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ZIO VANJA – regia Roberto Valerio

"Zio Vanja", regia Roberto Valerio. Foto G. Acerboni "Zio Vanja", regia Roberto Valerio. Foto G. Acerboni

di Anton Cechov
adattamento Roberto Valerio
con Giuseppe Cederna, Pietro Bontempo, Mimosa Campironi, Caterina Misasi, Alberto Mancioppi, Massimo Grigò, Elisabetta Piccolomini
costumi Lucia Mariani
luci Emiliano Pona
suono Alessandro Saviozzi
allestimento Associazione Teatrale Pistoiese
regia Roberto Valerio
produzione ATP Teatri di Pistoia Centro di Produzione Teatrale con il sostegno di Ministero della Cultura, regione Toscana
teatro Remondini, Bassano del Grappa, 1 marzo 2023

www.Sipario.it, 3 marzo 2023

In un microcosmo gelido e apparentemente disteso e realizzato si muovono i personaggi del testo di Cechov “Zio Vanja”, mossi da una base di fondo che vince su tutto, che è la noia. Mista insieme per non farsi mancare nulla anche alla rassegnazione, a un sogno perpetuo che le cose magari possano cambiare da un momento all’altro, provando qualche volta timidamente a fare. Agire, bisogna, come più volte ricorda il professor Serebrijakov, in visita alla sua tenuta, dove Vanja è chi ci lavora, assieme a sua nipote Sonja, figlia di primo letto del professore. Il piccolo mondo di questi personaggi che non vivono se non al minimo è infatti composto da parentele e amicizie ed è molto circoscritto, limitatissimo. In questo allestimento curioso e ironico, davvero interessante, a cura di Roberto Valerio, a parte la profondità di ognuno dei personaggi che rimane immutata come nel testo, i loro sentimenti esposti, il loro esistenziale percorso salgono a galla con caratteristiche energiche, movenze e gesti che rinverdiscono l’ambientazione pur nella fedeltà assoluta dell’ambientazione. Il regista Valerio decide dunque di vivacizzare i personaggi, che con queste azioni tentano di reagire alla banale quotidianità che li circonda, che fanno di essi delle vittime. I disaccordi, le tensioni che si vengono a creare nel dramma di “Zio Vanja”, ben conosciute e sempre molto attuali come si conviene nei più grandi autori, si provano a stemperare con una piccola dose di follia della quale è proprio Vanja il principale artefice, che grazie all’esperienza del suo ottimo interprete Giuseppe Cederna, fatta anche di clownerie, mette in atto slanci passionali anche motori, qualche frizzo giocando sul proprio stato emotivo con del sarcasmo, dando una prova perfetta del personaggio. Come appunto i grandi autori sanno descrivere, Cechov delinea benissimo i personaggi, facendo di ognuno un quadro persino a sé stante quando non insieme a tutti, ben preciso. Così, in mezzo a “gente bislacca”, come lo stesso dottor Astrov riconosce, si trova l’ingombrante presenza decisionista del professore, che Alberto Mancioppi disegna con rigore, l’aurea e austera impersonificazione della bellezza di sua moglie Elena, alla quale Caterina Misasi mette anima e cuore, e bella recitazione, l’esitante personalità di Sonia, così ben tratteggiata da Mimosa Campironi. E poi gli altri, lo stesso dottor Astrov, rude e incurante dell’amor altrui, al quale Pietro Bontempo dà grandi momenti, da grande attore qual è. Quando in scena Cederna e Bontempo sono insieme si è certi di assistere a prove attoriali di grande efficacia, di lavoro sui personaggi, sul teatro stesso, importante. Non sono da meno, certificazione di una compagnia affiatata (e quando si vede ciò è una scommessa vinta, un segnale che il teatro di compagnia è sulla strada giusta), Elisabetta Piccolomini, che fa la balia Marija, e Massimo Grigò, Telegin, altro lavoratore della tenuta caduto in disgrazia. Il monito, insomma, è cercare di sopravvivere, salvandosi dove si può anche a costo di spiacevoli realtà, come l’amore non ricambiato di Astrov verso Sonja. Tra temporali che incalzano, che rendono il grande gelo anche grazie al sapiente uso delle luci di Emiliano Pona, le battute grottesche e ciniche, Il conturbante inerpicarsi di Vanja su Elena, altro amore non ricambiato, quest’ultima che salta letteralmente addosso al dottore altro per vivere l’attimo, gli incubi di Astrov che saltan fuori, e ancora, l’attimo feroce di Vanja, la comunità resta nel proprio pensiero ristretto, subito dopo la partenza del professore, di sua moglie, e di Astrov. E tutto torna come prima, in quel contesto piccolo, scoraggiante. Ottimo spettacolo, pubblico di Bassano contento.

Francesco Bettin

Ultima modifica il Mercoledì, 08 Marzo 2023 08:12

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