di Carlo Goldoni
Regia: Alberto Oliva
Interpreti: Mino Manni e Raffaele Berardi, Stefano Cordella, Paolo Giangrasso, Desirée Giorgetti, Alessandro Lussiana, Federico Manfredi, Francesco Meola, Davide Palla, Valeria Perdonò, Federica Sandrini, Cinzia Spanò
Musiche originali: Bruno Coli. Scene: Francesca Pedrotti. Costumista: Ilaria Parente
Produzione: Il Contato del Canavese I giovani del Teatro Giacosa
Tieffe Teatro Menotti, Milano dal 8 al 18 novembre 2012
La piazza centrale d'un piccolo borgo. Un'autorevole vedova e la nipote in età da marito osservano dalla terrazza l'andirivieni sotto di loro, scambiano battute agitando con civetteria il ventaglio. La giovane se lo lascia sfuggire. Cadendo il ventaglio si rompe. Il timido innamorato che non ha il coraggio di dichiararsi decide di guadagnarsi il favore della ragazza regalandole un ventaglio nuovo. Da questo episodio minimo parte una girandola di equivoci, rivalità, gelosie, litigi in un crescendo comico che fa incrociare la coppia borghese con un pendant popolano coinvolgendo una mal assortita serie di aspiranti infelici, mezzani aristocratici, personaggi di contorno d'ogni genere. Alla fine tutto si chiarisce, i fortunati esultano e i perdenti rimangono scornati.
Opera tra le più famose di Goldoni, Il Ventaglio attraverso il meccanismo comico presenta lo spaccato d'una società in una fase di forte cambiamento. Vengono rappresentati con la lucidità della caricatura gli esponenti d'una classe nobiliare al tramonto, altezzosa, priva di prestigio e ricca di debiti. Il popolo fa finta di stare al gioco e intanto si dà da fare per salire socialmente. E le donne fanno miglior figura degli uomini per senso pratico e determinazione nel difendere la propria dignità e libertà di scelta in campo amoroso. Tematiche ovvie ( fino a un certo punto ) oggi, rivoluzionarie nel Settecento.
La compagnia Il Contato del Canavese I giovani del Teatro Giacosa – Premio Sipario 2012 – ha messo in scena una versione piacevolmente vivace e giocosa. La regia ha coordinato senza perdere il controllo un intreccio di entrate e uscite di scena, episodi che si contrappongono e susseguono con ritmo incalzante. Una scelta che privilegia l'aspetto comico lasciando implicita l'analisi psicologica e sociale, Tale impostazione ha trovato degli interpreti molto partecipi e convinti che hanno scongiurato il rischio – implicito nell'impostazione registica – di banalizzare il divertissement col ricorso al macchiettismo facile. Perdonabile qualche caduta qua e là, soprattutto nei momenti più parodistici, in accentuazioni un tantino sopra le righe.
Vittorio Tivoli