domenica, 15 settembre, 2024
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"The Hot Wing King" (Il Re delle ali di pollo speziate) di Katori Hall. Temi universali di relazioni di coppia dibattuti in una comunità gay afro-americana... -di Beatrice Tavecchio

Simon-Anthony Rhoden (Dwayne), Kadiff Kirwan (Cordell) e Olisa Odele (Isom) in "The Hot Wing King" al National Theatre. Foto Helen Murray Simon-Anthony Rhoden (Dwayne), Kadiff Kirwan (Cordell) e Olisa Odele (Isom) in "The Hot Wing King" al National Theatre. Foto Helen Murray

The Hot Wing King (Il Re delle ali di pollo speziate) di Katori Hall
Temi universali di relazioni di coppia dibattuti in una comunità gay afro-americana
in una commedia piccante per contesto, suoni, musica e canzoni

Regia di Roy Alexander Weise
scene e costumi di Rajha Shakiry 
musiche di Femi Temowo, luci di Joshua Pharo, suoni di Elena Peña
Con Kadiff Kirwan (Cordell), Kaireece Denton (‘EJ’), Jason Barnett (Big Charles),
Olisa Odele (Isom), Simon-Anthony Rhoden (Dwayne), Dwayne Walcott (‘TJ’)
Londra, Dorfman Theatre, National Theatre, dal 18 luglio al 14 settembre 2024

Katori Hall è una drammaturga americana, giornalista e attrice. Nel 2010 è stata premiata con la Olivier Award per The Mountaintop, per la migliore drammaturgia dell’anno, sull’ultima notte di Martin Luther King, dove si rifà al suo ultimo discorso: “Sono stato in cima alla montagna [...] e niente sarebbe più tragico che fermarsi qui a Memphis.” Katori Hall fece di King un personaggio a misura d’uomo prima di tutto, ed è questo che fa anche in questa commedia, che innanzi tutto è un ritratto di persone comuni e di problemi universalmente riconoscibili.

In scena sono le relazioni di coppia. Tre i personaggi principali: la coppia omosessuale e un nipote che fa scoppiare la tensione che porta alla resa dei conti fra di loro. Due spalle gay: Isom (Olisa Odele) che gioca su tutti i livelli di camp, e Big Charles (Jason Barnett ) più fine nel rendere il personaggio del barbiere più vario. La situazione della gara, l’indomani, per le migliori ‘ali di pollo’, dona spezie e colore al contesto. Due isole di cucina con fornelli, griglie, piani di preparazione e acquai sono in scena. Le pentole bollono, vapori speziati ne fuoriescono, i quattro amici che vogliono vincere la gara vi si aggirano, assaporano, aggiungono, scherzano, cantano, danzano preparando la salsa per la competizione, che per eccesso di peperoncino diventa ultra piccante, ma farà loro vincere la gara. I due livelli della commedia , quello comico, gioioso, surriscaldato e prorompente e quello serio, psicologico della relazione, si aiutano? Abituati come siamo a competizioni culinarie in TV, sui social media, quello della cucina era un contesto che aspettava di essere usufruito anche dal teatro. La musica ritmata ed ad alto volume, il tono di allegra convivialità dei personaggi, i movimenti liberi di arti e corpi disinibiti danno il tono al lavoro che altrimenti affonderebbe in una acrimonioso e triste resoconto dei problemi familiari dei due personaggi principali : Cordell (Kadiff Kirwan) che ha lasciato moglie e due figli per Dwayne (Simon-Antony Rhoden), il cui nipote ‘EJ’ (Kaireece Denton) si presenta a chiedere rifugio nella sua casa all’improvviso. Problemi insoluti come il fatto che Cordell non ha dopo due anni ancora detto alla moglie ed ai figli il motivo dell’abbandono dovuto alla scoperta della propria omosessualità, e per Dwayne il problema che deve risolvere anche a scapito dell’amante, per il dovere che sente di dover prendersi cura del nipote, la cui madre, sua sorella, è morta di recente in mano alla polizia. Le tensione tra i due personaggi salgono ancor più quando il padre del ragazzo, piccolo spacciatore e drogato, si presenta per riprendersi il figlio. Se sia meglio che venga allevato in una comunità omosessuale o da on piccolo trafficante di droga, è un quesito posto e a cui è evidente cosa rispondere, anche per il padre che se ne va.

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The Hot Wing King cast al National Theatre. Foto Helen Murray

Quindi un lavoro che ambientato a Memphis, Tennessee, da dove la drammaturga proviene, con personaggi afro-americani in una comunità gay che tra battute comiche e lazzi in cucina, ci dice che siamo tutti uguali con il nostro bagaglio di problemi che ci portiamo addosso e che lo spirito di fratellanza è quello che ci tiene assieme. 

Sul come ci viene detto, diciamo che le quasi tre ore di spettacolo sono lunghe, che le scene della preparazione delle ali di pollo, con spezie aggiunte ogni undici rigiri della salsa, sono a lungo ripetitive, che il lavoro poteva essere snellito, togliendo per esempio le brevi scene di gioco di basket fatte per far fraternizzare i personaggi, ma non necessarie alla trama. D’altra parte il regista ha lasciato che gli attori prendessero tutto il loro tempo nel costruire i personaggi, attraverso pause e ritmi naturalistici, per cui il lavoro nel suo complesso ha soddisfatto e infervorato con suoni, musica, canzoni  e movimenti e contenuto il pubblico. Ottimo l’atletico Kadiff Kirwan, capace di mille sfumature di carattere ed il giovane ‘EJ’, Kaireece Denton, immerso nel suo personaggio, stella nascente al suo primo debutto professionale.

Beatrice Tavecchio

Ultima modifica il Sabato, 03 Agosto 2024 10:20

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