DRODESERA XXXVIII EDIZIONE
S U P E R C O N T I N E N T 2
CENTRALE FIES, DRO (TN)
12 GIUGNO PREVIEW
S U P E R C O N T I N E N T 2
Curon / Graun _teatro musicale
OHT | Office for a Human Theatre + ORCHESTRA HAYDN ORCHESTER
musica di Arvo Pärt
7 LUGLIO OPENING EXHIBIT
Giovanni Morbin _mostra antologica + performance "Concerto a Perdifiato"
a cura di Denis Isaia
il 29 GIUGNO l'artista Giovanni Morbin presenterà
Il giro del Mondo con partenza da fermo (Movimento con passo falso)
alla presenza di pubblico e stampa
20_28 LUGLIO FESTIVAL
Direzione artistica a cura di Barbara Boninsegna, co-curatela Filippo Andreatta
dal 20 al 22 luglio Live Works performance act awards Vol.6
a cura di Barbara Boninsegna, Daniel Blanga Gubbay, Simone Frangi
Performer, artisti, filosofi, curatori, sound designer, architetti, ricercatori, registi in procinto di riappropriarsi tanto delle tradizioni e dei simboli quanto del proprio futuro, aprendo nuove visioni, cambiando di posto alle cose, producendo biodiversità e complessità di segno, di contenuto, di nuovi sguardi in nuove terre compiendo atti sciamanici.
BUILDING CONVERSATION (NL), MARCO D'AGOSTIN (IT), DEWEY DELL (IT), PHILIPP GEHMACHER (AT), L'AMICALE DE PRODUCTION - HALORY GOERGER + ANTOINE DEFOORT (BE/FR), JACOPO JENNA (IT), OHT + ORCHESTRA HAYDN ORCHESTER (IT), TIAGO RODRIGUES / TEATRO NACIONAL D. MARIA II (PT), UROK SHIRHAN (IQ/NL), ALMA SÖDERBERG + HENDRIK WILLEKENS (SE/BE), SOTTERRANEO (IT), SARAH VANHEE / CAMPO (BE), DRIES VERHOEVEN (NL), MARIA HASSABI (CY), LINA LAPELYTÉ (LT), MARIO MIELI (IT), GIOVANNI MORBIN (IT), SLAVS&TATARS (US) + 12 ARTISTI LIVE WORKS > ANNE-LISE LE GAC (FR), CHRISTIAN BOTALE MOLEBO (RDC/FR), JUDITH RAUM (DE), RODRIGO BATISTA DE OLIVEIRA (BR/NL), NYAKALLO MALEKE (ZA/CH) , ELY DAOU (LB), REZA MIRABI (IN/DE) , URSULA MAYER (AT/UK), MICHELE RIZZO (IT/NL), BETO SHWAFATY (BR), CINTHIA DE LEVIE (AR), PHUMULANI NTULI (ZA) FILM SESSION > JORDI COLOMER (ES), WERNER HERZOG (DE), KRISTINA NORMAN (EE), DRIES VERHOEVEN (NL) CLUB SESSION > COSMESI (IT), THEA HJELMELAND (NO), GÉRALD KURDIAN (FR), JOHN THE HOUSEBAND (SE) TALKIN' ABOUT > EMANUELE COCCIA (IT), FILIPPO MINELLI (IT), UGO MORELLI (IT), LUCA RUALI + NICOLA DI CROCE + MATA TRIFILÒ (IT)
Si è aperta con la preview di martedì 12 giugno la 38esima edizione di DRODESERA che ha per la prima volta a Centrale Fies l'opera di teatro musicale Curon/ Graun di OHT con l'ORCHESTRA HAYDN ORCHESTER di Bolzano e Trento.
Lo spettacolo di OHT anticipa molte delle tematiche che saranno approfondite in questa edizione del festival e pone a confronto il pubblico con una nuova modalità di uso degli spazi dell'art work space, in questo caso le due "sale Turbine", in cui il suono del famoso campanile di Curon – immerso nel lago di Resia in Val Venosta - e la sua forza spirituale dominano il palcoscenico, metafora letterale dello stile musicale di Arvo Pärt, interpretato dall'orchestra.
