Cari Lettori,
dopo New York, San Francisco, San Jose, Stoccolma, Bucarest, eccoci a Pechino, ribattezzato Beijing, capitale della Cina, per far conoscere dove il teatro lo vivi e racconti, venendoci. Sì, conoscere, raccontare, commentare, offrire è il nostro compito. E l'impegno non è solo quello di registrare, ma anche quello di proporre eventi, affinché la creatività dell'uomo possa sollecitare altri per un'arte allargata e condivisa.
Un viaggio nelle capitali del mondo per incontrare protagonisti dello spettacolo e intervistarli, per una reciproca conoscenza. Per questo ti chiediamo di stare vicino a Sipario.
Prossimamente: India, Giappone, Africa, Australia, Indonesia, Americhe, e altri ancora, perché, aprendo Sipario sul mondo, affermiamo, con Williams Shakespeare, che "Il mondo è tutto uno spettacolo" da vivere perché ti appartiene, per essere anche tu un protagonista. Apri gli occhi sul mondo con Sipario.
Beijing Fringe Festival,
laboratorio internazionale
per giovani registi di talento.
La Fondazione Teatro Stabile di Torino
presente con "Gl'Innamorati" di Goldoni.
Iaia Forte al Teatro dell'Istituto Italiano.
Dal 2008, la Cina vanta il festival più importante dell'Asia: il Beijing Fringe Festival. In pochi anni è diventato il bacino-laboratorio dei giovani talenti dell'arte scenica, sia cinesi che internazionali, con indirizzo verso eventi di divertimento intelligente, brillanti, e di forti provocazioni creative; eventi tesi anche a tessere scambi tra giovani artisti, aprendo così un nuovo scenario che sta sbocciando alla grande.
Infatti, dal 2008, il Festival è diventato trampolino di lancio di tante opere teatrali eccellenti. In sei anni ha ospitato 276 produzioni di artisti giovani di tutto il mondo, con letture pubbliche, laboratori di recitazione, forum teatrali, esibizioni, e altri eventi. 5300 giovani artisti hanno partecipato al Festival che ha registrato 230.000 spettatori per gli spettacoli, mentre 31.000 giovani hanno preso parte a stage educativi. Il Festival ha prodotto numerosi spettacoli per altri festival internazionali: dall'Asia all'Europa, dall'America all'Australia, diventando così piattaforma per esposizioni e interazioni, rinforzando la cooperazione creativa con i tanti festival del mondo per connettere e collaborare.
Quello del 2014, direttore artistico Meng Jinghui, ha messo in campo ben 60 eventi, tra produzioni cinesi e internazionali, tra cui anche l'Italia con "Gl'innamorati" di Carlo Goldoni, prodotto dalla Fondazione Teatro Stabile di Torino in collaborazione con "Il Mulino di Amleto", regia di Marco Lorenzi, il quale, stando ai canoni richiesti dalla filosofia del Festival, ha spinto il pedale verso una messa in scena che tenesse conto più che alle parole del testo a quelle delle azioni e delle immagini, contaminando i costumi del settecento con elementi moderni, inserendoci pantomime claunesche, con una recitazione che passava dal farsesco al romantico; insomma, una miscellanea di generi, di gag, che il pubblico, numeroso e giovane, ha gradito, nonostante la verbosità dell'opera, e la non sempre leggibile proiezione delle battute tradotte in cinese; e infine, ricorrendo ad una scenografia che a dire essenziale è già troppo: una pedana quadrata a simboleggiare l'unica stanza in cui agiscono i personaggi al centro di uno spazio scenico spoglio, tutto a vista, con una porta montata sul fondo, con alcune botole sparse sul pavimento della pedana per i giochi pantomimici, sedie portate in scena al momento opportuno e un lampadario che sale e scende. Uno spettacolo fatto da una compagnia di sei giovani attori, bravi e fedeli ad una regia più attenta agli effetti ludici che alla psicologia dei personaggi dell'opera di Goldoni. Sono: Lorenzo Baroli, Fabio Bisogni, Marco Lorenzi, Barbara Mazzi, Maddalena Monti, Raffaele Musella. Scena e costumi di Gaia Moltedo. Musiche originali di Davide Arneodo. Movimenti scenici Daniela Paci.
Se lo spettacolo ha convinto e resistito ad un'ora e mezza di rappresentazione è anche per merito della storia dei due innamorati, Eugenio e Fulgenzio, che litigano continuamente per gelosie, ma poi le vicissitudini hanno un lieto fine. Storia che è piaciuta ai giovani che hanno affollato il Teatro Alveare ed hanno elargito sentiti applausi.
Grazie all'Istituto Italiano di Cultura, il giovane pubblico cinese potrà godersi il 22 settembre, un'altra proposta teatrale, esattamente "Hanno ragione tutti", adattamento dell'omino romanzo di Paolo Sorrentino, protagonista l'attrice-cantante Iaia Forte, che si cimenta in una parte maschile narrando la storia del cantante napoletano Tony Pagoda, che all'apice della sua carriera nella New York degli anni '50 deve esibirsi a Radio Music Hall davanti a Frank Sinatra.
Si tratta di uno spettacolo che sta dal 2013 sta riscuotendo grande successo, con notevoli richieste sia in Italia che all'estero.