Intervista al Dott. Mario Zito, Assessore alle Culture del Comune di Palermo
La sua comunità dispone di sufficienti scuole di formazione artistica? Quali quelle ufficiali sostenute dagli enti pubblici?
Al momento registriamo la nascita di un corso di laurea del DAMS avviato in collaborazione con il Teatro Biondo. Nel territorio esistono, inoltre, numerose attività private dedite al teatro, sorte grazie all’iniziativa dell’imprenditoria privata come la scuola di Emma Dante. Ci sono anche numerose iniziative in fase di elaborazione nate, per esempio, al Teatro Massimo. Le grandi istituzioni sono, dunque, in fermento per creare grandi poli volti a formare gli artisti del domani. Da non dimenticare la presenza delle due grandi istituzioni che sono il Conservatorio e l'Accademia di Belle arti che godono di finanziamenti statali. Possiamo affermare che sotto questo profilo il Comune deve ancora avviare attività specifiche e in quest'ambito io vorrei puntare molto sulle compagnie già presenti nel territorio e sul teatro sociale che attualmente opera con laboratori davvero invidiabili. Attività da sostenere dal momento che registrano un ritorno non indifferente anche nella società. Mi piacerebbe intraprendere qualcosa di più strutturato.
Quindi lei non sarebbe contrario all'apertura di un’Accademia europea di teatro in modo da formare artisti che abbiano l’opportunità di operare sia sul territorio locale che in ambito europeo?
Sarei sicuramente disponibile, le preclusioni a priori non le ho mai condivise. Se continuiamo a pensare alle nostre città in modo sempre circoscritto cadiamo nel provincialismo. La dimensione europea e la dimensione internazionale oggi non è una sperimentazione, è una necessità, non si può non pensare ad una scuola europea.
Esiste un censimento degli artisti residenti a Palermo e operanti principalmente sul territorio? Quale tipo di attenzioni intende dare a questa realtà?
Attualmente non esiste un censimento degli artisti residenti in città. Tuttavia le confesso che in questo periodo così difficile ho avvertito l’esigenza di andare in questa direzione. Recentemente ho ricevuto e ascoltato molti artisti e ho scoperto realtà bellissime nonché singole personalità che veramente andrebbero non solo censite ma anche sostenute. L'occasione della pandemia forse mi darà l'occasione di mettere ordine e di avere contezza di ciò di cui parliamo e trovare, successivamente, forme di sostegno specifiche. È ormai noto che le forme di sostegno devono arrivare anche da altri organismi preposti a tale obiettivo ma sappiamo bene che alcune dinamiche che si sono create nei criteri di distribuzione dei sussidi o dei sostegni sono talmente complicate che hanno ostacolato e raramente aiutato gli artisti. Sto raccogliendo storie che umanamente mi toccano molto: incontro artisti che hanno scommesso e investito tutta la loro vita nell'arte e nella bellezza del teatro e oggi sono costretti a chiedere aiuto per un pasto. Questo non possiamo accettarlo, occorre agire.
Per quanto attiene all'accoglienza di eventi teatrali provenienti da altre regioni è previsto un budget?
No, su questo non abbiamo definito un budget. Il nostro teatro di riferimento è il Teatro Biondo e le compagnie che arrivano dall’estero sono sempre incluse nella stagione del Teatro Biondo.
Prevede iniziative e progetti per promuovere la città di Palermo in Europa?
Per il prossimo anno intendo proporre una programmazione annuale di tutti gli eventi che mi auguro possa diventare uno strumento valido per raccontare Palermo eliminando qualsiasi elemento di occasionalità. Sono dell’avviso che l'assessorato debba dettare tempi e programmazione. Chiarito questo punto potrò, successivamente, dedicarmi ai grandi temi di cui parlavamo come l’internazionalizzazione. Attualmente oltre all’assessorato alle culture ho anche altre deleghe che sono molto impegnative quali: gli spazi espositivi, i sistemi museali, la partecipazione democratica, le consulte delle culture e la toponomastica. Ben cinque deleghe che mi piacerebbe far dialogare tra loro.
Prevede iniziative promozionali per il coinvolgimento del pubblico verso lo spettacolo dal vivo e su quale mezzi di comunicazione intendo operare?
Non nego che talvolta si è carenti nella comunicazione ma ritengo che oggi non sia più ammissibile trascurare questo profilo. Non si può più affidare la comunicazione unicamente alle conferenze stampa che spesso non servono, il pubblico va seguito, educato, istruito e per tale obiettivo occorre ricorrere ad ogni mezzo. Il Teatro Massimo, ad esempio, in questi ultimi anni ha avviato e sostenuto molte attività puntando sulle nuove generazioni. Ciò ha consentito, in occasione della prima del Parsifal, di avere in sala un pubblico di giovani non indifferente. Palermo ha un pubblico che necessita di essere aiutato e sostenuto, quindi la comunicazione la ritengo uno degli strumenti più importanti, talvolta sollecitato finanche da associazioni ed artisti.
Quindi la percentuale del budget rivolta alla promozione mi sembra consistente.
Vorrei trasformarla in consistente. A Palermo esistono tantissime realtà teatrali di altissimo livello, cito le rassegne cinematografiche o le rassegne teatrali, solo per fare due esempi, che sono diventate tradizione della città. Il mio intento è di fare in modo che questi festival connotino la città a tal punto da diventare poli di attrazione. La risposta è sempre nella comunicazione, solo comunicando posso capire e comprendere la grandezza e il livello di un’operazione.
Mario Mattia Giorgetti