Dal 20 al 28 luglio a Centrale Fies si incontreranno performer, artisti, filosofi, curatori, sound designer, architetti, ricercatori, registi in procinto di riappropriarsi tanto delle tradizioni e dei simboli quanto del proprio futuro, aprendo nuove visioni, producendo biodiversità e complessità di segno, di contenuto, di nuovi sguardi.
SUPERCONTINENT2, titolo di questa edizione del festival, è un vero e proprio sequel dell'edizione 2017, torneranno prepotentemente pratiche nomadi legate alle migrazioni ma anche all'esplorazione di un luogo esotico o di una disciplina liminale a quella conosciuta e praticata. Se lo scorso anno Supercontinent dichiarava che la terra fosse di chi la vive così come di chi la attraversa, autoctono, turista, migrante, rifugiato che fosse, quest'anno abbiamo voluto addentrarci ancora di più in questa nuova Pangea, inventando toponimi come in una carte du tendre.a
«Oggi il festival è una realtà internazionale vivace e attiva, con una fortissima identità capace di restituire al suo pubblico, ogni luglio, i sapori, gli umori, gli immaginari e le necessità della scena performativa contemporanea italiana e straniera. - afferma la direttrice artistica di Centrale Fies Barbara Boninsegna - In quest'anno di residenze artistiche, produzioni e progetti, Centrale Fies non ha smesso di porsi domande incendiate dalla scorsa edizione, che ci spingono quest'anno a raccontare qualcosa di più di questo supercontinente che mischia paesaggi reali e paesaggi interiori, una carte du tendre in cui trovare toponimi misteriosi dal sapore iniziatico.
Nell'ambito del percorso di valorizzazione e storicizzazione della performance, Centrale Fies dedica un approfondimento a Giovanni Morbin (Valdagno, 1956), artista concettuale che negli ultimi anni ha condotto una ricerca sulla natura di forma e immagine concretizzata da atomizzazioni di oggetti comuni come ideale riordino artistico del mondo. Il 7 luglio inaugura all'interno della Galleria trasformatori" con la performance Concerto a Perdifiato la mostra antologica dal titolo Giovanni Morbin. Il progetto espositivo, curato da Denis Isaia, ripropone alcune fra le azioni più note dell'artista e prende spunto da un nucleo di opere pressoché inedito degli anni '70 e '80 fino a giungere alle prove più recenti. La mostra sarà anticipata dalla performance Il giro del Mondo con partenza da fermo (Movimento con passo falso), il 29 giugno.
A dare il via al festival dal 20 al 22 luglio sarà la sesta edizione di LIVE WORKS Performance Act Award, la piattaforma dedicata alla performance art nella quale Centrale Fies continua a rinnovarsi stravolgendo le regole dei premi, che dallo scorso anno trasforma i selezionati in vincitori e la giuria in board curatoriale. Live Works crea un network effettivo per l'artista, che ha fatto nascere in questi anni diverse collaborazioni tra i curatori e gli artisti delle scorse edizioni. Quest'anno i guest curators sono Alessio Antoniolli Direttore di Gasworks, Alexander Roberts curatore e producer, Anne Breure Direttrice della Veem House for Performance, Gundega Laivina Direttrice di Homo Novus Festival, Juan Canela curatore e scrittore, Vittoria Matarrese curatrice di Performance Art al Palais de Tokyo. Per la sesta edizione sono stati selezionati da Barbara Boninsegna, Daniel Blanga Gubbay, Simone Frangi, 12 artisti provenienti da tutto il mondo su 422 application pervenute.
A seguire, fino al 28 luglio, una programmazione artistica capace di restituire la ricerca contemporanea sul teatro e sulle arti performative. 5 le prime nazionali, tra cui Germinal de L'Amicale de Production in cui i performer vivranno il palcoscenico tentando di creare un ecosistema, un mondo, decidendo di costruire e decostruire la storia delle scienze, delle tecnologie e delle strutture sociali in modi sperimentali; e My shapes, your words, their grey, che segna il ritorno, dopo il successo dello scorso anno, del coreografo austriaco Philipp Gehmacher.
