell presente in Vogler. Lo ha richiamato raccontando, in conclusione, una sua esperienza personale: il suo viaggio eroico il cui elisir conquistato può così essere riassunto: affidati alla vita. Partecipazione viva e sincera alle parole di Vogler, immedesimazione piena nell’archetipo del viaggio eroico, memoria nitida e pulsante quando ha rammentato la sua esperienza personale: con tali caratteristiche, assieme a una voce calda e ricca di armonici, Montanari ha voluto (questa la sua speranza, il suo intento?) risvegliare l’eroe presente in ognuno di noi, invitandoci a prendere parte al nostro viaggio senza paura. Perché il solo modo per raccontare una storia, sosteneva Roberto Calasso – e Montanari implicitamente lo ha ricordato – è viverla sino in fondo. Pierluigi Pietricola