A te, Milva.
Milva, ora che hai intrapreso il viaggio eterno, da dove non esiste ritorno tra noi,
tutti ti osannano nella tua arte eccentrica
polivalente di attrice, cantante, performer,
dopo undici anni che eri silenziosa,
prigioniera dei mali della vecchiaia.
Milva, gli ipocriti, ronzano intorno a te:
o di averti conosciuta, o di aver lavorato
con te nei molti eventi canori spettacolari.
Gli ipocriti elogiano per elogiare se stessi,
i media ricostruiscono il percorso artistico: ampio, generoso,
con i grandi di questo secolo,
Strehler, Brook, Theodorakis, Berio, Moricone e tanti, tanti altri,
a cui consegnasti il talento, l’immagine.
Milva, ora che sei dipartita in silenzio,
con senso di colpa, quelli ringraziano
per ciò che hai dato agli italiani, al mondo,
sorge in me spontanea la domanda:
perché dopo tanta assenza o non prima?
Prima, quando eri in corsa, la Società doveva osannarti con onorificenze
quale premio alla tua arte, alla prodiga disponibilità, al tuo concederti a noi.
Invece, tutto era silenzio, o indifferenza.
È Destino degli Artisti del tempo odierno,
che, ignorati, arricchiscano il nostro sapere, offrendoci momenti ludici e lieti di crescita.
Il silenzio, o indifferenza, delle Istituzioni
ha dominato, e domina ancora in silenzio:
solo la morte li risveglia per senso di colpa.
Amen, Milva, grazie per essere esistita.
Mario Mattia Giorgetti