In programma anche artisti italiani e internazionali che nel corso dell'anno hanno sviluppato i loro lavori in residenza artistica da Centrale Fies tra cui Marco D'Agostin con Avalanche e Sotterraneo – collettivo teatrale parte di Fies Factory - con Overload. Sono presenti anche due artisti, Urok Shirhan con la performance Empty Orchestra e Jacopo Jenna con If, If, If, Then (in prima nazionale), vincitori entrambi di due precedenti edizioni di Live Works.
SUPERCONTINENT2 propone anche una selezione di video e film, ricostruendo in un luogo intimo e protetto come sono "Le terme", una piccola sala cinema a ingresso libero con proiezione in loop dalle 20:00 alle 24:00, pronta ad accogliere il pubblico in qualsiasi momento della serata.
Le proiezioni attraversano le tematiche del Festival con registi che hanno fatto la storia del cinema come Werner Herzog e giovani artisti come Jordi Colomer, scelto per rappresentare la Spagna alla Biennale Arte 2017. Dopo il successo degli scorsi anni lo spazio nascosto e sospeso nel tempo della "Forgia" si riattiva con un programma di Club Session musicale, che ospita performer come Thea Hjelmeland, Gérald Kurdian e Cosmesi collettivo artistico italiano che per la prima volta si affaccia alla scena musicale producendo un vero e proprio disco. Tra le novità di questa edizione Talkin' about, una formula ibrida, sorprendente per ospiti e proposte in cui ricercatori, sociologi, filosofi come Emanuele Coccia e Ugo Morelli e architetti che come Luca Ruali, Nicola Di Croce, Mata Trifilò con Una comunicazione magnetica con la natura raccontano un'originale ricerca sull'abbandono delle aree interne del Paese allontanandosi da format canonici, come ad esempio attraverso un live set.
S U P E R C O N T I N E N T ²
20-21-22.07
LIVE WORKS GUEST PERFORMER
SLAVS & TATARS
79.89.09 (20.07)
79.89.09 guarda a due momenti chiave della storia moderna – la Rivoluzione Iraniana del 1979 e il movimento Solidarność fondato in Polonia negli anni 80 – come eventi cardine delle due narrazioni geopolitiche più complesse del 20° e 21° secolo, rispettivamente il Comunismo e l'Islam politico. Nata originariamente come contributo alla biennale di Berlino 032c, la lecture apre il secondo ciclo di opere di Slavs and Tatars, Friendship of Nations: lo Showbiz sciita polacco, un'indagine sugli improbabili punti di convergenza nelle storie economiche, culturali e politiche rispettivamente di Polonia e Iran.
LIVE WORKS GUEST PERFORMER
MARIA HASSABI
STAGING: solo (21.07)
Estratto dell'installazione live STAGING (2017), presentata al Walker Art Center, Minneapolis e a documenta 14, Kassel, STAGING: solo presenta una successione di incontri, installati nelle molteplici stanze di un palazzo. In questa versione per Centrale Fies tre performer si muovono a un ritmo moderato, trasformando i loro corpi a velocità lentissime, talvolta impercettibili, presentando un ciclo coreografico di due ore.
LIVE WORKS GUEST PERFORMER
GIOVANNI MORBIN
Bodybuilding_Ibridazione 1 (21.07)
Bodybulding è fra le azioni più note e iconiche di Giovanni Morbin. La performance prevede che l'artista cementi parte del proprio braccio in un muro a cui starà attaccato per otto ore. L'evento palesa quel tentativo di ibridazione con architetture, attrezzi e prati attraverso le quali Morbin forza lo statuto dei corpi e degli oggetti ponendoli sullo stesso piano d'azione, sia essa politica o poetica.
LIVE WORKS GUEST PERFORMER
LINA LAPELYTÉ
Candy Shop - the Circus (22.07)
Candy Shop - the Circus prende il titolo da una famosa hit rap di 50 Cent, un rapper, imprenditore e produttore statunitense. La performance rievoca i giochi di potere tipici delle canzoni rap narrando storie di glamour, gender e mondanità. Opera per sette performer femminili, coristi, batteriste, una banda di paese mischiata a testi hip-hop, elettronica e video che invitano ad una meditazione collettiva sui sistemi gerarchici.
