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ARMONIE D’ARTE FESTIVAL 2020 - "LES NUITS BARBARES", coreografia Hervé Koubi. -di Marco Ranaldi

"Les Nuits Barbares", coreografia Hervé Koubi "Les Nuits Barbares", coreografia Hervé Koubi

ARMONIE D’ARTE FESTIVAL
23 agosto

PARCO ARCHEOLOGICO NAZIONALE DI SCOLACIUM
COMPAGNIE HERVÉ KOUBI
LES NUITS BARBARES
ou le premiers matins du monde
Cie Hervè Koubi
coreografia Hervé Koubi
assistente alla coreografia Fayçal Hamlat
musiche Wolfgang Amadeus Mozart, Gabriel Fauré, Richard Wagner e musiche tradizionali algerine
danzatori Adil Bousbara, Kobi Elharar, Mohammed Elhilali, Abdelghani Ferradji, Pasquale Fortunato, Zakaria Ghezal, Oualid Guennoun, Bendehiba Maamar, Giovanni Martinat, Nadjib Meherhera, Mourad Messaoud, Houssni Mijem, Ismail Oubbajaddi, Issa Sanou, El Houssaini Zahid
creazione musicale Maxime Bodson | arrangiamenti Guillaume Gabriel
luci Lionel Buzonie
costumi e accessori Guillaume Gabriel
con l’assistenza di Claudine G-Delattre | coltelli Esteban Cedres
maschere gioiello realizzate con il sostegno e con i migliori cristalli Swarovski – Swarovski Elements
Co-produzione Cannes – Festival de Danse / Centre Chorégraphique National de La Rochelle – Poitou Charente – CieAccrorap / Centre Chorégraphique National de Creteil et du Val de Marne – Compagnie Käfig / Ballet de l’Opéra National du Rhin – Centre Chorégraphique National de Mulhouse / Théâtre de Vitré / Sémaphore – Scène conventionnée de Cébazat / La Papeterie d’Uzerche – Centre de Développement Chorégraphique en préfiguration / Centre Culturel Yves Furet – La Souterraine / Le Forum de Fréjus.
con il supporto di: Channel – Scène Nationale de Calais / Conservatoire de Calais / Domaine Départemental de l’étang des Aulnes – Département des Bouches du Rhône / Conservatoire de Musique et de Danse de Brive-la-Gaillarde / École Supérieure de Danse de Cannes – Rosella Hightower / CDEC – Studios actuels de la danse de Vallauris / Ville de Vallauris / MAC de Sallaumines / Hivernales d’Avignon – Centre de Développement Chorégraphique / Théâtre de Fossur-Mer / Théâtre la Colonne de Miramas / Pianock’tail de Bouguenais / Safran – Scène conventionnée d’Amiens / La Fabrique Mimont – Cannes

Pretesto assoluto di moderna dualità post moderna. Stravinskij e la Sagra oggi starebbe comodo sulla spiaggia di Catanzaro a leggere il giornale e vedere come i suoi figli e nipoti hanno rivoltato il suo già di per se rivoltoso messaggio coreografico. Hervè Koubi è tranquillo di questo, di essere parente stretto dei riti tribali e del mondo che passa sotto lo stesso mondo interiore. Lui è se stesso da sempre, da quando cioè ha scoperto che le sue radici sono talmente forti da poter portare nel movimento del corpo qualche cosa che sa di antico, di tribale ma anche di così contemporaneo. La sua compagnia si muove come se fosse un esercito di ottaviani, come se fosse un gruppo composito di fronte ad una lanterna del porto di Amalfi. Ed è lì in quella lanterna che la luce espasa porta quella vitalità che solo oggi è possibile percepire come forza d’azione e quindi di creatività. Les nuits barbares è il titolo di cotanta forza testosteronica. E’ altro, è oltre. C’è in se quell’idea che negli anni du printemps tanto piaceva a Picabia. Ma c’è anche la moderna truculenza dei caschi minotaurici che sanno di Gochuo o di idra. Questa è la follia creativa di questo giovane coreografo che con la sua creatura a 15 teste (tanti sono i ballerini o meglio danzatori) domina un palcoscenico dell’antico Scolacium come se Ulisse da qualche parte stesse li a vederli arrivare prima di partire per la sua ipotetica Itaca. E’ facile dire che Pasolini è un caro amico del coreografo, lo conosce così bene da citarlo nei vari quadri plastici. E’ facile usare Mozart come se fosse un djset del momento. Ma se il gioco è facile non è difficile quindi comprendere dove il percorso intrapreso da Koubi lo ha portato ovvero ad una sorta di dematerializzazione del corpo dove ciò che appare è ma non è. Follia creativa di specchi e di proiezioni, lettino psicoterapico post freudiano. Poi ci vorrebbe la saggezza dell’infinito come confine conclusivo per sapere che vedere, ascoltare, sospirare queste “notti” equivale ad essere forse ed ancora una volta soli in un universo che sempre più si allontana dalla costa berbera o barbara per approdare in un futuro kafkiano ad un lido che sarà sempre più vicino di quanto oggi non lo sia nettamente ed estremamente e malinconicamente lontano. Senza sapere che è quest’oggi a gratificare il futuro prossimo venturo. Indimenticabilie Koubi.

Marco Ranaldi

Ultima modifica il Mercoledì, 26 Agosto 2020 09:18

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