Coreografia Marius Petipa
Arrangiamento coreografico Ofelia Gonzalez, Pablo Moret
Musica Ludwig Minkus
Consulenza ed arrangiamenti musicali Giuseppe Annese
Luci Patrizio Maggi
Costumi Anna Biagiotti
Scene Michele Della Cioppa
Con la scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma
Disponibile sul canale YouTube dal 7 marzo 2021
La scuola del Teatro dell’Opera di Roma mette a disposizione un balletto portato in scena e registrato nel 2016. Tratto da La Bayadère, questo è un divertissement, ossia una sorta di raccolta di intermezzi, di pezzi ballati, dai passi a due, alle coreografie corali, alle variazioni singole. Bellissima la resa scenografica, che ci riporta in un ambiente surreale, un paesaggio classico dell’Ottocento, impregnato di tratti esotici, di sentimentalismo, di amore e tradimento e di elementi soprannaturali. La storia è un amore tragico ed infelice, tra una baiadera, ossia una danzatrice indiana che si esibiva durante feste religiose e profane ed un guerriero, amore fondato su una promessa non mantenuta, che andrà poi a favore di una principessa, che sposerà nella realtà dei fatti il guerriero. Anche questa però, non sarà una storia d’amore felice, ma, al contrario, si tramuterà in un finale dai tratti terribili. Alternandosi nelle varie danze del velo, del ventaglio, del pappagallo, dell’idolo d’oro, dell’anfora e, per finire, la danza tribale, gli allievi dell’Opera di Roma sembrano in realtà già tutti professionisti affermati, che viaggiano sulle note, dalle variazioni più difficili, alle interpretazioni più espressive, comprese di passi a due e di coreografie d’insieme. I costumi sono particolarmente spettacolari e sono ciò che serve a completare quell’atmosfera un po’ fiabesca che all’inizio ci avvolge. Ma altra protagonista è la terra d’Oriente, che, a partire dai nomi delle danze, oltre che del titolo, fino agli stili delle coreografie, passando per gli stessi costumi, è sempre presente durante la rappresentazione. Infatti, i richiami alle atmosfere orientali sono esplicitati in particolare dalle movenze caratteristiche delle odalische e baiadere, dai decori intarsiati, dalla ricchezza di un’ambientazione che mostra tutto l’esotico che catturava il pubblico ottocentesco. Il divertissement è una scelta anche strategica per catturare il pubblico, comprendendo chi rischierebbe, non amando in particolare la danza classica, di non completare la visione dell’intero balletto, composto di quattro atti, nonostante l’esile trama, pur avendo la curiosità di scoprirne la storia e la realizzazione performativa. Pertanto, la decisione di trasmettere vari pezzi, in successione dinamica ed articolata, permette di godere di uno spettacolo che non ha nulla da invidiare ai balletti di repertorio completi, ma risulta, al tempo stesso, più fresco e leggero e quindi ancora più coinvolgente.
Francesca Myriam Chiatto