LIVE WORKS GUEST PERFORMER
MARIO MIELI (22.07)
Dal ritrovamento fortuito di una performance fotografica inedita in 72 pose, realizzata alla fine degli anni '70 da Mario Mieli (Milano, 1952/ Milano, 1983) nasce l'idea di un'installazione multimediale, corredata dagli scritti autografi di Mieli e da scambi epistolari con Franco Buffoni risalenti agli anni 1970-1981, che con Mieli ha condiviso l'esordio in poesia nello stesso collettivo milanese, nonché la nascita a Londra del Gay Liberation Front.
12 LIVE WORKS GUEST SELECTED ARTISTS
ANNE-LISE LE GAC (FR), CHRISTIAN BOTALE MOLEBO (RDC/FR) , JUDITH RAUM (DE) , RODRIGO BATISTA DE OLIVEIRA (BR/NL) , NYAKALLO MALEKE (ZA/CH) , ELY DAOU (LB) , REZA MIRABI (IN/DE) , URSULA MAYER (AT/UK) , MICHELE RIZZO (IT/NL) , BETO SHWAFATY (BR) , CINTHIA DE LEVIE (AR) , PHUMULANI NTULI (ZA)
25-26-27-28.07
L'AMICALE DE PRODUCTION
Germinal (25-26.07)
Un gruppo di performer vive il palcoscenico come uno spazio vuoto e fecondo dove tutto è possibile e in divenire.
È in questo spazio che tenteranno di creare un ecosistema, un mondo, decidendo di costruire e decostruire la storia delle scienze, delle tecnologie e delle strutture sociali in modi sperimentali. Un viaggio coinvolgente alla velocità della luce che appassiona, diverte, e fa riflettere sulla complessità di un (nuovo) mondo all'interno del contesto ristretto del palco vuoto capace di contenere ogni cosa.
JACOPO JENNA
IF, IF, IF, THEN (25-26.07)
IF, IF, IF, THEN è una serie probabilistica, un algoritmo sull'evoluzione. Uno dei principi del Darwinismo è che ogni informazione che subisca variazioni e sia selezionata produrrà progetto. La coreografia tende a ricollocare culturalmente grammatiche diverse di movimento, definendo una forma astratta di costruzione e osservazione della danza. I danzatori sono contenitori postmoderni, un insieme articolato di riferimenti ibridi legati alle varie forme di street dance e alle pratiche della danza contemporanea, con le quali possono spostarsi tra i codici, senza tuttavia mai trovare un terreno stabile su cui sostare.
TIAGO RODRIGUEZ
By heart (26-27.07)
Una performance sull'importanza della trasmissione, del "contrabbando invisibile di parole e idee" che avviene nel momento in cui ricordiamo un testo, una poesia o delle parole a memoria. Riguarda il nascondiglio sicuro che i testi proibiti hanno sempre trovato nei nostri cervelli e nei nostri cuori, come garanzia di civiltà anche nei periodi più barbari e desolati. By heart è un programma di allenamento alla resistenza che finisce solo quando "10 nuovi soldati" imparano a memoria una poesia. Facendola sopravvivere al tempo, qualsiasi cosa accada.
MARCO D'AGOSTIN
Avalanche (25.07)
I due esseri umani protagonisti vengono osservati da occhi ciclopici come antiche polveri conservate in un blocco di ghiaccio. Camminano all'alba di un nuovo pianeta, sotto il peso della loro millenaria tristezza. Tutto quello che non è sopravvissuto agisce, invisibile, su tutto ciò che invece è rimasto e che viene rievocato come regola, collezione, elenco di possibilità. La danza si pone in una costante tensione verso l'infinito dell'enumerazione, alla ricerca accanita di un esito.
BUILDING CONVERSATION
Conversation without words (25-26-27-28.07)
La società fortemente polarizzata in cui viviamo sembra chiedere disperatamente una rinnovata attenzione per la conversazione e per il dialogo tra le persone. Conversation without words vuole tentare di scatenare questa dinamica di dialogo e di porre l'attenzione al modo in cui comunichiamo, creando uno spazio dove poter far pratiche di conversazione. Una performance collettiva che coinvolge il pubblico praticando una conversazione silenziosa che permetterà di indagare il contatto umano e i legami diretti che si possono creare all'interno dell'intensità di un momento condiviso in silenzio.
