I giovani invadono il teatro
di Beatrice Tavecchio
Poet in da Corner (Poeta in quell’angolo)
di Debris Stevenson
Regia di Ola Ince
Con la partecipazione di Jammz nel ruolo di SS Vyper, Debris Stevenson (Debris),
Stacy Abalogun (Mamma e altri ruoli) e Kirubel Belay (Tony ed altri ruoli)
Royal Court Theatre, dal 30 gennaio al 22 febbraio 2020
Tutti al Royal Court a vedere, cantare, muoversi con Jammz, uno dei re dei grime in scena con Debris Stevenson come protagonista del suo “grime musical”.
Il Royal Court ancora una volta stupisce per l’audacia delle scelte. Un teatro non molto grande, quasi un buco nella terra sopra la linea della metropolitana che se si fa attenzione lo scuote, con due balconate che danno un senso di instabilità, invaso da una folla di giovani pulsanti di dinamismo e di voglia di esprimerlo, racchiude e esplicita con questa scelta quello che il teatro deve essere: il cuore palpitante di una comunità. Via gli apparati inutili, le scenografie ingombranti o anche quelle moderne lineari ed abbaglianti nei loro vetri ed acciaio, quello che importa e che attira sono le liriche, la musica, la storia e l’interpretazione. Non su rifacimenti, riedizioni interpretative di spettacoli antichi o moderni che cercano di attirare il pubblico odierno estraendo temi universali reali o immaginari dal repertorio teatrale, ma con un lavoro nuovo che tratta di temi rilevanti a questa età di Millennials, attraverso canali interpretativi inventati da questa generazione. Appunto il grime con i suoi ritmi martellanti e spezzati e le liriche ritmate nel linguaggio corrente, sputato, asciutto, grammaticalmente e sintatticamente ‘diverso’ da quello classico, ma dannatamente espressivo ed efficace.
Il grime è un genere di musica elettronica di eredità afro-caraibica con influenze dell’energia del jungle e del tempo dell’ UK garage che appare a Londra all’inizio del Duemila e si diffonde attraverso radio pirata e cassette audio. The Boy in da Corner, a cui si rifà il titolo dello spettacolo: Poet in da Corner, è l’album del 2003 di Dizzee Rascal che apre la strada al nuovo genere a cui seguiranno i successi di Wiley, di Skepta ed di Stormzy, che vinse la Brit Awards nel 2018 all’O2 a Londra come migliore artista maschile.
Debris Stevenson, la drammaturga, che ha due lauree e insegna in università, racconta la sua storia con una madre di stretta religiosità mormone, un padre incapace, un fratello che spaccia, attraverso i suoi anni di scuola dove quello che si insegna, ‘la storia’ non è quella che si vive. Per SSViper, che si occupa della madre malata e dei due fratellini, non fa alcun senso essere castigato per essere in ritardo sull’orario scolastico. L’album di Dizzee Rascal invece parla la loro lingua ed ne esprime le difficoltà e la rabbia. Per Debris che comincia a scrivere e cantare i propri grimes è la salvezza perché le dà l’audacia di credere in se stessa, superare la balbuzie, prendere le distanze dalla propria famiglia, cercare la sua strada come scrittrice di liriche e anche di riconoscere la propria sessualità.
Il dialogo è minimo, il resto è grime, musica e liriche attraverso dialoghi e monologhi cantati dai due interpreti principali e dai due secondari. Drammaticamente è il contrasto vocale e personale tra Debris Stevenson e Jammz, che interpreta SS Viper, a tenere acceso lo spettacolo. Jammz si fa vivo dalla prima balconata quando attacca verbalmente Debris, una bianca che si rifà alla loro musica, e poi sul palco, come alunno della stessa scuola di Debris e suo tutore nella vita. Debris lo contrasta con sparring grime (liriche a contrasto) difendendo la propria individualità e diritto di usare il grime perché conforme alle proprie necessità.
In effetti Poet in da Corner rivendica la dimensione poetica, come dal titolo, del grime e il suo uso per creare un lavoro drammatico. Sorpassa così le sigillate categorie di musica, come elemento secondario a teatro, e di prosa per creare una sinergia tra le due.
Bravi gli interpreti e vero tour de force per Debris Stevenson continuamente in scena a cantare per 110 minuti di spettacolo senza intervallo. Ma la voce di Jammz, stella recente del grime, MC e produttore discografico, è tutta un’altra cosa, piena, ambrata, forte, ma senza forzature. Il pubblico in piedi, senza un pensiero per le balconate pericolanti o no, a cantare, a rispondere alle sollecitazioni canore dal palco, esultante alla fine. A fine spettacolo la festa continua nel bar-ristorante del teatro.