Heart Drive, coproduzione di Ballet BC e Compagnia Tero Saarinen,
coreografia Imre van Opstal & Marne van Opstal, assistente dei coreografi Chloé Albaret,
musica di Amos Ben-Tal (nuova composizione), luci Tom Visser, scenografia Tom Visser e Imre & Marne van Opstal,
costumi Imre van Opstal & Marne van Opstal, collaborazione ai costumi Kate Burrows
Silent Tides, coreografia di Medhi Walerski,
musica di Adrien Cronet: Johann Sebastian Bach, Concerto per violino in la minore, BWV 1041: Andante,
eseguito da Joji Hattori e dalla Scottish Chamber Orchestra,
luci Pierre Pontvianne e Lisette van der Linden, consulente alle luci Tom Visser, set design Medhi Walerski, costumi Medhi Walerski
Passing, coreografia di Johan Inger,
assistenti Yvan Dubreuil, Carolina Armenta, Fernando, Hernando Magadan,
musiche: La gioia di D. H. Lawrence composta ed eseguita da Erik Enocksson, Westward, Ho!,
Barn Dance, Bumbo scritto ed eseguito da Louis T. Hardin; Harsh and Stubborn that River Bends,
composto ed eseguito da Erik Enocksson; per gentile concessione di Söndregård Ton, Tema strumentale, scritto ed eseguito da Louis T. Hardin; Managarm Musikverlag; composizione di Amos Ben-Tal, disegno luci Alan Brodie,
costumi Linda Chow, scenografia Johan Inger, al Teatro Valli, Reggio Emilia, 31 maggio 2024
Si esce con gli occhi pieni di bellezza, ma con un velo di tristezza. La serata con il Ballet BC è un crescendo di emozioni e il pezzo Passing di Joahan Inger rischia – nella memoria labile dello spettatore – di cancellare i precedenti: Heart Drive e Silent Tides. La memoria emotiva e visiva è selettiva di suo. Ciò che portano in scena Inger e i ballerini del Ballet BC è la leggerezza del fare gruppo, è una sorta di parabola della comunità, una storia dolce ma anche a tratti dura del rapporto fra singolo e comunità. Costruito su una composizione originale di Amos Bental, Passing è un tripudio di colori, è un intreccio di scrittura coreutica che in modo a volte un poco sfacciato rende omaggio a Bèjart di Bolero, ma anche a Pina Bausch. Viene da pensare – col senno di poi – che in quella parabola dell’uno che diventa gruppo e che alla fine si ritrova condannato a essere solipsistica individualità ci sia anche altro. L’altro è – fra le righe, o meglio fra i passi – l’omaggio alla comunità della danza, a quella società che si riconosce in segni e movimenti, in sudore e corpo elevati alla leggerezza della creatività tersicorea. Passing è festoso e malinconico al tempo stesso, è un pezzo corale e per assoli al tempo stesso, è l’agone dello stare insieme, del trovare il giusto equilibrio fra le esigenze dei singoli e quelle più generali. Passing regala l’emozione della vera danza che si nutre di armonia e di pensiero, che riesce a trasformare il movimento in visione sul e del mondo. Silent Tides di;Medhi Walerski è un lavoro intimo per due danzatori, su musiche di Adrien Cronet e di Bach. Il disegno luci di Pierre Pontvienne e Lisette van der Linden con quella linea neon che definisce lo spazio rende i due corpi in movimento parti integranti di una installazione di intensa essenzialità. Il disegno coreografico di Walerski si adatta bene a quel segno luminoso che detta legge spaziale e temporale ai danzatori in un dialogo tanto intenso quanto elegante e astratto. Decisamente meno convincente appare invece Heart Drive del duo di coreografi olandesi e fratelli Imre e Marne van Opstal che affronta quelli che dovrebbero essere «i limiti delle possibilità del corpo e della mente», si legge nelle note di sala. L’impressione è quello di un lavoro ad effetto, con un tratto coreografico molto pop e tutine in lattice nero che fanno tanto moda dark anni ottanta e per noi boomer italiani i balletti d’insieme di Fantastico. Paradossalmente la fisicità atletica dei ballerini diventa disturbante e poco armonica, laddove nei pezzi successivi la matericità dei corpi si assottiglia e si fa più leggera fino al trionfo finale con Passing. Malgrado ciò, l’incontro con il Ballet BC è felice, interessante, gradevole e fresco. Nicola Arrigoni