UROK SHIRHAN
Empty Orchestra (27.07)
Empty Orchestra riprende l'etimologia della parola composta giapponese "karaoke": kara che significa 'vuoto' e "kesutora" che significa 'orchestra'. Urok Shirhan mette in scena una performance che sviscera le tematiche di nazionalità e appartenenza attraverso il canto e la sua voce. Protagonista insieme alla voce, la "lingua" araba, posta in relazione alle lingue parlate, alla fonetica, agli accenti e ai dialetti. Alla base del lavoro vi sono le nozioni di rimozione e assimilazione, entrambe comprese sia nel senso di forma estetica, che come migrazione geografica.
SOTTERRANEO
Overload (27-28.07)
Le superfici dei territori più densamente abitati della Terra sono coperte da una fitta nebbia di messaggi, immagini e suoni in cui le persone si muovono, interagiscono, dormono. A volte si alzano rumori più intensi, che la nebbia riassorbe subito mentre lampeggia e risuona. Visto da qui il pianeta sembra semplicemente troppo rumoroso e distratto per riuscire a sopravvivere -persino i ghiacciai si sciolgono troppo lentamente perché qualcuno presti attenzione alla cosa. Torniamo al suolo e guardiamoci da vicino: stiamo tutti mutando...in qualcosa di molto, molto veloce.
ALMA SÖDERBERG AND HENDRIK WILLEKENS
wowawiwa (28.07)
WOWAWIWA è un progetto musicale nato in un bar dell'aeroporto di Zagabria che col suo titolo cerca di trasmettere l'amore e l'entusiasmo per il ritmo e le sonorità e l'attrazione per le battute musicali e per creare sempre nuovi ritmi. "La nostra musica emerge dall'interazione tra vari ingredienti sonori. La voce alimenta il microfono che attiva lo spring reverb il quale, a sua volta, si incanala nel sampler che trasforma la voce in battiti, linee di basso e altri suoni. Drum sequenzer si distribuiscono nel synthesizer sparato da modulatori CV che modellano la melodia."
DEWEY DELL
I am within (28.07)
Può succedere di imbattersi in qualcosa che avvertiamo come 'troppo', che facciamo fatica a sostenere con lo sguardo o con l'udito, quando proviamo a cercare le parole per descrivere cosa proviamo, il linguaggio ci risulta talmente povero da gonfiare un'ombra tra noi e quello che accade: ci sentiamo soli anche se circondati da altre persone. In questa solitudine - ombra irrisolvibile - si attiva una reazione potente: la capacità di diventare la difesa e il conforto di cui si ha bisogno.
PHILIPP GEHMACHER
My shapes, your words, their grey (28.07)
Sin dal debutto nel 2013, l'opera – una performance e una mostra - è stata presentata in scatole nere teatrali, studi d'artista, musei di arte moderna e contemporanea. Ogni iterazione fa sì che l'opera incorpori scoperte e sviluppi producendo nuovi oggetti e pensieri che alimentano il lavoro. La performance di Gehmacher da un lato tratta le questioni di leggibilità e intangibilità delle opere d'arte mentre dall'altro mette in discussione il contesto istituzionale della loro presentazione così come la loro realtà materiale.
SARAH VANHEE / CAMPO
Unforetold (28.07)
La giovane regista porta in scena un'opera sulla "costruzione del buio" che ruota attorno a una domanda: di cosa è fatta l'oscurità? La pièce creata in collaborazione con il centro d'arte CAMPO, centro di produzione belga, mette in scena sette bambini, creature brave e capaci nel fare domande così come a evocare altre realtà, pur ricevendo risposte in lingue sconosciute. Sarah Vanhee, artista APAP, la rete Europea di arti performative di cui Centrale Fies fa parte dal 2014, crea assieme ai bambini un ecosistema senza tempo, una nuova logica, con l'aiuto di conversazioni verbali e non, non ancora completamente disconnessa dal magico.
