venerdì, 08 novembre, 2024
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INTERVISTA A CLAUDIO TOLCACHIR - di Valeria Patera

Claudio Tolcachir Claudio Tolcachir

Claudio Tolcachir è Drammaturgo, regista, attore e fondatore del Teatro Timbre 4 a Buenos Aires, dove vive e lavora fino al 2023, trasferendosi poi a Madrid. Protagonista indiscusso della nuova scena argentina, ha riscosso il suo primo successo internazionale nel 2005 con il pluripremiato La Omisión de la Familia Coleman, presentato nelle più importanti capitali del mondo, tra cui Milano, Madrid, Parigi, Lisbona, Dublino, New York, e tuttora in tournée.  In Italia ha diretto Giulia Lazzarini in EMILIA prodotto dal Teatro di Roma diretto da Antonio Calbi e poi Edifico 3 con  Piccolo Teatro e Carnezzeria. Attualmente arriva a Palermo Con ANNA CAPPELLI di Annnibale Ruccello che debutterà all’Orto Botanico sede del festival multidisciplinare Metamorphosis diretta da Sabino Civilleri per Coop Culture e SIMUA.

Lo incontro a Palermo, in Area Madera, uno spazio di lavoro dove il tempo ha depositato un’atmosfera che ti abbraccia appena entri e che fu fondata da Claudio Collovà. Claudio Tolcachir  è un affascinante giovane uomo fulvo di pelo e dalla scoppiettante energia e simpatia, mi colpisce la sua immediata carica umana mentre mi riceve alla fine della master Class che sta svolgendo con attori e attrici, prima della prova generale dello spettacolo in debutto all’Orto Botanico  con Valentina Picello

Quando ho visto in programma Anna Cappelli di Annibale Ruccello, un testo cult che già fu portato in scena da Anna Marchesini e Maria Paiato, qualcosa mi ha fatto pensare ad Emilia, il bellissimo spettacolo che vidi almeno due volte  se non tre al Teatro di Roma e che ricordo in particolare per la luminosità interpretativa di Giulia Lazzarini, sono due personaggi femminili sui quali si incardina la drammaturgia di due testi diversi e le chiedo se c’è qualche legame tra le due?
Trovo molto interessante questa domanda perché non ci avevo mai  pensato ad accostare Emilia ad Anna Cappelli  quindi la ringrazio per questa osservazione perché  effettivamente il personaggio di Emilia viveva in un mondo basato sul ricordo e anche tutte le sue azioni erano appunto un ricordo che  lei raccontava, il ricordo della sua vita  di cui  lei era un personaggio marginale che non aveva un posto, non aveva una famiglia e questo suo spaesamento, questo essere senza baricentro mi fa pensare che appunto Anna Cappelli in qualche modo  è simile. Per altri versi  mi veniva il dubbio che in qualche modo il testo potesse essere datato nel senso che c'è questo personaggio che tiene così tanto a sposarsi e che ha questo rapporto con l'amore così possessivo, questo rapporto tra l'amore, la morte e il possesso ma credo che anzi proprio su questo tematica il testo abbia invece una sua attualità e quindi anche una necessità di essere rappresentato di nuovo.  Anna Cappelli  mischia  l'amore col possesso e soprattutto con la necessità di una sicurezza e questo appunto ha anche  un aspetto sempre attualissimo  cioè una donna che non ha la sicurezza di  una sua casa  e che non ha degli strumenti culturali  quindi per lei l'amore finisce anche per essere   questo avere uno spazio uno spazio con i mobili, uno spazio con le cose che servono per la vita di tutti i giorni. In pratica è una tragedia borghese basata appunto su un sentimento di dipendenza tra i due partners. So che in Italia ci sono state due importanti interpretazioni di Anna Cappelli cioè quella di Anna Marchesini che però non ho mai visto e quella di Maria Paiato di cui ho visto il video tuttavia con  con Valentina  Picello penso di fare una versione particolare di questo di questo personaggio  perché appunto lei  è un'attrice molto creativa e sorprendente e di sicuro porterà al personaggio qualcosa di nuovo e inedito.

Collegandomi al fatto che siete ospiti di una rassegna che si chiama Metamorfosi  le chiedo  se il personaggio di Anna Cappelli attraversa una metamorfosi?
Sì  c’è una metamorfosi, una trasformazione nel senso che lei parte da un abbandono da parte della sua famiglia ed è attraversata da un sentimento di rivincita sociale  e personale e questo sentimento fa muovere il personaggio mentre invece Emilia  era estranea a questo tipo di sentimento anzi era un profondo sentimento di sacrificio e amore disinteressato a farle raggiungere la casa del bambino che aveva curato tanto tempo prima. Anna Cappelli  vive una paranoia  che trasforma tutti in nemici e questo è un aspetto molto interessante dal punto di vista teatrale perché è un personaggio con forti ombre,  non è affatto un angelo anzi si trasforma in un demonio cannibale. Stiamo lavorando su questo personaggio che è molto completo proprio in virtù delle  sue ombre e paranoie e il teatro per me è importante proprio perché esiste per ricordarmi che il mondo è sempre più complesso di quello che appare.

E cosa le fa paura di questa complessità? La tecnologia? Lei ha portato in scena il personaggio di Alan Turing, il padre del primo computer che fu sottoposto a castrazione chimica in quanto omosessuale.
Della tecnologia mi preoccupa il potere di controllo sulle nostre vite e mi preoccupa questa ondata di violenza e repressione che in Argentina abbiamo già vissuto ma che ora sta arrivando anche in Europa.  Questo pensarsi in diritto di molestare una donna, io mi domando come accada dentro la testa di un uomo e come accada che un omosessuale possa essere visto come un uomo che non funziona bene? La domanda mi tormenta e il tormento muove il teatro.

Che ruolo ha o dovrebbe avere il teatro in questa difficile fase storica?
Io penso che il teatro ha un ruolo importante che si gioca non solo attraverso la rappresentazione ma prima ancora attraverso la connessione umana che governa il lavoro con gli attori, il lavoro sul singolo essere umano. Ecco io penso che lavorare con gli attori singolarmente sia avere la possibilità di mettere un seme che poi si svilupperà in una nuova pianta e questo è davvero importante ed è il modo più bello di incidere sulla realtà.  Abbiamo la responsabilità di tentare di costruire un mondo migliore che si basi su valori umani di base da seminare: empatia e condivisione. 

Claudio Tolcachir ha seminato in me la confortante sensazione di un artista che lavora sull’essenza, sulla necessità, sulla relazione con l’altro e non sull’ego. Andrei avanti ore a parlare con lui ma rispetto l’accordo sul tempo che poteva concedermi e ringraziandolo per questa disponibilità lo lascio andare verso le sue prove mentre mi preparo  a vedere il suo spettacolo che non potrà essere meno intenso dell’uomo-artista che ho incontrato.

Valeria Patera

Lo spettacolo “Anna Cappelli” dopo il debutto all’Orto Botanico di Palermo sarà in tournée: 20 agosto 2024 - GinesioFest 11 ottobre 2024 Ascoli Piceno - Teatro dei Filarmonici 29 novembre 2024 Pordenone - Teatro Verdi 3 dicembre 2024 Potenza - Teatro Francesco Stabile 6 dicembre 2024 Monopoli - Teatro Radar 7 e 8 dicembre 2024 BARI - Teatro Kismet 12 dicembre 2024 PAVIA Cinema Teatro Politeama 14 dicembre 2024 Teatro di RAGAZZOLA (PV) 22-26 gennaio 2025 ROMA - Teatro India

Ultima modifica il Mercoledì, 31 Luglio 2024 23:10

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