GIOVANNI MORBIN
Conversazione con GO_Ibridazione 7 (28.07)
L'azione compie un dialogo ideale con Germano Olivotto, artista scomparso prematuramente, che fra il 1968 e il 1973 organizza una serie di eventi effimeri nell'ambiente naturale. Giovanni Morbin sale su un albero e ci rimane per tre ore. Come lui stesso dichiara: "Oggi è molto strano vedere una persona su un albero, specie se non fa nulla di particolare. Ho riproposto l'azione nei viali cittadini, in campagna e in collina, spesso in assenza di pubblico o per qualche passante occasionale..."
CLUB SESSION
COSMESI
COSMESI FA UN DISCO / COSMESI FA UN LIVE (25.07)
Frequentatori assidui di concerti, ascoltatori bulimici di mp3, amici di rockers; due artisti che non hanno mai suonato uno strumento. Si comportano come hanno visto fare dai musicisti seguiti dall'amico producer. Raggiungono il massimo artificio incidendo un vero e proprio album e arrivano a eseguire dal vivo i brani originali creati da loro che non sapranno mai suonare.
GÉRALD KURDIAN
Trk_x (26.07)
Trk_x (pronunciato Tarek_ex) fluisce liberamente tra i generi experimental pop, lo-fi techno e soundscapes dark ambient. Feticista e arguto, dà voce a corpi minorizzati, usando grancasse, bassi e desiderio a volontà.
JOHN THE HOUSEBAND
Meet John, John Giovani and Let's Celebrate The World with mixed emotions and Dance.
10 YEAR ANNIVERSARY CONCERT! (27.07)
John è un gruppo di artisti e amici, si sono conosciuti alla Theatre school di Amestardam 10 anni fa e da allora hanno attraversato l'Europa suonando canzoni di Bank Flamenco (canzoni di flamenco che parlano delle banche), cover di canzoni famose, brani con ukulele, flauti, synthesizers e shakers. Suonano canzoni tristi, allegre, rap, medley, pop, canzoni su donne incapaci di sedurre, canzoni che parlano di pecore, volpi e che celebrano il mondo per come c@$$0 è.
THEA HJELMELAND
Thea Hjelmeland performance (28.07)
Cresciuta in una famiglia di artisti, scrive canzoni da quando ha cominciato a parlare. È stata una teenager musicista e dopo un decennio di tour, comincia a sperimentare nuovi format di concerto, con incursioni nella performance senza perdere le qualità di un buon live. In questa performance work-in-progress presenta canzoni dal primo e dall'ultimo album interagendo con il pubblico, mettendo in gioco sé stessa, i musicisti e gli spettatori.
FILM SESSION
KRISTINA NORMAN
Bring Back My Fire Gods (25.07)
Il video Bring Back My Fire Gods di Kristina Norman si basa su un intervento performativo che ha avuto luogo al Song Festival Grounds di Tallinn. Un luogo sacro per l'Estonia, associato alla Rivoluzione Cantata e all'indipendenza della nazione baltica dall'URSS avvenuta nel 1991. Quasi un terzo della popolazione estone parla russo come prima lingua. La pièce di Kristina Norman è una riflessione artistica sulla recente discussione riguardo l'impossibilità di includere una canzone russa nel repertorio del festival che celebra l'unità nazionale.
WERNER HERZOG
Lektionen in Finsternis (Lessons of Darkness) (26.07)
In bilico tra documentario e finzione scientifica, Lessons of Darkness è un poema epico ambientato nei campi petroliferi dati alle fiamme nel corso della Guerra del Golfo in Kuwait (1990-1991). Herzog girò filmati mozzafiato del paesaggio infuocato e annerito a bordo di un elicottero. Straripano laghi bollenti di petrolio greggio, frammenti di metallo fuso e minacciosi flutti di fumo e fuoco. Herzog non si sofferma sulle circostanze scatenanti, ma con la sua voce narrante assume l'identità di un osservatore proveniente da un altro pianeta, commentando la catastrofe di cui è spettatore.
JORDI COLOMER
¡Únete! Join Us! (27.07)
"Il film è una rivendicazione del nomadismo come intervento collettivo. Transumanza, vagabondare, viaggiare, smarrirsi: sono queste le chiavi per un padiglione il cui punto di riferimento va ricercato nelle utopie urbane che hanno esplorato il movimento come un radicale ripensamento dell'immaginario sociale. (...) Nei video un gruppo di persone si muovono in luoghi diversi, delineando la semantica del trasferimento." Così scrive Manuel Segade, nel board curator di LIVE WORKS dello scorso anno, a proposito dell'opera di Jordi Colomer architetto, scenografo, artista e storico dell'arte. Segade porta ¡Únete! Join Us! al padiglione Spagna della Biennale Arte di Venezia 2017. L'opera ridisegna "un congegno mobile che collega gli spazi dell'itinerario di un viaggio evocando una Babele kafkiana in cui il movimento nomade è anche confusione linguistica, sfasamento di linguaggio che altera e traduce l'attività di una comunità defraudata del suo territorio".
DRIES VERHOEVEN
Homo Desperatus (28.07)
Questo filmato presenta un'installazione di 44 zone disastrate e crisi umanitarie contemporanee ricostruite su scala 1:250. Ogni modellino è popolato da una colonia di formiche, per un totale di circa 70.000 formiche che abitano i luoghi delle nostre catastrofi. Le formiche, come nessun altro animale, sanno come far fronte ai disastri, sanno come fuggire dalla catastrofe, si sacrificano per il benessere della popolazione. Con Homo Desperatus, presentato per la prima volta allo Stedelijk Museum's Hertogenbosch nel 2014, Dries Verhoeven ci chiede di guardare alla specie umana: come percepiamo i disastri e come la sofferenza dell'individuo si relaziona di continuo all'esistenza della popolazione.
TALKIN' ABOUT
Incontri moderati da Francesca Serrazanetti
LUCA RUALI, NICOLA DI CROCE, MATA TRIFILÒ (25.07)
Una comunicazione magnetica con la natura
Registrazioni sul campo, editoria alternativa, quadreria e letteratura medievale, serie televisive paranormali italiane degli anni '70, casi di ragazze scomparse, interviste itineranti e documentari antropologici, un archivio di viaggi in Italia viene post-prodotto dal vivo ragionando sulla natura dell'abbandono delle aree interne italiane. Un live set audio/video di Luca Ruali, Nicola Di Croce e Mata Trifilò, prodotto da Il Paese Nero, piattaforma di produzione e archivio di ricerche indipendenti dedicate all'abbandono delle aree interne.
UGO MORELLI (26.07)
I paesaggi della nostra vita emergono al punto di connessione tra mondo interno e mondo esterno, con la mediazione dell'immaginazione. Sono l'esito del nostro movimento e del nostro sistema senso-motorio, e insieme della nostra illusione, cioè del gioco che mettiamo in scena nel nostro rapporto con il mondo e gli altri. Sulla soglia della sostenibilità oggi sperimentiamo la ferita narcisistica di renderci conto che non siamo sopra le parti, ma parte del tutto come specie umana: ogni avvenire possibile si definirà come esito della nostra capacità di creare l'inedito nei paesaggi interiori e intorno a noi.
EMANUELE COCCIA (27.07)
La scoperta della tettonica a placche ha trasformato il modo di pensare la relazione tra i viventi e lo spazio. Tutti i continenti sono alla deriva, nessuno può fare a meno di esser 'pianeta', corpo in movimento erratico. Le relazioni tra le specie viventi andrebbero ripensate attraverso questo modello. Tutte le forme di vita sono alla deriva, ognuna delle loro identità è la frizione tra le specie scomparse e sommerse del passato e quelle che emergeranno in un futuro che il sesso e la mutazione rendono imprevedibile. Tutte le specie sono la stessa vita supercontinentale assieme divisa e riunita nel sesso e nell'alimentazione.
FILIPPO MINELLI (28.07)
L'estetica trans-nazionale che ha plasmato la sua generazione, cresciuta fra la periferia, anche come stato esistenziale, e gli aspetti esotici della comunicazione globale dopo l'arrivo di internet. Un'estetica non ancora storicizzata ma tangibile nel paesaggio, frutto dell'ideologia liberista esplosa dalla caduta del muro di Berlino e per decenni di globalizzazione, libera circolazione delle merci e delle informazioni.